Adolfo Parmaliana parlava nel 2007 di Messina allo sfascio per colpa di....... Riprendiamo un articolo uscito quest'oggi in prima pagina su Imgpress, foglio elettronico di informazione Messinese e non. Adolfo Parmaliana (docente universitario di Chimica era rimasto uno dei pochi a dire cose
di Sinistra nella provincia di Messina. Non sappiamo perché, ma
nell’Unione c’è una penuria senza precedenti di star. E così il
professore Adolfo riesce a imporre il suo personaggio credibile e
carismatico, appassionando tutti con le sue lotte in nome della
trasparenza e dell’Antimafia), si è suicidato l'altro ieri lanciandosi da un viadotto dell’autostrada Messina-Palermo non si sa ancora per quale motivo.
A voi la lettura da attenzionare per riflettere.....
<< IMGPress - nel tentativo di trovare una chiave di lettura della penosa quotidianità messinese fatta di scandali, arretratezze, inciuci e complicità istituzionali – ha individuato , non so se per convinzione o per verve ironica, nella Magistratura la variabile impazzita, il grimaldello che dovrebbe squarciare il clima di omertà e di accordo trasversale, anzi universale, che impera nella città di Messina. Questo assunto non mi convince, anzi voglio produrre una serie di riflessioni per documentare quanto sia goliardico, effimero e improprio. Ho una lettura diversa di questa realtà: una città che muore, una città ultima, una città scartata come la definiva Mons. Marra, una città ricca di istituzioni parassite se non deviate e corrotte, una città incapace di indignarsi, una città incapace di reagire, una città nella quale si va sempre più radicando la sicumera di impunità, è una città nella quale l’Amministrazione della Giustizia non ha da esporre tanti risultati e da rivendicare tanti meriti. Anzi, ritengo che l’Amministrazione della Giustizia abbia a volte abdicato dalle sue funzioni e dalle sue prerogative agendo probabilmente secondo le logiche di una lobby che si coalizza, che si chiude a riccio, che si autoassolve, che tenta di resistere alle incursioni, magari giudicate temerarie, della Commissione Antimafia. Ben 2 visite ispettive della Commissione Antimafia in soli 6 anni sono un record : questa è una città malata, le sue istituzioni sono fragili ed inadeguate. Eppure fino a qualche mese addietro qualche massone benpensante (???) ancora faceva l’offeso con l’On.le Nichi Vendola che coniò con lucidità aristotelica il termine “verminaio” per rappresentare lo status delle principali istituzioni cittadine all’indomani dell’omicidio del Prof. Bottari. Ora che tira aria di burrasca, il silenzio è assordante: si registra la stessa sensazione del silenzio assoluto che annuncia il terremoto. Eppure basta qualche banale deduzione/esercizio di logica per cogliere come il deficit di legalità di una società sia direttamente proporzionale al tasso di insipienza e inversamente proporzionale al tasso di efficienza delle istituzioni preposte all’Amministrazione della Giustizia, al controllo del territorio e delle attività economiche e alla repressione di atti/azioni/organizzazioni “contra legem”. Non vi sono luoghi o realtà predestinate ad essere capitali dell’ illegalità e del malaffare. Generalmente, una Magistratura debole/assente/distratta/deviata, Forze dell’Ordine impegnate ad acciuffare ragazzi che scorazzano sugli scooter senza casco e amministrazioni pubbliche occupate dal Partito Unico sono i presupposti scientificamente necessari per trasformare realtà e luoghi civili in regni del malaffare e della mafia, in territori assoggettati al potere politico-mafioso-istituzionale. La mafia e l’illegalità non nascono dal nulla e non sono mali endemici: possono essere debellati. Certo non bisogna illudersi affidando il lavoro di bonifica di una società e delle sue istituzioni agli stessi soggetti che si sono adoperati per rendere le istituzioni funzionali agli obiettivi dei comitati di affari. Torniamo alle vicende della Ns. città: il senso di appartenenza di molti cittadini onesti si va affievolendo. Chi scrive non intende fustigare nessuno: si sta interrogando sull’opportunità di resistere in una città ultima. Avverte una grande amarezza, non si dichiara sconfitto bensì estraneo e contrario a una forma mentis che pervade questa città povera di prospettive. Sento affiorare la condizione sociale che Corrado Alvaro riassumeva così “la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”. Credo che sia opportuno tentare di individuare le cause di questa straordinaria arretratezza, di questa straordinaria subalternità e di questo assordante silenzio. A Messina nessuno parla, nessuno alza la testa! La consegna è ferrea: silenzio, abbassiamoci fintanto che passa la tempesta. Ma chi deve parlare se quasi tutti i partiti sono sotto salamoia per le ben note vicende delle assunzioni all‘ATO ME3? Tutto è grigio! Chi amministra la Città? L’Amministrazione di oggi è diversa da quella di ieri o dell’altrieri? A Messina tutto è immutabile! Tutto è dominato da una straordinaria unità di intenti! Messina è una città nella quale è difficile cogliere differenze tra chi governa e chi fa opposizione. Non c’è forza di sinistra (c’è ancora la sinistra a Messina?), né gruppi di intellettuali, universitari o parauniversitari, né giovani disoccupati, né imprenditori che punti nell’orgoglio sentano di dover prendere le distanze dal Governo Genovese. La politica a Messina è tutto un gioco. Il Centrodestra osserva compito la debacle di una città proibita ai portatori sani di speranza ed agli spiriti liberi, critici ed integri. Il Centrosinistra fa finta di essere al Governo della Città. In questo vuoto di idee e di valori, l’On.le D’Alia e la sua corte, prendono il posto dei Verdi e Rifondazione Comunista e di altri ecologisti di maniera e di posizione, radunando lo stato maggiore dell’UDC per chiedere commissioni parlamentari ed impeachment per le vicende dell’ATO ME3 e di MessinAmbiente (Ma alcuni mesi addietro non erano state avvitate audizioni e/o indagini conoscitive in una Commissione Parlamentare all’ARS?) Il buon On.le Gianpiero D’Alia precisa comunque che l’UDC non intende sovrapporsi all’autorità giudiziaria. La solita melina messinese: sfoderare la scimitarra, intimidire l’avversario magari per lanciargli un messaggio per future intese. Povera Italia e povera Messina. Il 10 agosto l’On.le D’Alia tratta gli affari dei rifiuti come se fossero temi vergini di politica sociale: per la vicenda MessinAmbiente ci sono già 17 rinvii a giudizio, per le assunzioni all’ATO PA1 la Procura della Repubblica di Palermo ha distribuito 15 avvisi di garanzia per assunzioni senza concorso di “fratello di”, “cugino di” per politici e amministratori di Carini ipotizzando reati di abuso di ufficio e voto di scambio, per l’allegra gestione del depuratore di Capo d’Orlando la Procura della Repubblica di Patti ha ordinato un paio d’arresti e notificato settanta avvisi di garanzia. Questa Città è desolante se non deprimente: l’affare Oro Grigio, così come le vicende ATO Rifiuti ME3, MessinAmbiente, AMAM, Zancle, lo stato della Giustizia (basta leggere i dati pubblicati dal Sole 24 Ore), la condizione dell’Università, l’efficienza e la compatibilità ambientale del depuratore di Mili, lo stoccaggio permanente dei rifiuti presso l’area ex - Sanderson, gli svincoli, il traffico, la vergognosa situazione della Sanità e degli ospedali della Città, il Policlinico Universitario in primis. C’è veramente da stare e restare allegri in questa città di passione!!. Nessuno parla, c’è silenzio e il silenzio – come amava ricordare Giovanni Falcone – è complice. L’understatement con il quale vengono relegati questi fatti e le visite ispettive della Commissione Antimafia alla ventisettesima pagina della Gazzetta del Sud è l’indice emblematico della forza e della vittoria del PUM (Partito Unico Messinese) che è una sezione modello di quel PUS (Partito Unico Siciliano) che Alfio Caruso indica come la sigla politica poliedrica e dalla faccia cangiante che vince sempre in Sicilia. Spero tanto che il Governo, la Commissione Antimafia, il Ministro della Giustizia, il Ministro degli Interni, il Prefetto Alecci abbiano a cuore le sorti di questa Città e dei suoi abitanti attivando tutte gli strumenti necessari ed efficaci per ridarle una speranza di riabilitazione e di riscatto. E’ veramente triste dover vivere e operare in una città ultima (Vi invito a leggere tutte le classifiche e i dati ISTAT in materia di qualità della vita e dei servizi per rendervi conto che l’ aggettivo non è un eufemismo giornalistico), ma in fondo qualche speranza dobbiamo coltivarla: in chi dobbiamo credere? In ogni caso è bene evitare illusioni. Le istituzioni a volte sono plastiche se non elastiche e quindi si adattano. Vi invito a leggere e non ridere, e comunque nemmeno a piangere visto il periodo feriale, questo stralcio degli atti parlamentari. L’On.le Nichi Vendola nel 2004 interrogò l’allora Ministro della Giustizia Castelli su una vicenda riguardante la mancata esecuzione di una sentenza della Corte di Appello di Messina dopo 57 mesi dalla sua emissione (la sentenza comunque non è stata eseguita a tutt’oggi dopo 98 mesi (8 anni e 2 mesi) dalla sua emissione). Questa è la sintesi della dotta risposta dell’Ing. Castelli: “… Non si ritiene che vi sia stata scarsa attenzione della Procura della Repubblica di Barcellona nella trattazione della vicenda in parola, soprattutto se si considera che detto ufficio ha da sempre dovuto fare i conti con lunghi periodi di mancanza di personale, con un forte indice di avvicendamento dei sostituti ed opera in una realtà caratterizzata da alto indice di illegalità. La Procura Generale di Messina ha peraltro precisato che l’intervento della medesima va inteso come espressione della doverosa opera di sorveglianza e di incoraggiamento (questa è un’attribuzione dell’Ufficio del Procuratore Generale? A me l’incoraggiamento sembra un’azione propria di un trainer di un team sportivo o degli azionisti di una banca che sollecitano il management a compiere una scalata o a lanciare un’OPA)… e non quale censura all’ operato… La descrizione della lunga e complessa vicenda è da sé atta a indicare quale sia il livello di illegalità nella zona in materia anche edilizia e quanto difficoltoso ed oneroso sia perseguire questo tipo di illegalità.” (Atti della Camera dei Deputati: all. B della seduta n. 505 del 13/09/04, risposta all’interrogazione 4-09255). Comunque cari lettori Vi invito a non arrenderVi, occorre raccogliere tanta legna perché l’inverno arriverà. Così l’allora Presidente della Commissione Antimafia On.le Ottaviano Del Turco incoraggiava nel 1999 i cittadini messinesi affinché continuassero a nutrire speranza e fiducia nelle istituzioni. In effetti pochi fessi ci hanno creduto, i più “avveduti” (???) si sono organizzati. Qualche giorno addietro il Dr. De Magistris, Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, ha dichiarato in un’ intervista che un sistema d’affari (in altri termini il PUC, il Partito Unico Calabrese) sta strozzando la Calabria e che la normale devianza ha ormai il sopravvento; secondo il Dr. De Magistris i deviati sono i magistrati che fanno inchieste e i giornalisti che scrivono. Ma saranno vere queste dichiarazioni del Dr. De Magistris? Forse c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di parlare e di agire. Non perdiamo tutte le speranze. Amici di IMGPRESS “welcome on board” continuiamo a batterci per la legalità e contro la mafia, in particolare contro il tipo di mafia più pernicioso per la Sicilia del XXI secolo: la mafia dei colletti bianchi. >>
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