Notizie
I vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile
l'intero primo piano dell' istituto Principe di Piemonte a causa di pericolose infiltrazioni
d'acqua che, visti i recenti episodi verificatisi in vari plessi cittadini, non potevano
passare inosservate. Già nell'ottobre del 2007, alla Principe di Piemonte si sfiorò la
tragedia per via del crollo di alcuni pannelli in cartongesso del soffitto del corridoio, ma da allora, come abitualmente accade nella nostra città (non solo per quel che riguarda la situazione dei plessi scolastici) sono stati effettuati solo
“interventi-tampone” che certamente non hanno risolto il problema alla
radice. L'assessore alle politiche scolastiche Magazzù deve agire per accertare, se ve ne siano, le responsabilità e immancabilmente cercare delle soluzioni definitive.
Situazione da non prendere sotto
gamba, anche quella della scuola elementare “Gentiluomo” di Camaro,
dove parecchie mamme alcuni giorni fa lamentavano l’improvvisa comparsa di macchie nere
nei soffitti di alcune aule con relativi rigonfiamenti dell’intonaco.
Sempre qualche giorno fa è crollato parte del soffitto in due aule della scuola Tommaseo. Un evento che se fosse accaduto qualche ora più tardi, con i
bambini in aula, avrebbe provocato un'autentica tragedia. L'istituto
era stato ristrutturato dal Comune appena un anno fa, ma solo
all'interno. Il sistema di raccolta e scolo delle acque piovane
risalirebbe addirittura agli anni '30.
Lanciato un ulteriore allarme per la scuola elementare e materna di Bisconte e se poi si considera che proprio nel villaggio di Catarratti, insiste
un’altra piccola scuola elementare in discrete condizioni e che da
circa 3 anni è stata inspiegabilmente chiusa soltanto perché il numero
delle aule era stato giudicato insufficiente ad ospitare
tutta la scolaresca può risultare senz’altro
comprensibile il fatto che l’amarezza dei genitori si trasformi
in rabbia e indignazione.
Il plesso scolastico di San Saba che ospita classi di
scuola elementare e materna, è chiuso per urgenti lavori di
manutenzione. Il plesso scolastico del paesino costiero risulta comunque inadeguato per due ragioni: obbliga
gli scolari al doppio turno e crea non pochi disagi per la distanza tra
San Saba e l’istituto di Ganzirri dove per ora i ragazzi svolgono le lezioni.
Se poi andiamo a trattare della zona sud (quell'angolo di paradiso dimenticato) qualche mese fa, nel luglio di quest'anno, nei plessi delle elementari e materne di S. Margherita e Pezzolo e
delle elementari di Galati marina e Santo Stefano Briga, sono stati avviati lavori di messa in sicurezza ed adeguamento
alla normativa vigente in materia di edilizia scolastica, per un
importo complessivo di ben 2 milioni e 350 mila euro. Ma a Tremestieri ancora è forte il ricordo di quando, a settembre, porte sbarrate per i trecento bambini che, accompagnati dai
rispettivi genitori, si erano armati di zainetto e merendine per il primo giorno di scuola.
Parliamo della scuola elementare e materna di Tremestieri, sita a "Palazzo
Presti", una struttura di oltre vent'anni che è stata
dichiarata inagibile dal Comune di Messina. Solo che nessuno si è
degnato di avvertire le famiglie, che hanno trovato la sgradita
sorpresa delle porte chiuse. Solo pochi giorni fa è stata trovata la solita soluzione tampone: la Giunta municipale, ha
deliberato la locazione di otto aule più accessori dell'Istituto delle
suore cappuccine del Sacro Cuore a Pistunina per ospitare le classi
della scuola materna ed elementare della direzione didattica di
Tremestieri, attualmente ospitati in locali disagiati.
Anche a Zafferia e Larderia, dove i plessi sono stati di recente
ristrutturati, alcuna garanzia dal punto di vista della
sicurezza è stato fornito. Per
non parlare del fatto che i bambini sono costretti a consumare i loro
pasti negli stessi locali in cui si fa lezione. È ora di gridare
‘basta’: i genitori non
dovrebbero mandare i propri figli a scuola senza che siano forniti di aule e mezzi
didattici idonei, come accade, o dovrebbe accadere, in qualsiasi parte
d’Italia anche se per mettere
in sicurezza le circa 57.000 scuole italiane occorrerebbero 13 miliardi
di euro. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
Guido Bertolaso. "La messa in sicurezza secondo le normative vigenti,
riguarda uno sforzo economico non indifferente. Se si volesse
intervenire in tutti i 57.000 istituti del nostro paese,
compresi quelle a sismicità alta, media e bassa, dovremmo ritenere
necessario un importo pari a 13 miliardi di euro per la messa a norma
di tutti gli istituti. E' una somma difficilmente sostenibile". Ma alle madri questo non interessa perchè loro vogliono che i loro figli vadano a scuola; in una scuola sicura.
Pur essendo ovviamente importante conseguire il decoro delle facciate degli immobili degradati dal tempo appare certamente inverosimile che vengano
messe in secondo piano le problematiche relative alla messa in
esercizio dell’impianto antincendio, al rifacimento dell’impianto
elettrico, all’adeguamento delle vie di fuga, al conseguimento della
completa fruibilità dell’edificio per diversamente abili,
all’adeguamento degli spazi e delle strutture alle vigenti norme di
edilizia scolastica e, non ultimo, al rifacimento del tetto da cui si
verificano copiose infiltrazioni d’acqua che deteriorano i
controsoffitti, peraltro già crollati negli anni scorsi.
Non ci possono essere scuole di serie A e di serie B e non è accettabile che qualcuno
utilizzi problemi come questi per fare passerella politica. Occorrono interventi urgenti e speriamo che qualcuno se ne accorga. Ed in ogni caso, NO agli interventi tampone.
{mosgoogle center}