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Certo è che avere un imprenditore come Pippo Ansaldo al Comune di Messina sia davvero una fortuna perchè, con l'esperienza acquisita da anni di commercio, non può che dare le giuste indicazione su come risollevare il problema della liquidità dell'ente. E come ogni buon imprenditore, quando la ditta è in crisi finanziaria due sono le alternative: o si chiude, o si provano tutte le soluzioni possibili.
"La situazione finanziaria del Comune, afferma Ansaldo nell’ordine del
giorno presentato stamani al Comune, non consente ormai da tempo la programmazione dei necessari
investimenti per lo sviluppo della città. Allo stato attuale esistono
fondate motivazioni che inducono a prevedere nuove entrate nel caso di
adesione al “condono”. Il condono prevede, sostiene Pippo Ansaldo, che gli
Enti locali possano stabilire "la riduzione dell’ammontare delle
imposte e tasse loro dovute, nonché l’esclusione o la riduzione dei
relativi interessi e sanzioni, per le ipotesi in cui i contribuenti
adempiono ad obblighi tributari precedentemente in tutto o in parte non
adempiuti, anche per i casi in cui siano già in corso procedure di
accertamento o procedimenti contenziosi in sede giurisdizionale. Il Comune - continua il consigliere - è creditore di ingenti somme a
tutt’oggi non ancora riscosse o per le quali è pendente giudizio
innanzi alla competente giudiziaria. Precedentemente il consiglio
comunale aveva approvato un ordine del giorno con il quale sollecitava
l’amministrazione a predisporre il necessario regolamento".
Da bravo imprenditore il consigliere sostiene che quando un'attività commerciale ha bisogno di liquidità applica i famosi saldi, e la gente
arriva e compra. E' questo l'esempio che Pippo Ansaldo (Udc), propone di
applicare per rifocillare le casse dissestate del Comune di Messina. Ansaldo chiede al sindaco Buzzanca di "valutare l’opportunità di avvalersi della previsione di cui all’art.
13 della legge 289 del 2002"; quella del condono fiscale.