"Mi dispice per la città" questo il primo commento del leader Udc Giampiero D'Alia. "Ho appena appreso la notizia e a caldo le posso dire che sono dispiaciuto per Messina che deve subire un altro commissariamento. Mi auguro che le forze politiche di destra sappiano incontrarsi su progetto unitario per non lasciare la città in balia degli interessi privati".
L'assessore Bottari:
"Premesso che le sentenze vanno accettate - spiega la Bottari - per il ruolo che ho rivestito con l'amministrazione Genovese sono molto preoccupata delle tristi sorti che aspettano la città. Il lavoro avviato dalla giunta potrà avere delle battute d'arresto. E questo vale per tutti gli assessorati. Questa sentenza è un pugno nello stomaco per l'intera città".
Loris Foti, capogruppo della Margherita:
«le sentenze non si giudicano», ma allo stesso tempo «mandare una città al commissariamento e far tornare al voto solo perché una lista in cui 37 su 45 candidati erano campani non interessati alle questioni di una città che neanche conoscevano, è pazzesco. Non è stata l'amministrazione ad essersi insediata in maniera illegittima». Un ruolo importante, adesso, sarà assunto dalla direzione generale. Il city manager Emilio Fragale ha dichiarato: «Questa sentenza era nell'aria da giorni, ma nonostante tutto non pensavamo che il sindaco potesse decadere. Adesso si aspetta l'insediamento del commissario straordinario che avverrà presto, e i nostri ruoli non saranno più definiti. Si cercherà di stringere i tempi per le nuove elezioni, perché Messina ha bisogno di un governo stabile. Posso dire senza essere smentito che è una sconfitta per tutti».
Salvatore Ticonosco, consigliere di An:
«con la coscienza pulita per aver agito sempre nell'interesse dei cittadini, e pronto a ricandidarmi».
Il segretario generale della Uil Amato:
“Adesso è necessario
pretendere consultazioni elettorali nel più breve tempo possibile”
"L’ennesima iattura che si abbatte sulla città lasciandola sempre più
sprofondare nel dramma dei problemi irrisolti e delle incompiute. Nonostante lo scetticismo la città conservava ancora
un barlume di speranza nei fondi ex ponte e nei poteri speciali
attribuiti al sindaco per l’emergenza traffico. Ora che anche questa
speranza è venuta meno i provvedimenti istituzionali si paralizzeranno
sempre più e verrà meno anche la bozza progettuale costituita dalla
Cec. Senza voler
entrare nel merito della sentenza non si capisce
come una competizione elettorale possa risultare inficiata da un
ricorso presentato da un partito costituito per l’occasione e non
rappresentativo della messinesità, un partito nato da beghe interne
alla compagine socialista. Non ci si spiega, soprattutto, come politici
responsabili abbiano, all’indomani dei risultati elettorali, pensato di
poter ricorrere alla giustizia amministrativa sapendo di poter nuocere
gravemente alle sorti della città. Una ulteriore dimostrazione di
quanto la politica abbia a cuore il futuro di Messina. Il punto adesso, conclude il segretario generale della Uil, è
chiedere consultazioni elettorali al più presto, magari contestualmente
alle elezioni provinciali, per far sì che la città resti sotto il giogo
del commissariamento, un giogo purtroppo ben noto ai messinesi, il
minor tempo possibile”.
Il leader dei Socialisti italiani Bobo Craxi:
Pesanti dichiarazioni del leader dei Socialisti italiani Bobo Craxi in
merito alla sentenza del Cga di Palermo. «La lista del Partito
socialista - Nuovo Psi che venne presentata nel novembre del 2005 alle
elezioni comunali di Messina era vistosamente viziata da un misto di
imbroglio e malafede».
E aggiunge, rivelando i retroscena di una vicenda che niente ha a che
vedere con l’amministrazione di una città: «Composta in larga
maggioranza di candidati residenti nel napoletano, fu presentata a
bella posta per creare un precedente che riconoscesse l'invalidità di
un Congresso che si era concluso con una scissione: tutti i tribunali,
per due anni, hanno accolto i nostri ricorsi contro di essa. Il
giudizio, inappellabile e supremo, del Cga siciliano, che rispettiamo,
ha dell'incredibile,
poichè costringe i messinesi a tornare al voto certificando uno dei tanti imbrogli della malapolitica: sono costernato».
Il capogruppo della Margherita all'Ars, Giovanni
Barbagallo:
ha espresso «piena solidarietà e sostegno» a Francantonio Genovese dopo l'annullamento della sua elezione a sindaco di Messina. «Nessun cavillo giuridico – ha commentato Barbagallo - potrà inficiare il senso politico della grande vittoria elettorale riportata da Genovese nelle elezioni amministrative del 2005. Ci dispiace soltanto che viene interrotta una proficua attività amministrativa a favore dei cittadini messinesi. Il commissariamento blocca un percorso amministrativo che ci auguriamo possa essere ripristinato al più presto».
Le prime parole dell' Ex Sindaco Francantonio Genovese, ore 19,10:
«Spero che questa sera nessuno festeggi, perché questa non è una sentenza contro il sindaco e l'amministrazione comunale, ma piuttosto contro gli interessi di tutta la città. Messina, infatti, vanterà da oggi il non invidiabile primato di due commissariamenti, seppur per motivi diversi, in appena 4 anni. Si commenta da sé una sentenza che obbliga a ripetere le elezioni per l'esclusione di una lista di candidati napoletani al consiglio comunale di Messina, in un momento in cui è forte il dibattito sui costi della politica e delle istituzioni. All'amarezza per l'esito della vicenda giurisdizionale si accompagna la consapevolezza di aver lavorato con impegno e dedizione, nel tentativo di risollevare questa città dalle gravi condizioni, soprattutto finanziarie, in cui versava alla data del nostro insediamento. Non è l'ora dei consuntivi né dei proclami ma voglio sperare che in questo momento in cui la città ha subito l'ennesima mortificazione, tutte le forze politiche sappiano recuperare l'equilibrio e la saggezza necessari per far sì che i mesi che ci separano dalle prossime elezioni siano vissuti dalla nostra comunità nel modo meno traumatico possibile. Da parte mia resterà sempre forte l'impegno e massima la disponibilità nei confronti di Messina e dei messinesi».
Il Segretario Generale della Cisl Bernava:
La nostra è una città di nuovo commissariata, e ciò contribuisce a rafforzare l'idea di Messina città pantano. Messina sembra Babilonia. Una Babilonia di anni di mal governo e malaffare, una Babilonia per il commissariamento e il vuoto di governo dal 2003 al 2005, una Babilonia degli ultimi due anni di governo della città senza strategie e senza capacità di concertare e progettare sviluppo. Una città che rischia di non avere la forza di rialzarsi. L’ennesimo commissariamento arriva in una città dove è indistinto il passato, il presente e il futuro perché è una città senza punti di riferimento e di governo e che probabilmente non ha imparato la dura lezione, che rischia di riconsegnarsi ai soliti potentati elettorali clientelari senza idee, senza progettualità, senza etica e sempre con lo sguardo riguardo al passato di degrado e arretratezza.
Tonino Russo, segretario regionale Ds
È una sentenza che probabilmente farà piacere ad alcuni esponenti del centrodestra, ma che certamente crea un grave danno a Messina e ai messinesi. Ma anche di fronte a quelle che paiono profonde ingiustizie bisogna andare avanti e non fermarsi. Sono convinto che quando si tornerà a votare, già nella prossima primavera, Genovese sarà di nuovo in campo e con il pieno sostegno del centrosinistra tornerà ad essere il sindaco di Messina».
Francesco Cascio, capogruppo di Forza Italia:
Era una notizia attesa da tempo. Oggi è diventata ufficiale. Adesso prepariamoci alle elezioni di maggio con un unico obiettivo: non ripetere lo stesso errore e conquistare il Comune di Messina. La scelta di candidare più uomini del centrodestra ha portato a regalare il Comune alla sinistra. Ora dobbiamo presentarci uniti e compatti e puntare su un uomo che abbia il consenso dei messinesi e che rappresenti le istanze del centrodestra. Ma non possiamo perdere».
Il vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana Calogero Speziale:
«Decisione abnorme. Si scarica sulla città di Messina una sentenza che, capovolgendo l'orientamento espresso dal Tar, determina l'annullamento di democratiche elezioni e del loro esito, creando una condizione di difficoltà e di disagio per l'intera comunità di Messina, che registra un nuovo commissariamento nel giro di pochissimi anni. Con un provvedimento giudiziario viene interrotta una positiva esperienza amministrativa apprezzata dalla stragrande maggioranza dei messinesi».
Soddisfatto Di Trapani, il promotore del ricorso:
Antonino Di Trapani, coordinatore della segreteria nazionale del Nuovo
Psi, e candidato a sindaco alle elezioni amministrative di Messina del
2005 prima che la Commissione elettorale escludesse l’intera lista che
l’appoggiava dalle consultazioni, prende atto «con soddisfazione, della
decisione». «Con il segretario nazionale, Stefano Caldoro – aggiunge –,
resteremo in stretto contatto, per le opportune iniziative conseguenti,
con i legali del foro di Catania guidati dall'avvocato Gianfranco
Barbagallo che ha curato l'appello».
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