25 mar, 2023

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Crisi Finanziaria. Le colpe sono di ....

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Robert merton Premio Nobel Economia 1997Un PREMIO NOBEL è il responsabile della tremenda, e probabilmente duratura, Crisi Finanziaria che sta colpendo i mercati mondiali. Eppure la storia della possibile crisi del secolo è molto semplice...... Bisogna partire dalle innovazioni finanziarie di 20 anni fa, e più nello specifico, dal mercato immobiliare  americano di sette-otto anni fa. Il Bollettino dell'Harvard Business School salutava nel 1997 il Nobel a un suo professore, Robert C. Merton, con queste parole: «In effetti, usando la formula di Merton, diventa possibile costruire un portafoglio virtualmente privo di rischi». Detto semplicemente, spalmandoli su così tanti prodotti e soggetti economici da rendere il rischio zero, o quasi. C'è chi, pur apprezzando questi prodotti se usati con prudenza, non ha mai creduto al loro valore taumaturgico. Altri, e sempre più, fra cui le grandi banche di Wall Street, alla fine li presentavano come il toccasana dell'economia mondiale. E i derivati, così si chiamano, rendevano ottime commissioni. La crisi che ha portato al fallimento di Lehman Brothers ( era la quarta  banca d'investimenti di Wall Street, che ha anche deciso, secondo quanto riportato dall'agenzia AdnKronos, il licenziamento di 6 mila dipendenti in Europa, comprese, per quel che riguarda l'Italia, il personale delle sedi di Milano (120) e Roma (20). I licenziamenti sono operativi da subito ), al salvataggio di Aig e delle agenzie di mutui Fannie Mae e Freddie Mac costerà molto al sistema finanziario internazionale in genere e americano in particolare. Circa 1.500 miliardi di dollari in tre anni, 2007-2009, ha pronosticato quest'estate il Nobel dell'economia Joseph Stiglitz.


Più nello specifico.... come nasce la bolla immobiliare

Venti anni dopo entra in scena il mercato immobiliare americano. I tassi sono bassi. Con le formule per i derivati, i mutui vengono offerti anche a chi al minimo stormir di fronde potrebbe avere difficoltà a pagare. Non importa, il valore delle case cresce sempre e quindi chi compera oggi guadagnerà domani. E' la corsa al sogno americano. E le commissioni sono laute per chi emette i mutui, per chi lo cartolarizza, cioè li suddivide, mescola e impacchetta in prodotti finanziari da rivendere. Il meccanismo si inceppa un 18 mesi fa, e si blocca nell'agosto 2007. I prezzi delle case incominciano a scendere, e presto c'è chi si trova col mutuo che vale più della casa e qualcuno non paga. Il flusso di denaro necessario a onorare le cedole sui titoli legati all'immobiliare e di cui banche, finanziarie e anche stranieri si sono riempiti si prosciuga. Incominciano le perdite. I titoli crollano e diventano spazzatura.

La crisi si allarga a macchia d'olio

Incominciano le crisi, le vendite stracciate. E giù giù fino alla nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac, i due giganti semipubblici che dovevano salvare il mercato dei mutui, e che invece hanno avuto bisogno di essere salvati dal contribuente. E i fallimenti a Wall Street. E le perdite nel sistema bancario internazionale, anche in Europa, per fortuna non forti in Italia. E non è finita. La nazionalizzazione di Fannie e Freddie ha annientato l'azionariato, dove sono presenti molte banche Usa. Presto sapremo chi resiste alla botta e chi no. E i contraccolpi del fallimento Lehman sono ancora tutti da contabilizzare. Ci saranno altre giornate nere, probabilmente, almeno fino ai primi mesi del 2009. Poi, quando il grosso delle perdite sarà contabilizzato e in qualche modo digerito, si incomincerà a risalire. Non si dovrebbe, ne si potrebbe fare un confronto con la crisi del 1929. Allora il mondo perse la testa. La crisi finanziaria americana avrà effetti contenuti sull'economia reale e non si propagherà a macchia d'olio come accadde quasi 80 anni or sono. «Questo non significa che gli Usa eviteranno la recessione - spiega Alesina al Ilsole24ore.com - e se oggi dovessi fare una previsione sul Pil americano farei una revisione al ribasso della crescita. Inoltre è prevedibile che assisteremo ad altre operazioni come quella che ha portato Bank of America a conquistare Merrill Lynch». Il sistema finanziario, dunque, sta complessivamente reggendo bene all'onda d'urto della crisi, sostiene l'economista, perché esistono e funzionano alcuni strumenti di tutela del risparmio che nel '29 non erano neppure immaginabili.

Fonte: Ilsole24ore.com

 

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