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Il
dibattito sulla legalità e la sicurezza nelle città dopo i provvedimenti adottati contro i lavavetri ai semafori
dall’Amministrazione Comunale di Firenze, e dopo la decisione di
Confindustria, dopo le recenti intimidazioni ai danni di alcuni
imprenditori siciliani, di espellere gli associati che pagano il pizzo
o che mantengono rapporti con Cosa Nostra.
Un dato in Sicilia emerge
chiaramente: i due terzi dei siciliani dichiarano di sentirsi poco o
per niente sicuri nelle città in cui vivono. È questo uno dei risultati
del sondaggio online condotto dall’Istituto di Ricerche Demopolis dal 5
al 18 settembre, in collaborazione con il quotidiano La Sicilia.
La
percezione di insicurezza aumenta sensibilmente nel Catanese (80%), mentre sembra un po’ meno evidente nelle altre
province. Ma cosa preoccupa i
cittadini? I siciliani temono soprattutto
episodi di violenza o aggressione (41%), la possibilità di essere
scippati o rapinati per strada (28%) o di subire un furto in casa
(23%). Naturalmente, le paure mutano a seconda dell’età, del sesso e
del luogo in cui si vive. I lettori de “la Sicilia” online si
dividono sul provvedimento adottato lo scorso agosto dal Sindaco di
Firenze nei confronti dei lavavetri che affollano i semafori della
città. Il 44% ritiene sia giusto applicare soltanto una sanzione
economica a scopo dissuasivo; il 26% approva in pieno la decisione e
crede sia corretta la denuncia penale per l’eccessivo fastidio arrecato
agli automobilisti; quasi un terzo degli intervistati ritiene invece
tale ordinanza del tutto ingiusta: perché non danno fastidio alcuno
(22%) o perché rappresenta un mero atto di razzismo (8%).
Opinioni
difformi, da parte degli intervistati online, anche sulla decisione di
Confindustria Sicilia di espellere gli associati che pagano il pizzo o
che hanno rapporti con la mafia: il 27% si dichiara perfettamente in
linea con la decisione del direttivo di Confindustria; il 40% pensa che
sia una giusta presa di posizione ma, di fatto, poco utile nella lotta
contro il racket.