L'associazione Vittime della
Mafia organizza per domenica 9 alle ore 16, presso il Salone delle
Bandiere di Palazzo Zanca a Messina, un'assemblea pubblica dal tema La
crisi della giustizia a Messina. All'incontro parteciperanno Antonio Di Pietro (Italia dei Valori), Sonia Alfano (presidente
dell'associazione), Giuseppe Lumia (deputato Pd ed componente della
Commissione parlamentare antimafia), Biagio Parmaliana (fratello del
professore Adolfo morto suicida un mese fa), Fabio Repici (avvocato) e
Giambattista Scidà (giudice).
“Siamo sinceramente preoccupati per le minacce giunte al Sostituto
Procuratore Laura Vaccaro e per la pericolosa situazione di insicurezza
nella quale versa la sua persona”. Lo affermano in una nota i
componenti dell’ Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, per
voce del presidente Sonia Alfano. “Le minacce giunte alla dottoressa
Vaccaro - proseguono i familiari nella nota - sono solo l’ennesimo atto
intimidatorio ai danni dei magistrati palermitani titolari di
importanti inchieste contro la criminalità organizzata. Proteggere il
giudice tramite l’assegnazione di una scorta - provvedimento questo che
non è ancora stato preso - è un atto sicuramente indispensabile ma non
sufficiente. E’ necessaria la mobilitazione di tutta la società civile
a difesa della dottoressa Vaccaro e degli altri magistrati della
procura palermitana. E’ in questo senso che la nostra associazione
agirà nei prossimi giorni; faremo quadrato intorno ai magistrati a
rischio e chiameremo a raccolta l’intera società civile che oggi più
che mai ha il dovere di far sentire la propria voce. E’ con ansia e
preoccupazione che invitiamo scuole, università, associazioni ed ogni
altro apparato della società civile a prendere posizione in difesa dei
magistrati palermitani così da mostrare alla criminalità mafiosa da che
parte sta la gente. Ai giudici Vaccaro, Montalbano, Di Matteo,
Piscitello, Licata ed a tutti i magistrati che con rigore e dedizione
svolgono il proprio dovere, esprimiamo la nostra più sentita vicinanza
e gratitudine per il lavoro svolto”.
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