03 ott, 2023

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Curiosità dal Web

La tecnologia va avanti, tanto avanti da ingannare anche i più esperti in determinati campi. Ed è successo che grazie alle immagini di Google Earth si era arrivati a urlare che era stato svelato il mistero di Atlantide. Alcuni esperti erano convinti di aver individuato la mitica città sommersa: un'area grande come il Galles e solcata da linee parallele che ricordano delle strade e situata a circa 5000 metri di profondità al largo delle isole Canarie. La stessa Google ha però avvertito che si tratterebbe semplicemente delle tracce sonar lasciate dalle navi che scandagliano i fondali.

Ad indirizzare i ricercatori verso il ritrovamento di Atlantide è stato proprio l'avvistamento dell'inspiegabile griglia in fondo al mare su Google Ocean, un'estensione del motore di ricerca che consente la visualizzazione subacquea degli abissi. Il gigante di internet ha però anche avvisato che la risoluzione delle immagini oceaniche di Google è assai minore di quella delle zone terrestri.

Una delusione per il tabloid britannico Sun, che sottolineava come l'avvistamento dell'ingegnere aerospaziale, Bernie Bamfordsi, si trova più o meno dove molti mitologi pensano l'avesse localizzata Platone, il quale aveva localizzato Atlantide al di là delle colonne d'Ercole. "Il sito è uno dei luoghi più importanti per la proposta di localizzazione di Atlantide - aveva spiegato il dottor Charles Orser, archeologo dell'Universitàdello Stato di New York -. Anche se non abbiamo riferimenti precisi, l'ipotesi merita sicuramente uno sguardo da vicino".

La realtà è stata ben più prosaica delle leggenda della città che, stando al filosofo greco, affondò in un solo giorno dopo avere fallito l'invasione di Atene approssimativamente nel 9600 a.C. Da allora il suo fascino è rimasto intatto e, finora, nessuno è riuscito a localizzarla con sicurezza.

fonte:tgcom

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Notizie

Conta più di 100 milioni di iscritti in tutto il mondo, ci sono tutti: vecchi, giovani... il tuo vicino di casa a cui non hai rivolto la parola per trent'anni ed improvvisamente te lo ritrovi "amico" su Facebook, lo zio d' America che li ha anche imparato ad usare il computer e ti ritrova dopo quarant'anni di assenza dal paesello....grazie a Facebook.

Ma perchè tutti si iscrivono a facebook? Non lo sa nessuno. E forse non è così importante saperlo, mentre sarebbe oppurtuno conoscere perchè è bene non essere iscritti.
La rete ci da alcune indicazioni importanti su cosa si nasconde dietro il grande successo di facebook. Qualche punto essenziale del perchè non bisogna iscriversi:

1) Facebook riduce la produttività: iscrivendovi a Facebook, dovrete sopportare le continue email che vi intaseranno la casella di posta elettronica e vi distrarrano dalla vostra produttività.
Sicuramente non avete mai pensato, prima di iscrivervi a Facebook, che nella vostra vita fosse così importante sapere chi vi ha rapito virtualmente, o chi vi ha tirato una palla di neve virtuale. Quindi,se avete un lavoro in proprio ed i vostri guadagni dipendono dalla vostra produttività su Internet, non iscrivetevi assolutamente a questo social network.

2) Marketing: Facebook ci inonda inconsapevolmente di pubblicità, credendo di ammazzare il nostro tempo con i vari giochini, in realtà stiamo fornendo i nostri gusti e le nostre abitudini alle aziende che ci bombarderanno a loro volta di pubblicità.
E' notizia recente che i general manager del social network hanno intenzione di renderlo una piattaforma di marketing. Non avevamo dubbi!!

3) Privacy: Chiunque abbia usato un forum, un blog, youtube o una delle tante altre meravigliose applicazioni di internet, sa bene che vi è la possibilità di apparire semplicemente come un utente anonimo, un semplice nickname. Su Facebook, invece, c'è l'obbligo di inserire il vostro nome e cognome. In pratica, su Facebook devi essere una persona reale e rintracciabile in rete.
Se non avete settato bene le vostre impostazioni sulla privacy dalle opzioni, chiunque digitando il vostro nome e cognome seguito dalla parola "Facebook" sui motori di ricerca, potrà accedere ad una pagina pubblica, e (cosa ancor più grave), consultabile anche dai non iscritti al social network, dove viene mostrata la foto del vostro profilo, i vostri amici ed i gruppi a cui siete iscritti. Insomma, quasi tutta la vostra vita "privata" virtuale. E poi, a chi non è capitato di essere stato taggato in una foto orrenda, magari, scatattavi a tradimento, o, in una situazione un pò ambigua che non avreste mai voluto condividere con nessuno... tristissimo vedere apparire quelle foto sulla bacheca, in un istante tutti sapranno come ti sei ridotto la sera prima.

4) Cancellarsi è quasi impossibile: pochi sanno che per cancellarsi bisogna iscriversi!! Diciamo solo questo perchè è lunghissima la procedure per eliminare informazioni personali, foto, commenti e articoli. Un impresa solo per chi internet (e facebook) lo conosce bene. L'unica cosa che vi diciamo è che per cancellarsi, un paradosso, bisogna iscriversi. Magari più avanti, in qualche altro articolo, vi spiegheremo come fare ad eliminare il vostro account e tutte le vostre informazioni "private".

5) Dipendenza: Facebook crea dipendenza, e vi stimola ad accedervi continuamente a causa delle continue email che riceverete... ore ed ore passate a parlare con amici che potreste tranquillamente incontrare al bar davanti ad una birra ghiacciata, come ai vecchi tempi.
Quindi, se già le vostre dipendenze quotidiane vi bastano e vi avanzano... non iscrivetevi a Facebook.

6) Il Complotto: lo abbiamo lasciato per ultimo. Ma è il primo motivo per non iscriversi al social network più amato del XXI secolo. Una delle società che ha investito maggiormente in Facebook è la Greylock Venture Capital, che, a sua volta, ha come maggiore azionista Howard Cox, dirigente di un'altra società legata in maniera molto stretta niente poco di meno che, alla polizia più potente del mondo, la famigerata Cia.
Magari, volendo proprio pensar male, quest'ultima sarebbe fortemente interessata a schedare in un unico database centinaia di milioni di persone e conoscerne così: interessi politici, religiosi e commerciali... solo una ipotesi, ma, come diceva qualcuno, "a pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca".

Quindi, se avete qualcosa da nascondere, non iscrivetevi a Facebook, o, se proprio volete esprimere le vostre sensazioni liberamente e restare in anonimato, apritevi un blog o un myspace, che garantiscono maggiormente la vostra bene amata riservatezza.

Ormai, direte, se già siete iscritti, è troppo tardi. Concordo in pieno. Ma possiamo ancora salvare qualcuno.

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Notizie

Sarebbero trentamila le palme attaccate in Sicilia dal punteruolo rosso. Il triplo rispetto alle diecimila finora considerate. Lo sostengono i ricercatori della facolta' di Agraria dell'universita' di Palermo, secondo cui su una palma che manifesta i sintomi della presenza del coleottero, ce ne sono altre due gia' malate ma ancora asintomatiche. La scoperta aggrava dunque una gia' drammatica situazione per la quale la Regione ha appena chiesto lo stato di calamita'. "Le palme che mostrano i segni del punteruolo rosso - sostiene Stefano Colazza, ordinario di Entomologia agraria del dipartimento di Scienze entomologiche dell'Università - sono soltanto la punta dell'iceberg, difficile credere che in questo momento ci siano in Sicilia palme sane. Il rischio e' di perdere completamente il patrimonio naturalistico e paesaggistico dell'Isola".

Con l'obiettivo di individuare strategie comuni nell'ambito del Mediterraneo per limitare la diffusione del punteruolo, e' stato appena firmato un protocollo d'intesa tra gli istituti di ricerca degli atenei di Palermo e Catania e strutture di ricerca israeliane. Disponibilita' ad aderire e' stata data anche dall'Egitto, Paese da cui probabilmente e' partita la diffusione dell'insetto in tutto il Mediterraneo. L'universita' palermitana ha avviato l'anno scorso il progetto "Fitopalmintro", finanziato dall'assessorato regionale all'Agricoltura e volto a formulare una diagnosi precoce e una cura per le palme attaccate dal parassita. Si punta su ricerche biochimiche e biomolecolari del punteruolo rosso per scoprirne i segreti genetici e le eventuali differenze tra gli esemplari che hanno colpito le palme della Sicilia orientale e quelli presenti nella parte occidentale. Pe ora si praticano l'endoterapia (ovvero l'introduzione a una certa pressione atmosferica di prodotti chimici gia' sperimentati in laboratorio con risultati incoraggianti) e la dendrochirurgia, cioe' il risanamento meccanico delle palme attraverso il taglio dei tessuti invasi da larve e punteruoli, che si e' dimostrata in alcuni casi risolutiva.

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Si chiama Raimondo Caci, ha 26 anni, ed è di Montagnareale, il vincitore del Bouquet Sanremo Young, la gara dei giovani flower designer che si è disputata al Festival dei Fiori di Sanremo. L'anno prossimo parteciperà di diritto al Concorso Bouquet Sanremo e potrà diventare - vincendolo - il fiorista del Festival della Canzone.

Raimondo Caci fa il fiorista da 5 anni, ha cominciato quasi per caso, ma si è ben presto appassionato del mestiere, seguendo i corsi del Laboratorio di Idee di Carmelo Antonuccio (una delle scuole più rinomate d'Italia). Questa era per lui la seconda partecipazione al Concorso Bouquet Sanremo Young.
A fianco, la foto dell'opera vincitrice presentata da Raimodo Caci.

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