Forte Cavalli fa parte dei 24 forti del Campo Trincerato di Messina, costruito dallo Stato Maggiore dell’Esercito tra il 1883 e il 1902, con lo scopo di difendere parte del territorio meridionale dai continui sbarchi francesi impegnati in quel periodo in una politica espansionistica coloniale verso la Tunisia.

Questa opera fortificata, capace di resistere al terremoto del 1908 superò indenne le due guerre mondiali, una volta dismesso dalla Marina Militare nel 1954, ha subito un lungo periodo di abbandono e di degrado.

Dichiarato bene storico-artistico, il Forte è stato recuperato e reso riutilizzabile alla collettività grazie all’Associazione “Comunità Zancle”-ONLUS, che lo ha ottenuto in concessione demaniale nell’anno 2000. Il lavoro dell’Associazione ONLUS, mira a restituire alla città un pezzo di storia dimenticata e a riconquistare spazi artistici e culturali, porta finalmente i suoi frutti.

Contro ogni più rosea previsione, Forte Cavalli è oggi sede di iniziative che coinvolgono scuole, famiglie, ragazzi e cittadini desiderosi di riappropriarsi di un patrimonio che appartiene ad una città privata della sua storia dal terremoto del 1908 e desiderosa di riconquistare l’immagine dignitosa che le compete per il suo passato e per la sua invidiabile posizione climatica e geografica nel Mediterraneo. Nella Piazza d’Armi del Forte è stato collocato il più grande cannone italiano della II Guerra Mondiale (16 tonnellate per 10 metri di lunghezza), donato dal Ministero della Difesa e dichiarato Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre.

Il Museo Storico di Forte Cavalli, unico per tipologia in tutta la provincia di Messina, con un flusso di oltre 2.500 presenze in un anno di attività, è diventato una meta importante per i turisti e le scuole della provincia.

Non sono poche le persone che ignorano l’esistenza delle numerose strutture militari, per la maggior parte perfettamente integre, che rappresentano concrete testimonianze del nostro passato battagliero. L’esigenza di difesa era molto avvertita nella città di Messina, città di grande importanza in passato in quanto anello di congiunzione tra la Sicilia e il continente, situata in una  posizione strategica tale da stimolare gli appetiti dei potenti. Messina, dunque, come le altre città,  e forse ancor di più, possiede numerosa vestigia di strutture architettoniche di tipo militare, appartenenti a varie epoche, a partire dall’età classica fino alla fine dell’Ottocento: è senz’altro un patrimonio architettonico ancora imponente, ma, purtroppo, minacciato da un’espansione edilizia del tutto priva di criteri. Forte Cavalli è ancora uguale a come, nel lontano ‘800 assumeva funzione difensiva. Primo del Forti del Sud controllava la vista sulla Jonio e ancor oggi si ammari l’ ampia visuale che lo rende uno dei posti panoramici più spettacolari della città di Messina.

Era dunque la fortificazione posta a difesa dell’accesso meridionale dello stretto, da incursioni provenienti sia dall’alto che dal basso Ionio.

Sorge in linea d’aria quasi di fronte alla città di Reggio Calabria.

L’opera è tutto sommato in buono stato di conservazione, non ha subito danni durante il secondo conflitto mondiale, dopo il quale è stata dimessa ed in seguito adibita a deposito esplosivi per una ditta impegnata nei lavori di costruzione dell’autostrada Me – Ct  e poi abbandonata.

La sua pianta è quella classica trapezoidale, con il fossato ben conservato, la caponiera posta sulla destra e l’ingresso centrale a ponte levatoio. Essa è simmetrica e presenta due rampe laterali per salire ai piani superiori, alle cui estremità erano installate le torrette telemetriche in acciaio oggi non più presenti.

L’estensione sulla linea del rilievo, ed in particolare del terrapieno di combattimento sono maggiori rispetto alle altre batterie, date le numerose postazioni di artiglieria, separate da tre riservette munizioni di pronto impiego.

La batteria Monte Gallo/Cavalli è infatti una delle poche ad avere 8 piazzole per obici più due piattaforme semicircolari laterali per i cannoni, tutt’oggi visibili nonostante i lavori di ripiastrellamento subiti nel tempo.  In totale il numero di artiglierie in dotazione, anche se misto è pari solo a quello del forte Masotto ed il forte Petrazza.

Anche quest’opera, come le altre, ha subito diversi saccheggi ed asportazioni, sono infatti sparite ringhiere, elevatori, scale e tutto il materiale ferroso che era possibile prelevare.

Tuttavia i concessionari hanno gradualmente riportato la struttura in buone condizioni, rendendola finalmente fruibile e godibile in tutti i suoi particolari.

 

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