

Il Matrimonio è il patto con cui l’uomo
e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua
natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione ed educazione
della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla
dignità di sacramento. Il Matrimonio quindi come
“intima comunità di vita e di amore coniugale, fondata dal creatore”. Il
can. 1055 §1 esprime questo fatto salvifico con l’immagine letteraria
di elevazione del patto coniugale, da parte di Cristo, alla dignità di
sacramento, immagine che mette bene in luce il principio di identità
ontica fra patto coniugale e sacramento.
Il sacramento del matrimonio si distacca da tutti gli altri sacramenti, con peculiarità fortemente divergenti, interessa qui rilevarne due aspetti:
Il matrimonio è l’unico sacramento nel quale viene assunta come presupposto una realtà creazionale logicamente preesistente, di primario valore umano, vale a dire il patto coniugale, il quale, scaturisce dal più profondo della natura sessuata dell’uomo e della donna. Alla luce di una pura riflessione razionale il matrimonio si rivela come: l’unione stabile dell’uomo e della donna, reciprocamente voluta e realizzata a livello fisico e psicologico, e quindi totale, della loro persona, in vista della propria perfezione e della conservazione della specie. Il matrimonio, in quanto di istituzione divina, oltre alla grazia propria che produce ex opere operato, come gli altri sacramenti, significa l’unione sponsale di Cristo con la Chiesa, la quale non è causata dal sacramento; tuttavia tale significazione estrinseca ha una incidenza teologica e giuridica di immensa portata nella struttura di questo sacramento. Da ciò deriva che il matrimonio è una realtà autonoma che esiste anche fuori della Chiesa, Cristo ha assunto e trasmesso al ministero della Chiesa la realtà terrestre del matrimonio, il mistero cristiano si inserisce in questa realtà con il matrimonio-sacramento. Le due realtà del matrimonio, naturale e sacramentale, per il battezzato si identificano. Pertanto nei battezzati il contratto e il sacramento sono due realtà inseparabili perché lo stesso contratto, o scambio del consenso, è elevato a essere segno dell’unione di Cristo con la Chiesa, sicché per i battezzati sussiste identità tra contratto e sacramento, e il matrimonio dei battezzati si può a buon diritto chiamare contratto sacramentale.
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Il miracolo è il
fiammifero che può accendere la lucerna della fede, ma senza l'olio
della buona volontà dell'uomo Dio non vuole fare alcunché. Il lumino
dello Spirito Santo immesso in noi dal Battesimo deve essere
alimentato, e se non è alimentato si spegne. L' occhio appannato dal
sovrappiù consumistico, la mente appesantita dall'orgoglio, il cuore
oscurato dal male, non consentono alle volte di vedere Dio: nel creato,
nelle sue creature, nel suo Evangelo, cioè nella buona notizia che ci è
venuto a portare. E che ci ha confermato con la Morte e Risurrezione di
Gesù Cristo, del Cristo, il Mashìach (parola ebraica che significa Messia).
Segni
straordinari e miracoli che, offerti da Dio per confermare nella fede o
per fare svanire dubbi, aiutano nel cammino verso la Gerusalemme
Celeste, che solamente la fede nel Cristo, nelle Sue parole, nella
salvezza da Lui operata a favore dell’umanità intera, consentiranno di
raggiungere.
“Io sono la via, la verità, la vita.Chi non beve e non mangia del mio corpo non ha in sé la vita eterna”, dice il Cristo.
“Non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio?.
Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai
ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano
che tu mi hai mandato. Lazzaro, vieni fuori! (Gesù, quando ha resuscitato Lazzaro dopo che era morto da 4 giorni. Ndr).
II
miracolo si arresta alla soglia della fede, che per sua natura è sempre
e contemporaneamente dono di Dio e accoglienza libera dell'uomo: in Dio
nulla è costrizione.
A Paray-le-Monial, in Francia, c'è una carta geografica con l'indicazione di 132 luoghi, sparsi nel mondo, dove si sono verificati miracoli eucaristici
nel corso dei secoli. Prodigi che aiutano i dubbiosi, ma anche quanti
si gloriano del nome cristiano. E ci si può gloriare del nome
cristiano, solo se e nella misura in cui si porta scolpito nella mente
e nel cuore il riflesso della gloria di Dio, l'impronta della sua
sostanza: la dignità filiale, che consiste nella dolcezza, nella
tenerezza, nell'essere verità.