Venticinque anni fa, un bus carico di passeggeri uscì di strada percorrendo una strada a strapiombo sulle Ande Boliviane. Ben 100 persone trovarono la morte cadendo dalla scogliera e schiantandosi nelle pareti del canyon sottostante.
L’autista
non era ubriaco, non stava percorrendo la via a velocità eccessiva, non
aveva sterzato in modo spericolato. Non aveva nulla da rimproverarsi se
non una scarsa esperienza di guida.
La sua era stata un’imprecisione che tutti i guidatori privi di
particolare abilità commettono ogni giorno. Ma la strada era talmente
ostica e pericolosa da non consentire il minimo errore. Non tutte le
strade sono uguali. Alcune permettono di sbagliare. Altre no. La via degli Yungas in Bolivia non perdona nulla.
Anche
se quello appena descritto resta il più terrificante incidente della
storia della nazione sudamericana, non è di certo stato l’ultimo.
Nel
mondo esistono diverse strade che non vanno prese alla leggera. Che sia
per la presenza di curve a gomito, buche, improvvisi allagamenti,
traffico disorganizzato e caotico, nebbia o terrificanti burroni, il
risultato è sempre lo stesso: centinaia di morti ogni anno. Ecco le
impressionanti immagini delle 10 strade più pericolose del mondo secondo la classifica stilata dall’organizzazione no-profit Safe International Road Travel.
"Corsia
insanguinata", "strada per la morte" e "sentiero del massacro" sono
solo alcuni dei poco rassicuranti soprannomi con cui l'organizzazione
no-profit Safe International Road Travel.
Al primo posto di questa poco lusinghiera classifica la Via degli Yungas,
in Bolivia: un serpentone di 56 chilometri che si snoda tra le Ande e
che gli abitanti del luogo chiamano familiarmente "Strada della morte".
Ogni anno vi perdono la vita dalle 200 alle 300 persone.
Il fondo è sterrato, il piano stradale stretto, i parapetti assenti, le pendenze a volte molto pronunciate. Il tutto a strapiombo
su un profondo burrone dove non è infrequente una fitta nebbia. Il
percorso è scandito da croci e fiori che ricordano le vittime e fanno
da monito ai viaggiatori in transito.
La seconda strada più lunga del Brasile è la Br-116 che, passando per Curitiba e San Paolo, conduce a Rio de Janeiro.
La porzione di strada tra Curitiba e San Paolo è chiamata "Rodovia (=
strada statale) da Morte". Un nome tristemente azzeccato: passando
attorno - e a volte anche attraverso - a una ripida scogliera, la
Br-116 equivale a un pericoloso giro sulle montagne russe. Ogni anno
sono decine le vittime di incidenti mortali.
Basta guardarla dall'alto per capirne la pericolosità.
La strada che collega la regione cinese dello Sichuan
al Tibet, pur trovandosi in una delle aree meno popolare della
Repubblica Popolare, ha la più alta percentuale di morti per incidenti
stradali.
La Panamericana,
un sistema integrato di strade che si sviluppa per oltre 25mila
chilometri lungo la costa pacifica del continente americano, è la più
lunga strada "carrozzabile" del mondo: tanto da meritare un posto
perfino tra i Guinness dei Primati.
Il tratto più pericoloso si incontra in Costa Rica, nelle "Colline della morte". Ripide discese, salite improvvise, curve a gomito e allagamenti improvvisi sono alla base di centinaia d'incidenti ogni anno.
Ogni anno milioni di turisti scelgono la Croazia
per le loro vacanze. Il percorso per raggiungere quegli splendidi lidi
è però lungo e tortuoso e passa per una strada costiera tutta curve che
si è guadagnata il quinto posto in questa classifica.
Sotto accusa non c'è però solo la particolare conformazione e scarsa
linearità della strada: molti degli incidenti si verificano per l'alta velocità, particolarmente pericolosa nel caso di strettoie e curve.
Stai progettando una vacanza in Ecuador? Sappi che le strade nascondono mille insidie e che la più pericolosa è proprio una delle mete più amate dai turisti: Cotopaxi, il più alto vulcano attivo della nazione.
La strada, tutta buche, attraversa un corso d'acqua "fantasma" che si
allaga in caso di pioggia. Se a questo si aggiungono veicoli
scarsamente manutenuti e autisti poco abili, vivere l'avventurosa
esperienza di un viaggio tribolato nella giungla non sarà difficile.
La strada che collega l'antica città di Luxor nel sud dell'Egitto e Hurghada è una trappola mortale.
La maggior parte dei guidatori non accende i fari
dopo il tramonto, preparando il terreno a un numero inquietante
d'incidenti mortali. Purtroppo ancor più pericolosa della guida a fari
spenti nella notte, è quella a fari accesi. I banditi non aspettano altro segnale per assaltare le auto. E se non lo fanno loro, ci sono sempre i terroristi: il loro attentato più sanguinoso risale al 1997 e costò la vita a 62 turisti tedeschi in visita a Luxor.
L'A44, in Inghilterra, collega Oxford
ad Aberystwyth. La strada a 2 corsie è stata teatro di tanti e tali
incidenti da aver meritato videocamere di sorveglianza per il controllo
della velocità e per incoraggiare i guidatori a essere più cauti.
E su una strada in cui il 25% degli scontri è frontale, un più alto grado di attenzione sarebbe davvero auspicabile.
Nonostante i suoi 400 anni di occupazione, l'impero ottomano non conquistò mai una piccola regione montuosa nel centro della Grecia, chiamata Agrafa. Il potere militare e politico non gli mancava. Semplicemente non avevano un modo per arrivarci.
Le strade erano pericolosi sentieri tortuosi. E lo sono ancora oggi.
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