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Ore 5.21. I pennini sui tabulati degli
osservatori sismici iniziano a traballare, impazziti. Neanche 40
secondi di terrore e le città di Messina e Reggio Calabria quasi rase
al suolo, travolte da un terremoto del 7.1° grado della scala Richter.
E poi un maremoto. Era il 28 dicembre del 1908, la terra tremò, il mare
anche uccidendo 100mila persone. Si è sempre pensato che fosse stato il
terremoto a scatenare l'ira del mare. Oggi invece la scoperta che
ribalta ogni previsione. E' stata una frana sottomarina, e non il
terremoto a creare lo tsunami.
Alcuni ricercatori hanno analizzato in modo integrato i risultati delle
ricerche piu' recenti sul terremoto del 1908 e rielaborato - attraverso
una tecnica di tracciamento delle onde di maremoto - i dati riportati
in un libro del 1910 del geografo studioso Mario Baratta ("La
catastrofe sismica calabro-messinese", Societa' Geografica Italiana),
rintracciando in una frana sottomarina antistante Taormina e Giardini
Naxos la causa piu' plausibile per lo tsunami del 1908. A cento anni di distanza le cause del terremoto e dello tsunami che il
28 dicembre 1908 colpirono le coste dello Stretto di Messina causando
circa 100 mila morti e distruggendo intere citta' sono ancora ignote o fortemente dibattute. Come
per lo tsunami di Sumatra del 2004, molti studiosi erano convinti che
la causa di quello di Messina fosse il terremoto stesso, ovvero lo
spostamento che il fondale marino subi' lungo la faglia che produsse il
terremoto. La soluzione di questo dilemma e' stata trovata da un gruppo
di geologi dell'Universita' Roma Tre (Andrea Billi, Renato Funiciello,
Liliana Minelli e Claudio Faccenna) e di geofisici dell'Universita' di
Messina (Giancarlo Neri, Barbara Orecchio e Debora Presti).
La localizzazione dello tsunami. Gli
studiosi hanno stabilito che lo tsunami si è generato a circa 80-100 km
a sud della città di Messina, esattamente nel tratto di Mar Ionio
antistante Taormina e Giardini Naxos. Si spostò una quantità di roccia
di circa 20 chilometri cubi, un pò più grande rispetto a quella che nel
2002 provocò l'onda anomala a Stromboli.
Il segreto in un libro del 1908. E'
stato il calcolo della velocità dell'onda e il tempo impiegato da
questa a raggiungere la coste ad aiutare i ricercatori nella scoperta.
L'onda viaggiava a non meno di 100 chilometri orari. Fondamentali sono
stati i dati storici pubblicati nel 1910 dal geografo Mario Baratta nel
libro "La catastrofe sismica calabro-messinese" pubblicato dalla
Società Geografica Italiana. Baratta con interviste condotte in 30
centri abitati lungo le coste siciliane e calabresi dello stretto di
Messina, aveva stabilito che lo tsunami era avvenuto fra 8 e 10 minuti
dopo il terremoto. Un tempo troppo lungo per ipotizzare nei pressi di
Messina la sorgente dello tsunami, la cui velocità difficilmente fu
inferiore a 100 km orari.
Prevenzione. Indagini
oceanografiche, carotaggi, dati sismici e sulla orfologia sono le
tecniche di analisi che permetteranno di conoscere e controllare le
zone a rischio.
La scoperta verrà pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, edita dall' Unione Americana di Geofisica.
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