Il discorso integrare di Mons. Calogero La Piana ai Messinesi nel giorno della vigilia di Natale
«Carissimi,
desidero far giungere a tutti il mio fraterno saluto insieme agli auguri di serenità e di pace.
Il Natale celebra il mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio,
"fatto uomo per noi uomini e per la nostra salvezza", evento di grazia
che ha cambiato la storia dell'umanità. La nostra Città di Messina
ricorda quest'anno il centenario del disastroso evento del terremoto,
quei pochi ma interminabili secondo in cui, rasa al suolo, è privata di
tutto: porto, ferrovia, chiese, palazzi, strade. Azzerata la stessa
organizzazione della vita civile, militare, sociale, culturale e
religiosa. Decine di migliaia di morti e feriti, macerie ovunque. E di
contro, l'impressionante solidarietà del mondo intero: forze
dell'ordine, italiane e straniere, volontari provenienti da ogni parte
d'Italia, istituzioni e cittadini generosi di ogni età e ceto sociale.
Carissimi, la memoria centenaria del tragico evento del 1908 avviene in
un momento difficile. In Città e in Provincia viviamo il dramma della
precarietà, della incertezza e della stessa perdita del lavoro. Troppe
le famiglie che faticano a vivere dignitosamente. Cresce il numero dei
poveri. E sono ancora in tanti ad attendere un tetto sicuro dove
ripararsi dal freddo e dalla pioggia, dal vento e dalla "nudità". Con i
disagi e i danni provocati dalle alluvioni (Falcone, e non solo),
continua a piovere sul bagnato. Unisco il mio grido con coloro che
invocano assistenza e chiedono di non essere abbandonati da chi ha il
dovere di intervenire. Esprimo piena solidarietà auspicando risposte
concrete dalle Istituzioni preposte a garantire i diritti degli uomini
e a farsi carico dei poveri e degli emarginati.
Volgendo lo sguardo attorno: crisi economica mondiale, recessione,
offuscamento dei genuini valori umani, crollo di tante certezze.
Scandali per illegalità e immoralità. Numerose le tenebre che avvolgono
i rapporti tra i popoli, ma anche le relazioni all'interno di comunità
e di un numero sempre crescente di famiglie. Si estende a dismisura
l'ombra dell'incertezza e del disorientamento. Vengono meno i punti di
riferimento.
Non è anche questo, miei cari, un autentico terremoto che sconvolge la
vita di milioni di persone? Non crollano di certo le case e i palazzi,
ma si frantuma il tessuto civile, sociale, culturale, spirituale e
morale. Siamo dinanzi ad un mondo da ricostruire.
Su quali basi? Su quali certezze?
Un grido risuona con insistenza dalla liturgia dell'Avvento: "Coraggio, non temete, viene il Signore".
Il Signore viene per instaurare un regno di giustizia, di amore e di
pace. Viene per essere solidale con l'umanità. Viene per abitare in
mezzo agli uomini ed arricchirli della sua stessa vita: "Dio si è fatto
come noi per farci come Lui".
Carissimi, insieme alla piena solidarietà di Dio, il mistero del Natale
ci indica la via della semplicità, della sobrietà e della rinuncia.
Dio, spogliandosi delle stesse prerogative divine, condivide la vita
dell'uomo, vive la condizione dei poveri. Non dovremmo forse imparare
ad accontentarci e gioire dei tanti beni e valori, delle "piccole cose"
presenti nella nostra vita? Rinunciare a tutto ciò che sa di apparenza,
di vanità, di voglia sfrenata di piacere e di consumo? Distinguere le
vere dalle false esigenze che ci vengono imposte dalla spudorata
propaganda? Saperci privare del superfluo? Educarci all'essenziale, al
vero, al bello, al giusto, a tutto ciò che promuove la dignità della
persona? Smettere di inseguire le mode del momento, frutto di perverse
speculazioni dei pochi "ricchi" che contribuiamo ad impinguare con la
sciocca pretesa di bellezza esteriore e di terrena felicità?
Il Signore viene e ci indica la strada della sobrietà e della solidarietà per promuovere e difendere la dignità degli uomini.
Coraggio fratelli, non cediamo alla stanchezza e allo sconforto. Non
smarriamo la speranza e la fiducia. Non venga meno la solidarietà che
sempre ha caratterizzato la nostra gente nei momenti tristi e
calamitosi. Maria Santissima, la Madonna della Lettera, non ha mai
smesso di "guardarci con benevolenza", di benedire e proteggere Messina
e i suoi cittadini.
Il Signore Gesù Cristo, "Sole che sorge per rischiarare quelli che
stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte", è venuto per
trasferirci nel suo regno di luce e ci chiede di essere luce per gli
altri: "Voi siete la luce del mondo... Risplenda la vostra luce".
Attraverso la solidarietà e la carità, semplice e fattiva, di quanti
desiderano impegnarsi per divenire "trasparenza luminosa di Cristo", un
raggio della luce divina raggiunga voi cari fratelli, poveri, ammalati,
anziani abbandonati, giovani smarriti, famiglie in difficoltà, fratelli
immigrati non sempre accettati ed accolti.
Il Signore porti pace e calore nel cuore di ogni uomo. Auguri fraterni di Buon Natale e sereno anno nuovo a tutti.
Il vostro Arcivescovo
Calogero La Piana
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