Trattandosi di una realtà fluida e sfuggente – si potrebbe dire di un clima, di un’ambiente, un’atmosfera, un insieme di realtà che hanno fra loro una certa aria di famiglia, ma che presentano anche differenze e contraddizioni –, per favorire una visione globale quanto più fedele possibile, concentreremo la nostra attenzione sul tentativo di una quadruplice definizione di questo fenomeno rispettivamente in una descrizione di natura psicologica, storica, sociologica e dottrinale.
Il
New Age può essere anzitutto descritto in chiave psicologica come uno
stato d’animo: come la sensazionecondivisa da un numero socialmente significativo di persone di essere
entrati in un’epoca nuova, che è
contrassegnata da cambiamenti radicali e qualitativi non in uno solo,
ma in tutti i settori della vita dell’uomo. I cambiamenti scientifici dovrebbero provocare
una catena inarrestabile di cambiamenti globali a cui nessun campo di
attività dell’uomo dovrebbe sfuggire.
Il filosofo della scienza Thomas Kuhn (1923-1996) sosteneva che quando nella scienza non sono soltanto singole «teorie», ma interi «paradigmi» a cambiare, si determina una «rivoluzione». Il New Age non è solo l’attesa profetica di un’ età nuova né si riduce a un rinnovato interesse per il mondo occulto, esoterico o inconscio, perché ne fanno parte allo stesso titolo movimenti di rovesciamento dei «paradigmi» in campo politico, economico e morale.
Dal punto di vista astrologico l’idea dell’ evo nuovo (o della «nuova
era») si fonda sulla versione moderna della teoria della precessione degli equinozi, per la quale il sole
cambierebbe di segno zodiacale ogni 2160 anni. L’elaboratore moderno di
questa teoria è stato l’esoterista francese Paul Le Cour (1871-1954), con la sua opera del 1937 L’ Era dell’Acquario. Il segreto dello Zodiaco,
il futuro prossimo dell’umanità, secondo cui l’ Età dei Pesci, iniziata
approssimativamente verso l’anno 1 dopo Cristo, dovrebbe cedere il
passo all’Età dell’Acquario verso l’anno 2160 (in seguito sono stati
proposti altri calcoli e l’ingresso nell’Età dell’Acquario è stata
fissata in numerose date fra il 1920 e il 2300).
È appena il caso di ricordare che, su un altro versante, secondo la tradizione della legge dei cicli dell’umanità, che si ritrova nella maggior parte delle grandi civiltà, indiane, greche, egiziane, sumere, indù, cinesi , quest’ultima sarebbe arrivata oggi al punto di passaggio dall’ Età del Ferro all’ Età dell’Oro. La serie di coincidenze cronologiche e l’identificazione del simbolo astrologico dei Pesci con il pesce come simbolo di Cristo – secondo l’acrostico Ix™uß (Ichtús, «pesce»), che dà origine all’invocazione «Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore» – rendevano facile l’associazione fra l’Età dei Pesci e l’era cristiana, e la successiva Età dell’Acquario con un era in cui sarebbe apparso qualcosa di radicalmente nuovo rispetto al cristianesimo. Se, come ha osservato lo storico dell’esoterismo Robert Amadou, una serie di autori precedenti avevano influenzato lo schema di Paul Le Cour, va notato come per Le Cour l’Età dell’Acquario sarebbe stata caratterizzata da un nuovo cristianesimo, non più gerarchico sotto il segno di San Pietro, ma spirituale ed esoterico sotto il segno di San Giovanni.
Negli anni 1960 anche le canzoni giovanili cominciarono a inneggiare a questa nuova era:
Armonia, lealtà, chiarezza
Simpatia, luce e verità...
Nessuno ne sopprimerà la libertà!
Nessuno ne imbavaglierà lo spirito!
La mistica ci consentirà di comprendere
E l’uomo imparerà di nuovo a pensare
Grazie all’Acquario! Grazie all’Acquario!
Il New Age si pone come movimento di risveglio, nell’area
culturale di lingua inglese, non più del mondo cristiano ma del mondo
laico se non laicista.Gli ambienti massonici e
teosofici, in particolare, denunciavano una preoccupante incapacità di
interpretare i tempi e di svolgere il consueto ruolo di organizzazione
culturale. Nel mondo teosofico il disagio si era tradotto in una serie
di scismi, il più rilevante dei quali era stato promosso da Alice
Bailey (1880-1949).
Già nel 1962, che può essere ritenuta la data più convincente della nascita del fenomeno New Age come oggi lo conosciamo, era stato fondato a Esalen, in California, un centro di incontri e seminari ispirato a simili princìpi; e sempre dagli Stati Uniti arrivò a Findhorn David Spangler, il quale contribuì non poco a far conoscere questa nuova realtà nel continente americano attraverso la pubblicazione dei più influenti manifesti del New Age durante gli anni 1970, favorendo così la successiva diffusione e successo su scala mondiale di una realtà originariamente nata in Europa.
Anche nell’ambito
sociologico questa nuova realtà della galassia neo-religiosa pone diversi problemi, anzitutto
perché non si presta a essere inquadrata facilmente in nessuna della
categorie interpretative normalmente utilizzate per i fenomeni della
nuova religiosità contemporanea (nuove religioni, nuovi movimenti
religiosi, nuovi movimenti magici).
Per facilitare la comprensione
del fenomeno si è fatto dunque riferimento a una categoria indicata con il termine network.
Difficile comprendere che cos’è un network o «struttura a rete». I movimenti sono sistemi sociali con un minimo di struttura, una gerarchia riconoscibile, punti di riferimento sul territorio e nella società quali sedi, giornali, attività che seguono un programma preciso, e così via. I movimenti possono essere politici, culturali, religiosi; benché la magia sia stata considerata a lungo un’attività prevalentemente individuale, sono emersi specialmente nell’ultimo secolo anche gruppi che si possono chiamare «nuovi movimenti magici». Tuttavia, le persone che si riuniscono per condividere interessi comuni non formano necessariamente un movimento.
Può trattarsi
di cerchie amicali molto più informali, che mancano di quel minimo di
struttura necessario perché si possa parlare di «movimento», nel senso
in cui questo termine è utilizzato nelle scienze sociali contemporanee.
Se un gruppo di appassionati di astrologia si incontra periodicamente
per mettere in comune le proprie idee, non si può ancora parlare di
movimento. Da questi contatti, evidentemente, può
nascere un movimento che si dota di strutture e di gerarchie. Ma i
contatti possono anche rimanere informali, e può accadere che si voglia
tematicamente evitare il formarsi di gerarchie e di strutture.
Se continueranno a mancare
elementi di struttura e di gerarchia, ci si troverà di fronte a un
network.
I network hanno spesso bisogno di servizi: libri, oggetti, qualcuno che si occupi di organizzare momenti d’incontro e riunioni. È facile che un network, soprattutto se nuovo, si appoggi ad altri network esistenti per condividerne in qualche modo le risorse, se non altro per ragioni di economia. Questi network sono affini fra loro anche perché è probabile che un certo numero di persone coltivi con sufficiente continuità non uno solo ma due o più fra questi vari interessi e partecipi quindi contemporaneamente a vari network. Fra diversi network, che hanno fra loro un certo grado di affinità, nasce così un «network di network», che è stato chiamato metanetwork.
"Si
tratta di un metanetwork particolare, cresciuto a dismisura perché –
grazie all’atteggiamento psicologico che costituisce il New Age [...] –
il metanetwork New Age può inglobare un gran numero di network diversi,
accomunati dall’idea secondo cui sono in corso, o sono prossime, novità
qualitative e radicali: così ai festival, alle riunioni, ai centri
d’incontro del New Age possono partecipare membri di network tanto
diversi fra loro come l’ecologia, il pacifismo, le medicine orientali,
l’occultismo e la credenza nei messaggi trasmessi da extraterrestri. Ma il metanetwork rimane un network e non un movimento: continua a non
avere forme di appartenenza rigide, né capi, né un’organizzazione
gerarchica stabilita in modo articolato sul territorio. Le strutture –
che non mancano – sono strutture di servizio – che si occupano, per
esempio, della vendita per corrispondenza di libri e di altri prodotti
– piuttosto che strutture di appartenenza".
Dal
punto di vista dottrinale offrire una descrizione del New Age sembra
particolarmente difficile, tanto più che i suoi promotori si fanno
premura normalmente di spiegare che il New Age non è né ha una
«dottrina».
Volendo perseguire una descrizione di
tipo dottrinale, si dovrebbe piuttosto insistere su un principio di
carattere epistemologico, cioè su una forma particolare di relativismo. L’idea secondo cui non
esiste la verità è purtroppo antica quanto l’uomo. Il relativismo del New Age sostiene
non soltanto che ognuno di noi ha la sua verità, ma che ognuno di noi
può letteralmente creare la sua realtà, di cui quindi sarà autorizzato
a porre i criteri di verità e le leggi. Effettivamente, nel parlare di
una «visione del mondo» del New Age vi è qualcosa di paradossale, forse
di provocatorio, visto che i portavoce dello stesso affermano
tenacemente che lo specifico del fenomeno è l’assenza di una visione
del mondo e di qualsivoglia dottrina.
E' possibile ricondurre sei temi principali, esplorati più ampiamente nell’opera Storia del New Age 1962-1992 (pp. 85-120), quella trama di fondo costitutiva della «dottrina» del New Age:
• la premessa necessaria per qualunque «visione
del mondo» del New Age è, come abbiamo detto, di carattere
epsitemologico: non esistono verità assolute;
• un secondo elemento
comune è una diffidenza nei confronti dell’idea di «religione»,
sostituita dalla più vaga «spiritualità»;
• per quanto riguarda il concetto di Dio, di cui il New Age parla
volentieri, non si tratta di un Dio personale, ma piuttosto di un
sottofondo cosmico, di un’energia cosmica immanente;
• la visione dell’uomo si riassume nel noto slogan dell’attrice Shirley
MacLaine – che da anni svolge il ruolo di missionaria internazionale
del New Age –: «Noi siamo Dio»;
• relativamente a Gesù Cristo, il New Age preferisce riferirsi a «il
Cristo», quella scintilla divina che è in ciascuno di noi e che può
essere risvegliata attraverso la molteplicità di tecniche che il New
Age insegna;
• il sesto tema unificante è il rifiuto della nozione di peccato,
sostituita da quella di malattia, che può essere superata con un
generale cambiamento di coscienza che risolverà i problemi del mondo.
Questo studio è stato tratto dal tascabile
“New Age”, ed. AdV, Falciani Imprunete (Fi). Fonte : maran-ata.it
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