Sul sagrato della Chiesa cominciano a radunarsi a partire dalle 22.30. Arrivano prima i ragazzi, zaino in spalla e la forte emozione di un’esperienza nuova dipinta in volto. Subito dopo i fedeli più adulti, ormai avvezzi a quella mistica passeggiata notturna su fino alla cima della sacra montagna della Madonna di Dinnammare. Il monte, sulla catena dei Peloritani, gode di una vista spettacolare sui due mari, lo Jonio e il Tirreno e proprio dal termine latino “bimaris” prende il nome. Il racconto si perde nella notte dei tempi. Nessuno sa chi e quando costruì la prima, piccola chiesetta che si erge sul monte. Certo é che, come dice Monsignor Giovanni Cara, autore di un piccolo opuscolo sulla dedizione alla Madonna del monte, «sulla cima di Dinnammare, in tempi remotissimi, sorgeva una specola o torre, da cui le sentinelle spiavano le mosse del nemico che veniva dal mare. Cessate le guerre, i messinesi decisero di porre “miglior sentinella” alla città ed eressero una chiesa dedicata alla singolar protettrice di Messina, la Santissima Vergine Maria».

E ancora oggi, come da almeno tre secoli, in più di 1500 si radunano il 3 agosto a Larderia Inferiore, nella chiesa di San Giovanni Battista, culla e custode di un culto che costituisce una delle principali tradizioni religiose messinesi. A mezzanotte la processione comincia: non sono solo abitanti di Larderia, ma anche fedeli di paesi vicini, ad accompagnare il quadro della Madonna di Dinnammare, splendida opera di Michele Panebianco, sù per il torrente prima, fino a contrada S. Biagio, a Larderia Superiore, e poi su per i viottoli della forestale, fino a Dinnammare. I devoti si alternano nel portare sulle spalle e sul capo il dipinto, chiuso in una cassetta: m

olti di essi hanno fatto voto alla Madonna di "scortarla" su fino alla cima del monte Dinnammare. La lunga processione, alla luce di lampadine tascabili e flebili fiaccole, arriva all’alba al ripetitore Telecom. E lì, ad attenderla, è il rettore del santuario e parroco di Larderia Inferiore, padre Domenico Rossano, che li accompagnerà fino alla piazza antistante il Santuario.

Su un'antica ma cina di mulino, che funge da altare, viene celebrata le Santa Messe, Una ogni ora, dall'arrivo del Quadro miracoloso sino a tarda sera. 

Sono ormai le nove e fino alla mattina seguente la piccola chiesetta resterà aperta ad accogliere il fiume di pellegrini che vorranno testimoniare la loro fede alla Madonna.

La chiesa, nel 1899 vide la sua ultima ricostruzione, per disposizione governativa. Da quel giorno è stata la pa rrocchia di Larderia ad interessarsi della sua manutenzione, allargandola, di due stanze prima adibite a sagrestia. Di recente, il luogo di culto, è stato ancora  rinnovato e curato principalmente per i servizi destinati ai pellegrini. All'alba del 5 agosto la processione riprende forma per accompagnare l'oggetto di un culto che resiste nei secoli fino a Larderia, per i medesimi passi dell'andata. Di nuovo, dunque, fino a contrada S. Biagio, da dove, questa volta, ripartirà su una vara di legno addobbata di fiori e scortata dai confrati dell’Associazione Madonna di Dinnammare e dal popolo di fedeli. Resterà per le strade, festeggiata dai bambini e dagli adulti, fino a prima di mezzanotte, quando verrà riportato dentro la chiesa di San Giovanni Battista. Caratteristica ed emozionante l'ingresso tra le navata della Chiesa della vara della Madonna festeggiata con canti. Il sentito urlo "Viva Maria" dei fedeli mette e brividi facendo vivere sensazioni indimenticabili di devozione.

Il pellegrinaggio al monte Dinnammare si svolge anche la prima domenica di settembre. I devoti alla Santa Icona della Madonna concedono alla Santa Vergine un'altra passeggiata verso la sua casa che, anche se il Quadro viene conservato nel periodo invernale nella parrocchia di Larderia,  rimane sempre la piccola chiesetta sulla cima del Monte Dinnammare. Era troppo manifesto che la Madonna volesse stare lassù, in cima al monte quasi ad osservare e proteggere tutta la Città di Messina.

Le Leggende

Su due leggende si fonda il culto della Madonna di Dinnammare. La prima narra di due mostri marini, che emersi dalle acque al largo di Mare Grosso, deposero il quadro della Madonna al cospetto di alcuni pescatori, che versate "lagrime di tenerezza e devotione", portarono il dipinto nella chiesetta di Dinnammare. Prima del 1644, però il quadro venne trafugato da ignoti e sostituito da un altro, si dice ritrovato da un pastorello, "tale Occhino". Intento a pascolare i suoi armenti sul monte, egli trovò una tavoletta di pietra, che riportava l'immagine della Madonna col Bambino tra le braccia. Più volte egli tentò di portarlo a Larderia, ma sempre il quadro sparì per ricomparire a Dinnammare. Fu così che i fedeli decisero di lasciare il dipinto lì dove "la Madonna voleva che rimanesse", e il Santuario divenne meta di pellegrinaggi. Quando, nella notte del 30 settembre 1837, un fulmine distrusse quasi interamente il mezzo rilievo, al suo posto venne realizzata a spese dei fedeli un’altra tavoletta di marmo, e collocata lì dove ancora possiamo ammirarla.

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