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Molti ci scommettevano che potesse accadere perchè, Angelo Cavallo, Vito Di Giorgio e Antonio Nastasi stavano facendo bene, anzi, meglio dire, stavano scoperchiando la pentola dell'imbroglio, del sotterfuggio, della politica corrotta. Messina città massone che sposta magistrati capaci di farci vedere uno spiraglio di luce nel buio, capaci di combattare il malaffare, combattere i potenti (che si dimostrano, ancora una volta, i più potenti), magistrati che sanno fare il loro lavoro ma per questo sono scomodi. Ed ecco la bomba.... Angelo Cavallo, Vito Di Giorgio e Antonio Nastasi vengono trasferiti all'antimafia e, di conseguenza, devono abbandonare tutte le inchieste da loro intraprese. Certo, per loro, una promozione perchè qualsiasi magistrato vuole trattare di mafia ma, nella città dello stretto, la mafia non quella come la si conosce. Qui la mafia è politica, è massoneria. Ed i mafiosi a messina non sono quelli che spacciano, che sparano, che estorgono. Qui i veri mafiosi sono i massoni, quel gruppo privilegiato, non per capacità e legalità, che occupa posti di potere immeritati perchè dati da corruzioni e intrighi. Noi avevamo visto uno spiraglio negli ultimi mesi ma qualcuno ci ha pensato ha "dare un taglio ai nodi che vengono al pettine". I nodi non ci son più perchè il taglio è stato netto prima che il pettine provasse a tirarli via. C'è chi dice che oramai a Messina nessuno si sorprende ma sbaglia, perchè oggi abbiamo ricevuto un'altro bel "pacco" regalo, di Natale.
Cavallo e Di Giorgio, oggi quarantenni, molto temuti
dalla "Messina da bere" (come la si definisce, benevolmente) per le loro inchieste, si sono ripetutamente dovuti scontrare in questi
anni con i poteri nascosti della città. Per chi ancora ha dei dubbi, il sistema della corruzione politica non appartiene al
passato, ma è verità attuale, certificata da intercettazioni ambientali e telefoniche e da fascicoli
giudiziari che continuano ad arrivare al tribunale. Cavallo e
Di Giorgio si insediarono in Procura nel novembre del 1998 dove trovarono come loro capo
Luigi Croce, appena giunto dalla Procura di Palermo, per prendere il
posto di Salvatore Zumbo. E oggi possiamo dire di Cavallo e Di Giorgio che
erano dei predestinati a indagare sulla corruzione nei Palazzi, se
dallo stesso loro concorso è uscito uno come Henry John Woodcock, il
pubblico ministero di Vallettopoli. E a qualcuno hanno fatto le scarpe i nostri amati magistrati, ed ecco che, questo qualcuno, dimostra ancora una volta come in una città corrotta i più potenti sono loro; i Massoni Messinesi capaci di spostare uomini puliti in posti dove non possono far male. Chissà oggi che bella tavolata ci sarà in qualche attico della città; tutti a festeggiare con champagne e pescestocco, alla faccia nostra.
Per fare un esempio Cavallo dovrà lasciare l’inchiesta “Oro Grigio”
quella sulla speculazione edilizia al complesso Green Park di Torrente
Trapani che vede indagati l’ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno e l’avvocato Pucci Fortino.
Ma anche l’ultima inchiesta sul concorso all’Istituto di Medicina del
Lavoro del Policlinico che ha portato alla sospensione per due mesi del
Rettore Franco Tomasello ed all’iscrizione sul registro degli indagati della moglie Melitta Grasso, del presidente della Provincia Nanni Ricevuto ed ancora di Umberto Bonanno.
Vito Di Giorgio lascerà incompiuta la scottante inchiesta relativa alla
convenzione per lo sfruttamento degli stadi S. Filippo e Celeste fra il
Comune ed l' FC Messina. Inchiesta nella quale sono indagati i fratelli
Pietro e Vincenzo Franza, gli ex city manager Gianfranco Scoglio ed Emilio Fragale e l’ex commissario straordinario del Comune Gaspare Sinatra.
Stessa fine per l’inchiesta sul fallimento del FC Messina e sul falso
in bilancio che saranno curate ora dai
colleghi Ciranna, Monaco e Pellegrino.
Il sostituto procuratore Antonio Nastasi si occupava delle inchieste
sugli appalti all’Università di Messina con tanto di intercettazioni
telefoniche. Nastasi avviò l’inchiesta sul
concorso truccato alla facoltà di Veterinaria ed anche quello sulla gestione dei
fondi regionali che nel luglio del 2007 aveva portato all’arresto di
cinque persone, alla prima sospensione del Rettore Tomasello e alla condanna di sei imputati. Ma anche altre sono le inchieste sul mondo accademico condotte da Nastasi ancora in fase
di indagine.
AAAHHH... dimenticavo. Scommetto con tutti voi che questa notizia, che dovrebbe riempire i telegiornali nazionali, non avrà nessuna rilevanza nemmeno nei telegiornali cittadini. Scommettiamo??
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