Scritto da Salvatore
RIFLESSIONI DI UN FEDELE
Ogni anno la notte del quattro agosto, a Larderia si glorifica la Madonna di Dinnammare.
Per gli abitanti di larderia, per gli emigrati di larderia e, per i tanti devoti, quella notte non è mai stata notte.
L’immagine della Madonna si muove dalla parrocchia dopo la funzione religiosa, posta in una cornice di legno decorata di semplicità.
Viene portata a braccio, accompagnata dalla banda musicale e, da una moltitudine di gente con gli occhi umidi dalle lacrime. La vergine unita alla processione, attraversa i villaggi di larderia, arriva così, in contrada S.Biagio. Un breve saluto ed inizia il pellegrinaggio.
Ella si avvia verso il monte, dove un giorno fu portata dal pastorello Occhino.
I devoti non curanti della strada di campagna irta e scoscesa, intraprendono il loro cammino in compagnia della Madonna.
Si cammina con fresca lena e, con il cuore gonfio di gioia. Affacciati alla valle, sul monte s’intravvede una luce, è la nostra cometa.
Giù nel fondo della valle.... che solenne silenzio!
La non arriva la voce del mondo, in quella valle è pace, i miseri affanni, i pettegolezzi, le vanità che spesso ci angustiano sono dimenticati.
Ci si inerpica su quella strada cosi strana e cosi bella, illuminata dalla luna e dalle stelle.
All’alba quando il sole colora la vetta con i suoi raggi, si cammina su per il pendio, tappezzato d’erba tenera, dove un giorno c’erano boschi ricchi di alberi ombrosi da tronchi contorti, ora qualche quercia, con le sue foglie tremolanti al minimo soffio di brezza.
Giù dalle rocce scendono rivoletti, nati da polle sotterranee e da valloni, le acque limpide e gelide contornate da un margine erboso.
Le acque di questi rivoletti, si uniscono e si riversano correndo dai fianchi del monte, per diventare spumeggiante torrente di vita per la nostra valle.
Dopo alcune ore di viaggio, stanchi ma fieri e felici di stare insieme alla Madonna, si arriva al santuario, dove c’è una chiesetta assai modesta, che si innalza sul monte. Il quadro della Vergine venerato da migliaia di fedeli e, circondato da fiori e candelabri, una tovaglia di lino bianca ricamata, sono tutti gli arredi di questo umile altare, che per motivi logistici è posto all’esterno.
Come consola il cuore il pregare in quel santuario remoto, nei giorni di pianto e di sconforto. La quando la sventura imperversa, quando gli amici si allontanano, si trascorrono momenti gioiosi.
E dopo aver recitato la preghiera che ci venne insegnata, ci sentiamo spogliati di ogni dolore e rivestiti di nuove speranze.
Nel breve tempo trascorso in quel santuario, gli angeli del cielo sussurandoci all’orecchio dolci parole, dicono all’uomo che soffre e, che soffrendo si ricorda di Ella, della fede e della speranza. Quando si esce da quella casa benedetta, ci ritroviamo migliori, ci sentiamo più forti a sopportare la nostra croce,a seguire la sua volontà sicuri del suo aiuto.
La mattina del cinque agosto di ogni anno, alcuni fedeli risalgono il monte per riprendere il quadro della Madonna. E’ quasi l’alba e, i fedeli incaricati a svolgere questo servizio, sicuramente saranno stanchi. La loro devozione li rende orgogliosi e felici. Siamo antistante la chiesetta, l’aurora ci illumina col suo rosso bagliore. Dall’altodi questo monte benedetto, l’occhio si spinge lontano ad abbracciare un vasto orizzonte e, una meravigliosa bellezza si rivela alla nostra vista.
Ad est dove il sole sprigiona i suoi primi raggi, osserviamo estasiati lo stretto di Messina, con le sue navi traghetto, che ininterrottamente navigano, trasportando treni, auto e turisti.
Ad ovest, retrostante la chiesa, osserviamo incantati la fascia tirrenica che ci offre la meravigliosa visione delle isole eolie.
A sud osserviamo il vulcano Etna,”the big mountain off ire”(la grande montagna di fuoco) così mi disse una ragazza inglese. Con la sua cima innevata e il perenne filo di fumo, il monte domina la Sicilia e, anche a distanza incute timore.
A nord, la nostra vista si perde verso la Calabria, che lontano all’orizzonte il mare si confonde con una tinta sola, con il cielo.
Tutto questo è superbo, superbamente bello.
Questo monte, è solcato in tutti i suoi punti cardinali, da torrenti e da canali e, abbellito con la visione del lago di Ganzirri.
L’occhio si perde in questa vasta distesa di terra e cielo. Il nostro cuore si sente come purificato, un sentimento buono e gentile ci commuove, e dalle labbra sgorga come vena d’acqua, un’ardente preghiera.
Respiriamo a pieni polmoni, quest’aria ricca di ossigeno, con gli occhi spaziamo l’orizzonte.
Qui non arrivano i pettegolezzi, le noie, le calunnie, le finzioni, gli atti crudeli degli uomini. Qui tutto è grande puro e sublime. Ognuno di noi pensa, ma non lo dice; questo posto è unico al mondo.
Dopo questa riflessione, il dovere obbliga i fedeli a svegliarsi da questa paradisiaca visione.
Dopo la funzione religiosa, la Vergine in compagnia dei devoti, riprende la strada per tornare al villaggio. Ella viene portata sempre a braccio, finchè giunge in contrada S.Biagio, dove c’è una chiesetta da pochi anni rimessa a nuovo. Incomincia ora il viavai della gente, che con grande devozione si prosta alla Madonna. Oggi il villaggio si presenta con un aspetto veramente piacevole. Vedi i bambini che cominciano a gironzolare attorno alle bancarelle dei giocattoli. Le persone adulte raccolte a gruppi, che discutono, giocano e ricordano la loro infanzia. Per ognuno di noi oggi, è veramente festa.
Nel pomeriggio alle 18,30 circa, dalla chiesa del villaggio si muove la processione. Le campane suonano a festa.
Le bambine e i bambini vestiti di bianco in testa, a seguire la vara ancora vuota dell’immagine della Madonna, poi la banda musicale. La gente sul terreno sparge petali di fiori.
E’ un onore, un privilegio ottenere il posto ad una delle stanghe che sosterrà il quadro della Vergine.
Dopo qualche ora di processione, la vara, con i fedeli arrivano al posto stabilito, per riprendere il quadro della Madonna.
Il parroco tenendo in alto le reliquie della Santa benedice i fedeli e offre il suo sermone.
Si riparte da S.Biagio e, la processione lentamente avanza, e, gli assordanti strumenti musicali, ci fanno sentire le loro note, ora striduli, ora flebili, ora solenni. Sotto le stanghe della vara vi trovi di tutto, il forzuto, lo stupido, chi racconta barzellette, e spesso c’è persino chi litiga. Ma,tutti meritano rispetto.
Piano piano, arriviamo nella piazza di Larderia sup., dove c’è una folla di fedeli che accoglie la Madonna e la processione con un caloroso applauso. Si incomincia a vedere qualche lacrima.
La vara con la Vergine viene posta al centro della piazza, dove sosterrà per circa venti minuti. Si riparte con le note della banda musicale, dove i portatori, con un movimento ora avanti, ora indietro, obbligano i fedeli a qualche lacrima di commozione.
Sono passati circa due ore da quando la processione è partita da S.Biagio.
Arriviamo a Larderia inf.
Ogni devoto, ogni fedele, si rende conto cosa è la Madonna di Dinnammare. Piano piano si arriva nella piazza, dove c’è una gran folla e un gran numero di ambulanti, che mettono in mostra la propria merce, attirando così l’attenzione e, le bramose voglie dei bambini, mentre le mamme cercano di acquietarli con amorevoli con amorevoli rimproveri. Questa è la più grande festa del villaggio.
Dopo essere arrivati finalmente in contrada marchese, la processione fa ritorno verso la casa benedetta. Dico finalmente perché i portatori della vara e, la banda musicale, sono stanchi, sono stanchi gli uni che gli altri.... stanchi ma felici.
Arriviamo così, davanti alla chiesa dove verrà posta la Madonna.
Con lo stesso movimento che si è fatto nella piazza di Larderia sup. ora avanti, ora indietro, ma, molto più accentuato di lacrime ne vediamo molte di più.
Entrata nella navata centrale della chiesa, incominciano gli applausi e, un ondeggiare dolce e soave da far rabbrividire.
Questo è il momento più bello di tutta la giornata, perché su tutti i volti brilla la gioia, su tutte le labbra un sorriso, in tutti gli occhi una lacrima di commossa felicità.
Poi tutti insieme con devozione gridiamo: VIVA MARIA VIVA MARIA VIVA MARIA.
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