In principio erano le caramelle. Più recenti i fornitori di benzina
e i cereali. Oggi sono i parroci a promuovere raccolte punti per fidelizzare gli utenti. A Riccione il marketing in nome della fede
ruota intorno alle figurine che ritraggono la Vergine Maria. E' il mese
di maggio, il mese dedicato alla Madonna appunto, e Don Giorgio
Dell'Ospedale, pastore dei Santi Angeli Custodi, si è inventato la
funzione a punti. Il regolamento è semplice ma severo: preghi nei
giorni feriali e guadagni un punto, il sabato e la domenica si
raddoppia, vai a messa e raccogli due adesivi. Che poi puoi incollare
nella "scheda fedeltà", una specie d'album delle figurine. Risultato:
le schedine vanno a ruba, già 150 tessere distribuite.Un caso isolato frutto di un parroco bizzarro? Niente affatto.
Fabriano, parrocchia del San Giuseppe Lavoratore. Qui i chierichetti scarseggiano, si è pensato quindi di incentivare la partecipazione. Il loro "lavoro" nella messa feriale vale un punto; due quella domenicale; tre punti le festività legate alla Madonna; cinque il Natale; sei la veglia pasquale; matrimoni e funerali valgono tre punti. E ogni messa in cui è presente il vescovo vale doppio. Il loro sacrificio verrà poi ricompensato con un premio: una gita a Mirabilandia, il parco divertimenti di Ravenna. Solo i più fedeli, i chierichetti con un maggior punteggio, otterranno l'ingresso gratuito. Dal terzo al decimo posto, riceveranno uno sconto di 50 euro. Quelli che si piazzeranno dall'undicesimo in poi, solo un buono da 10 euro. Carità cristiana. Ma i giovani servitori della messa sono avvisati: se sorpresi a parlare durante la cerimonia o a disturbare gli altri chierichetti, scattano le multe e vengono sottratti uno o due punti a seconda della "infrazione" (un po' come per la patente).
Ma in questa trovata tra il sacro e il profano poteva mancare il
contributo della creatività napoletana? Certo che no. A Torre
Annunziata, nella parrocchia della Trinità di via Gino Alfani, i fedeli
che partecipano alla funzione domenicale si portano a casa rosari di
legno, crocifissi, vangeli formato tascabile, quadri con immagini
religiose, bibbie e icone di santi e madonnine. Un po' come le "carte
fedeltà" delle aziende, o i gettoni di presenza alle sedute del
consiglio comunale, o i premi ai calciatori per la posizione in
classifica. Pare che l'iniziativa abbia avuto successo anche qui.
Eppure l'andare a messa dovrebbe presupporre motivazioni profonde.
Io,
che da piccolina andavo a dottrina sotto ricatto genitoriale o
intimorita dallo spauracchio di un inferno sicuro, rimango un po'
allibita. Ma non stupita. In fondo questo nuovo marketing della fede
ricorda tanto il caro vecchio mercato delle indulgenze. Abbi fede e
sarai premiato.
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