Titolo esagerato, non vogliono oscurare internet ma solo gli spazi online che prestano il fianco a leggi che rientrano tutte in quelle ipotesi che sono previste dal codice
penale nell’ambito dei delitti di istigazione a delinquere o
disobbedire alle leggi. Questo articolo lo scrivo e lo finisco da blogger!!!
Ovviamente il riferimento è a facebook dove pullulano gruppi che inneggiano a mafia, prostituzione, brigate rosse e nazismo, solo per citarne alcune. Il Senatore D'Alia passa ai fatti contro chi in rete commette reati che non possono, per mancanza di legislazione specifica in materia (a dir la verità, esiste e come!!), essere puniti. La foto accanto illustra i paesi, in scuro, come la Cina dove esistono leggi simili. Bheè, saremo in buona comapagnia. Per chiarirci subito.; tengo a sottolineare che, in linea di principio emendamento giustissimo; ma occorre non generalizzare. Direi, ci vuole competenza, parlo di competenza sul mondo di internet e non certo a fare leggi. Nel mondo dei blog il parere è unanime, non c'è nessun dubbio (c'è chi sostiene l'incostutizionabilità) che tutti rischiamo un pò perchè non è possibile stare a controllare tutti i commenti (pensate a blog come peppegrillo o tagliaerbe, o giornalettismo con migliaia di commenti al giorno) e nemmeno controllare l'@mail ogni 24 ore è possibile... (approposito!!!). E che dire di msn, space, newsletter.... insomma, invio anch'io la mia lettera a D'Alia come stanno facendo in questo momento centinaia di blogger. Magari, quando le @mail supereranno - tra qualche ora - il migliaio, gli verrà il dubbio che c'è qualcosa che non va.
Un pò di fatti......
Alessandro Gilioli intervista il sen. D’Alia sull'emendamento da lui proposto che è stato appena approvato al senato. L'intervista è stata pubblicata su L'Espresso, ed online su youtube. La proproniamo in formato testo. Molti concetti sono correttissimi, condivisibilissimi.... ma i commenti nei blog, noooo!! Mia opinione personale è quella di non generalizzare troppo perchè indispensabile è la conoscenza della rete, delle informazioni che offre, che non possono essere "cancellate" solo per un commento. Per intenderci, parliamo di Tempostretto e dei suoi commenti..... Tempostretto (potremmo citare milioni di siti e blog in egual modo) andrebbe chiuso o assolutamente deve cancellare migliaia di commenti.... migliaia di opinioni personali. Forse troppo nude e crude... ma vogliamo per caso bloccare la libertà di opinione? (Art.21 della Costituzione). Per chi ha voglia di approfondire alcuni link in basso, tra cui non dovete perdervi quel-biiip-di-biiip-ha-biiip-una-biiip che vi descriverà nel dettaglio i rischi a cui andremo incontro tutti, perchè qui non stiamo parlando di due sitarelli nazisti o con contenuti pedofili, ma della rete tutta.
Ecco l'intervista.....
A. Gilioli: Io volevo parlare di questo emendamento: innanzitutto, spieghi lo scopo e l’utilità.
D’Alia: L’emendamento introduce l’articolo 50 bis al
pacchetto sicurezza, che consente al ministro dell’interno, su
comunicazione dell’autorità giudiziaria che procede per delitti di
istigazione a delinquere o apologia di reato, attribuisce al ministero
dell’interno il potere di disporre che i fornitori di connettività alla
rete internet utilizzino gli strumenti di filtraggio nei confronti di
quei siti o social network che contenessero, diciamo, dichiarazioni e
quant’altro connesse a queste ipotesi di reato.
Cioè, è una norma che serve a cominciare a intervenire nella
regolamentazione di internet e questo nasce sostanzialmente dalle
vicende che hanno riguardato Facebook, della comparsa su quel social
network di gruppi inneggianti a Riina, Provenzano, alle Brigate Rosse
eccetera.
E poiché non vi è alcuno strumento, nell’ordinamento, che consenta un
intervento immediato qualora ovviamente si ravvisi un’ipotesi di reato,
cioè qualora la magistratura stia indagando, il ministro dell’interno
interviene con uno strumento di natura squisitamente cautelare che
serve ad evitare che vi sia una moltiplicazione di questi siti o di
queste manifestazioni illecite sulla rete.
Ovviamente, tutto questo avviene con la possibilità del ricorso
all’autorità giudiziaria da parte degli interessati, e comunque
attraverso una procedura di natura contraddittoria anche con i gestori
dei siti a cui viene notificata una diffida ad oscurare o cancellare
quelle parti che sono in contrasto con le posizioni citate.
A. Gilioli: Però, senatore, mi permetta di interromperla. La contestazione che viene fatta è proprio questa: io ho letto bene il suo emendamento, non si parla di cancellare le parti ma di oscurare il sito. Allora si dice: se c’è un gruppo su facebook che incita a Provenzano piuttosto che altre cose, gli effetti del suo emendamento non sarebbero cancellare quella pagina ma oscurare l’intero sito.
D’Alia: Ma mi scusi: se il gestore del sito non si fa carico di cancellare questi soggetti dal sito, è giusto che il sito venga oscurato. Il ministero diffida il gestore, il gestore poi ha due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare dal sito i gruppi oppure non ottemperare. Se non ottempera si rende complice di chi inneggia a Provenzano e Riina quindi è giusto che venga oscurato.
A. Gilioli: All’interno di YouTube, per esempio, ci sono diversi video che potrebbero ricadere, forse, all’interno della tipologia da lei enunciata. Se YouTube non cancella quei video viene oscurato l’intero YouTube?
D’Alia: Secondo me si, certo.
A. Gilioli: Ancora un altro caso…
D’Alia: Le faccio un esempio: se su YouTube esce un video, come è successo e peraltro ci sono state diverse polemiche, in cui quattro ragazzi picchiano un loro coetaneo disabile - peraltro, in questo caso siamo in presenza della rappresentazione di un reato non è che siamo in presenza di una apologia: c’è la diretta o la riproduzione di un film in cui viene commesso un illecito penale - è giusto che un sito lo mantenga? Io credo di no.
A. Gilioli: Un altro caso: c’è una discussione online, nei siti, nei forum. Fra utenti del forum può capitare che ci si insulti o anche che ci si minacci. Lei questo lo ritiene una tipologia…
D’Alia: Se io minaccio qualcuno, lo minaccio nella realtà o su internet sempre un reato è.
A. Gilioli: Le faccio un’altra tipologia: io sono
ipoteticamente autore di un blog. All’interno del mio blog qualcuno,
tra i commentatori del mio blog, mi insulta, minaccia. Io che sono il
blog master e quindi ritengo che sia giusto lasciare aperto il mio blog
a ogni voce, comprese quelle che mi minacciano e mi insultano, non
tolgo queste voci.
Anche in questo caso si rientra nella tipologia?
D’Alia: Guardi, rientrano tutte quelle ipotesi che sono previste dal codice penale nell’ambito dei delitti di istigazione a delinquere o disobbedire alle leggi. I delitti di apologia di reato, che sono previste dal codice penale o da altre disposizioni. Sono tutte ipotesi che sono ricondotte a fattispecie illecite, che sono già sanzionate nel codice penale e che quindi hanno la necessità di essere sanzionate in tutte le loro manifestazioni. Non è che cambia se io faccio un ciclostile con cui dico che Riina…
A. Gilioli: Scusi senatore, stiamo parlando dei commenti a un blog…
D’Alia: Guardi, i commenti a un blog non è che sono
diversi: se in un commento a un blog io dico che le Brigate Rosse hanno
fatto bene ad uccidere Moro, questa si chiama apologia di reato. Che io
lo faccia sul blog, con un telegramma, su un bigliettino, con un
comunicato stampa non cambia: sempre di reato si tratta e va
perseguito, e va perseguito colui il quale se ne fa complice
pubblicando queste porcherie, ivi compreso se è un gestore di internet
tanto per essere chiari.
Io la penso in questo modo.
A. Gilioli: Senta senatore: lei è un frequentatore della rete?
D’Alia: Certo
A. Gilioli: Su facebook ci va?
D’Alia: No, su facebook vado poco perché mi indigna vedere
su quel sito che si censurino le mamme che allattano i figli perché si
ritiene esteticamente un fatto offensivo, antiestetico e poi si
consenta a vari gruppi, ad esempio “Omaggio a Cutolo, chi è parente di
pentiti infami e confidenti è pregato di non iscriversi a questo sito
dedicato a Cutolo”.
Io non ci vado perché questo sito che censura le mamme, come dichiara
peraltro correttamente Articolo 21, e consente queste porcherie è un
sito indegno, dal mio punto di vista.
Con tutto il rispetto per chi vi accede.
A. Gilioli: Lei è conscio del fatto che se in Italia si chiude YouTube e Facebook siamo peggio della Birmania?
D’Alia: Guardi, io non sono per chiudere né Facebook né YouTube: io sono perché Facebook e YouTube rispettino le vittime di mafia, del terrorismo e degli stupri.
A. Gilioli: E se non le rispettano?
D’Alia: Se non le rispettano non possono avere il rispetto dello Stato.
A. Gilioli: Quindi vanno chiusi.
D’Alia: E’ evidente.
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Per approfondire, 3 link "autorevoli"
Lettera aperta a Gianpiero D'Alia
Senatore D'alia, ma di cosa stiamo parlando
Quel-biiip-di-biiip-ha-biiip-una-biiip
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