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Il Web 2.0 è una nuova visione di Internet che ha cominciato ad influenzare il modo di lavorare ed interagire con le informazioni in rete. Web 2.0 non è un software specifico, nè un marchio registrato dai
Microsoft o Google, ma un un insieme di approcci per usare la rete in
modo nuovo e innovativo. Il termine può essere inteso come una locuzione utilizzata per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web),
rispetto alla condizione precedente. Si tende ad indicare come Web 2.0
l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno
spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Gmail, ecc.).
E' una serie di tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla persona che li produce o dal sito in cui vengono creati. La locuzione pone l'accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni '90,
e composto prevalentemente da siti web statici, senza alcuna
possibilità di interazione con l'utente eccetto la normale navigazione
tra le pagine, l'uso delle email e l'uso dei motori di ricerca. Per le applicazioni web 2.0, spesso vengono usate tecnologie di programmazione particolari, come AJAX (Gmail usa largamente questa tecnica per essere semplice e veloce) o Adobe Flex. Un esempio potrebbe essere il social commerce, l'evoluzione dell' E-Commerce in senso interattivo, che consente una maggiore partecipazione dei clienti, attraverso blog, forum, sistemi di feedback ecc. Gli scettici replicano che il termine Web 2.0 non ha un vero
e proprio significato, in quanto questo dipende esclusivamente da ciò
che i propositori decidono che debba significare per cercare di
convincere i media e gli investitori che stanno creando qualcosa di
nuovo e migliore, invece di continuare a sviluppare le tecnologie
esistenti.
In 10 punti ecco cosa possiamo dire del Web 2.0
- La saggezza degli utenti: con questa definizione
pensiamo direttamente al funzionamento di Digg.com, in cui il successo
di un articolo è deciso dagli utenti che lo votano. La gente parla
della forza dell’"Effetto della rete". I risultati di Google funzionano
in base a questa definizione. E’ il numero di link al sito che ne
decide l’importanza.
- Applicazioni web condivise: se applichiamo questa
definizione, allora solo alcuni siti verrebbero classificati come Web
2.0: Basecamp, Writely e 30Boxes. Ma se pensiamo a Google e a Digg come
applicazioni, allora molti altri siti rientrerebbero nella categoria.
- Il web inteso come piattaforma: definizione
abbastanza vaga. Avete ragione. Secondo Tim O’Really, che ha coniato
questo concetto, significa mettere a disposizione un servizio che non
potrebbe vivere senza il web. In quest’ottica, allora pensiamo a eBay,
Craiglist, Wikipedia, del.icio.us, Skype e Dodgeball. Penso che ogni
community possa rientrare in questa definizione.
- Partecipazione degli utenti: Questo è il punto
fondamentale che divide i vecchi siti dai nuovi servizi web come
YouTube, Flickr e OhMyNews dove gli utenti sono anche gli autori.
L’espressione "read/write web" illustra chiaramente l’idea che vogliamo
trasmettere.
- Pieno coinvolgimento dell’utente: I siti Web 2.0
usano CSS, AJAX, e altre tecnologie che aumentano l’usabilità e creano
pagine dinamiche che sono i grado di mostrare più informazioni nello
stesso spazio.
- Neologismo per Marketing: questo è almeno quello
che gli scettici dicono. Così Google search, Amazon ed eBay, che fanno
parte del Web 2.0 per una o più delle loro caratteristiche, sono solo
una sorta di moderna moda passeggera destinata a sparire. Questa
definizione è parzialmente vera, anche se, secondo me, il Web 2.0 è
molto di più.
- L’importanza dei dati: La gestione dei dati è una
competenza insita nelle aziende che trattano il Web 2.0. "L’SQL è il
nuovo HTML", è un’altra definizione che segue la stessa filosofia.
Tutto il Web 2.0, dalle grandi aziende come Amazon e Google per
arrivare alle piccole startup come 30boxes e Orchestrate, operano
principalmente con database e praticamente non fanno altro che mostrare
viste personalizzate.
- Beta per sempre: Le applicazioni Web 2.0 sono
continuamente rilasciate, riscritte e rivisitate su basi in continuo
sviluppo. La maggior parte delle applicazioni di Google, per esempio,
sono ancora in beta. Ancora, Flickr si rumoreggia sia modificato ogni
30 minuti. MySpace e altre reti sociali aggiungono nuove
caratteristiche ogni quindici giorni. Questa è comunque diventata una
caratteristica anche delle applicazioni standalone, basti pensare a
Windows e MacOs che rilasciano fix e patch in continuazione.
- Usare il web come è stato ideato: Paul Graham
riferisce di un incremento nell’usabilità che è stata raggiunta
attraverso un buon design, grazie a tecnologie come AJAX e anche perchè
è stato permesso agli utenti di organizzare le loro informazioni
liberamente (si veda Flickr e del.icio.us).
- Nulla: Molti asseriscono che il Web 2.0 non
esiste. Personalmente trovo difficile condividere questa risposta.
Semplicemente perchè se da un lato è difficile trovare una definizione
chiara, dall’altro è anche innegabile una lenta rivoluzione nei nuovi
siti. E’ come voler descrivere il mondo con il solo bianco e nero.
Esistono le gradazioni e le tonalità che dipingono meglio gli oggetti e
la realtà. La stessa cosa credo si possa dire delle nuove applicazioni.
Inoltre il Web 2.0 è ancora una espressione giovane. Ci rendiamo conto
di cosa sia, ma non riusciamo ancora a definirne i contorni.