Lo Yoga è una delle sei darshana, ovvero i sistemi ortodossi della filosofia induista. Yoga indica l'insieme delle tecniche che consentono il congiungimento del corpo, della mente e dell'anima con Dio (o Paramatma),
l'unione tra Jivatman (energia individuale) e Paramatman (energia
universale). Colui che segue e pratica il cammino dello Yoga è chiamato
yogi o yogin (le donne sono dette yogini). Sarà perchè le sue origini risalgono all’India,
o magari anche perchè qualunque moda in Asia si trasforma velocemente
in una mania, fatto sta che lo yoga si conferma negli anni la
disciplina fisica e mentale più praticata d’oriente.
La prima grande opera indiana che descrive e sistema le tecniche dello Yoga è lo Yoga Sutra (Aforismi sullo Yoga), redatto da Patanjali, che raccoglie 185 aforismi. Gli studi tradizionali indiani identificavano Patanjali con l'omonimo grammatico vissuto nel III secolo AC ma studi filologici più moderni hanno postdatato la redazione dell'opera ad un'epoca presumibilmente altomedievale.
La diffusione di pratiche risalenti a quella tradizione in occidente, avvenuta tra il diciannovesimo e ventunesimo secolo, come la meditazione (dhyana), gli esercizi di controllo del respiro (pranayama) o le asana
(le celebri "posizioni" con cui lo Yoga viene comunemente identificato
tout-court), ha tralasciato quasi sempre gli altri livelli, ed in
particolare i primi due iniziali e per questo fondamentali. Ciò è
dovuto al fatto che nella società occidentale il rapporto con lo Yoga
non è mai stato strettamente relazionato alla religione (in particolare
quindi all'unione dell'anima con Īśvara,
il Signore), ma è sempre stato inteso come una disciplina che mira al
riequilibrio psicofisico dell'uomo ed al raggiungimento di uno stato di
"ben-essere".
A Hong Kong si tiene la fiera annuale di Evolution, durante la quale esperti e principianti si ritrovano in città per seguire, dall’alba al tramonto, le lezioni tenute dai più famosi insegnanti del mondo, che sfruttano l’appuntamento asiatico per diffondere i propri insegnamenti in tutta la regione. A Hong Kong, infatti, si trova anche la palestra di yoga più rinomata del continente, Pure, che arrotonda gli introiti del proprio business anche grazie a una serie di negozi sparsi nei centri commerciali più lussuosi della metropoli da cui detta legge per quel che riguarda l’abbigliamento per lo yoga.
Dando un’occhiata ai siti dedicati agli appassionati, è incredibile il numero di iniziative e raduni organizzati ogni mese. E se ad agosto, tradizionalmente periodo di vacanza in tutto il mondo, se ne contano undici, tra Singapore, Giappone, Portogallo, Germania e Sud Africa, la frequenza dei seminari non cala neppure a settembre. Cambiano solo le destinazioni, cui si aggiungono un ritiro in Nepal, un workshop in Australia e un soggiorno persino sui colli in Toscana.
Gli eventi più gettonati sono quelli in cui compaiono grandi maestri come David Swenson, Max Strom, Sharath Rangaswamy, Ana Forrest, John Friend, Dharma Mittra e Carlos Pomeda, con cui migliaia di adepti desiderano approfondire la propria consapevolezza della storia, della disciplina e della filosofia dello yoga.
Naturalmente, a questi eventi intervengono anche anche altri operatori del settore, con l’obiettivo di promuovere nuove linee di abbigliamento tecnico specializzato, creme idratanti specifiche per lo yoga, colonne sonore con cui accompagnare gli esercizi, letture stimolanti e pacchetti vacanza come quello quello di “The Yoga Barn”, che pubblicizza vacanze rigeneranti sull’isola di Bali, tutte a base di meditazione.
Nei raduni yoga, anche il ruolo degli chef è importante:
per ogni evento viene studiato un apposito menù macrobiotico, ma le
specialità più ricorrenti sono camomilla organica, pane alla banana,
muffin all’albicocca, e isalate a base di zucca o di lenticchie
insaporite dal cumino e dal coriandolo.
Tatjana Bartoli, appassionata di yoga italiana che vive a Manila, nelle Filippine, spiega a Panorama.it che questi raduni sono interessanti non solo per seguire corsi tenuti dai docenti più famosi del momento, ma anche per incontrare nuovi amici di tutte le nazionalità, dato che lo yoga permette di comunicare anche quando le differenze linguistiche sembrano insuperabili.
Infine, alla domanda su se workshop e conferenze non stiano diventando troppo commerciali Tatjana risponde con un sorriso: i simpatizzanti che si ritrovano in ogni parte del mondo solo per divertimento sono numerosi, ma ciò non toglie in ogni occasione gli insegnanti siano comunque disponibili a rispondere alle domande e ai dubbi di chi, invece, lo yoga lo vive in maniera più seria.
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