La possibilità di vivere la natura attraverso uno spettacolare percorso in cresta ai Monti Peloritani da Dinnamare, affacciati sui due mari, Ionio e Tirreno, fino alle falde dell’ Etna, misteriose rocce megalitiche e letti morbidi di felci lungo profonde fiumare. Bellissime foreste alloggiate in luoghi remoti, zampilli d'acqua che d'inverno fluiscono verso mare. Aree attrezzate dove alloggiare vivendo la natura diventanto "Natura". Questo e tant'altro sono i Monti Peloritani , il Cervino di Sicilia.

I Monti Peloritani si allungano in direzione NE-SW per circa 65 km da Capo Peloro ai Monti Nebrodi, le sue propaggini vanno digradando nella valle del fiume Alcantara, che sfocia a Giardini Naxos. Ad ovest si uniscono con la catena dei Nebrodi, a Nord ed a Est sono delimitati dal Mar Tirreno e dal Mar Ionio dove sfociano le  numerosissime fiumare che nascono dal' imponente  catena montuosa della Sicilia nord-orientale. Diverse sono le aree attrezzate dei Monti Peloritani e diversi sono i sentieri che si inerpicano lungo le bellissime colline messinesi.

Le cime più elevate dei Peloritani sono:

Montagna Grande (1374 m) a Motta Camastra
Rocca Novara (1340 m) tra Novara di Sicilia e Fondachelli-Fantina
Pizzo di Vernà (1287 m) a Casalvecchio Siculo
Monte Poverello (1279 m) nella zona sud del Comune di Messina

Monte Scuderi (1253 m) tra Messina, Itala, Alì e Fiumedinisi
Monte Gardile (1228 m) a Mandanici
Monte Cavallo (1216 m) tra Mandanici, Fiumedinisi e Santa Lucia del Mela
Pizzo della Croce (1214 m) a Fiumedinisi
Monte Pomaro (1196 m) tra Fondachelli-Fantina e Francavilla di Sicilia
Portella Mandrazzi (1125 m) a Francavilla di Sicilia
Monte Antennammare (1124 m) sovrasta il centro di Messina

  • La catena montuosa è formata da una lunga serie di burroni crinali e picchi. Dalla linea stretta di cresta, con altitudine media di 800-1000 m, scendono a valle diversi corsi d'acqua in gole profonde, che nel tratto medio-inferiore si aprono in ampie fiumare piene di detriti.

Le rocce più diffuse nella zona dei monti peloritani sono tutte di antica formazione ed in parte di origine magmatica e metamorfica. Prevalgono stratificazioni di scisti del Laurenziano, graniti, filladi, gneiss. È diffusa la presenza di suolo di origine arenaria, facilmente disgregabile ed asportabile dall'impeto delle acque. Tutto il materiale è stato sempre utilizzato nei secoli per costruire le strutture cittadine. Pietre uniche e particolari come l' anfibiolite venne utilizzata nel Duomo di Messina ed in altre strutture ecclesiastiche, anche della provincia come a Casalvecchio. Un link per approfondire la Geologia dei Monti Peloritani.

La foresta, fitta ed inpenetrabile una volta, è formata da antiche foreste di quercia, leccio, sughero e probabilmente anche di faggio, pino e castagno, attualmente rimangono solo poche formazioni che occupano all'incirca tremila ettari. La degradazione successiva, causata principalmente dall'uomo e dagli incendi, ha determinato il passaggio alla macchia, poi alla macchia degradata, alla gariga ed infine ad una vera e propria steppa, ma solo in alcune zone. Nelle zone più impervie, e quindi economicamente svantaggiose per l'uomo, si sono conservati piccoli nuclei di bosco naturale di roverella e di leccio o di macchia mediterranea con predominanza di erica, cisto, corbezzolo e ginestra. Uno spettacolo natural-botanico da non perdere per gli esperti del settore.

L' azione di rimboschimento, intrapresa già dal 1873 dal Consorzio per il Rimboschimento e successivamente dal 1920 dal Demanio Forestale dei Peloritani, ha infine creato pinete di pino domestico (Pinus pinea), Pino marittimo (Pinus pinaster), Pino d'Aleppo (Pinus halepensis) e boschi di Castagno, Leccio e Roverella. Attualmente, nella zona dei Peloritani vicini al città di Messina varie aree ed iniziative stanno creando una cultura naturalista che non può che "nutrire" la mente ad una ideologia ambientalista.

Le aree boschive del Demanio Forestale sono suddivise in :

  • Demanio dei Peloritani orientali: Situato a cavallo del tratto iniziale dell'omonima catena montuosa a ridosso dei centri di Messina, Villafranca Tirrena, Saponara e Rometta, occupa oltre 4102 ettari. Sotto l'aspetto forestale vanno ricordati le pregevoli pinete di pino domestico ricadenti nei bacini idrografici dei torrenti Mili, San Leone, Ferraro, Tarantonio di cui la pineta Candelara è tra le più belle d'Italia. Tutte queste pinete ricadono nel territorio di Messina. Il sottobosco è costituito quasi esclusivamente dalle specie xerofile della bassa ed alta macchia mediterranea formata in prevalenza da Erica, Ginestra dei carbonai, Ginestra spinosa, Ginestra di Spagna, Cisto e Corbezzolo.


  • Demanio Savoca: ha un'estensione di 762 ettari e comprende i comuni di Furci Siculo e Casalvecchio Siculo, sul versante sud dei Peloritani Centrali. La vegetazione più diffusa è costituita da latifoglie, in particolare da Castagno, Leccio, Roverella, che hanno gradualmente sostituito i primi impianti di Pini mediterranei di cui restano, comunque, numerose presenze. Una presenza vegetale lungo alcuni corsi d'acqua è costituita dal Platano orientale allo stato spontaneo, una pianta insolita in Sicilia che conferisce all'ambiente con la sua chioma irregolare una nota vivace e briosa.Il sottobosco è, anche qui costituito da macchia mediterranea.


  • Demanio Mela: prossimo al Savoca ma ubicato sul versante opposto dei Peloritani, occupa una superficie di 1827 ettari ed è compreso tra i bacini montani dei torrenti Idria, Longano e Mela, nei comuni di Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale e S. Lucia del Mela. La vegetazione più diffusa è costituita da pini mediterranei e castagno ed a tratti anche di eucalipti ed acacie che formano una composizione multicolore di particolare bellezza. Vaste zone presentano una vegetazione costituita prevalentemente da macchia mediterranea.


  • Demanio Cisterna: è il più piccolo dei quattro nuclei, con una superficie di 264 ettari. Ricade nei Peloritani Occidentali nel bacino montano del fiume Alcantara, sottobacino del torrente Zavianni, in territorio di Francavilla di Sicilia. La vegetazione più diffusa è costituita da pini mediterranei, querce e castagno. Troviamo, inoltre, aceri, frassini e ontani. Anche qui, lungo alcuni corsi d'acqua troviamo il Platano orientale allo stato spontaneo.

    Fuori dalla zona demaniale, alle quote medio-alte, troviamo delle belle coltivazioni di castagno che anche se adesso parzialmente abbandonate formano dei boschi compatti ed a copertura totale. Altra pianta intensamente coltivata è il nocciolo. Piantagioni estese, spesso associate a castagno le troviamo nel territorio di Fondachelli Fantina e nel territorio di Antillo e Limina  altre coltivazioni meno estese le troviamo nel territorio di Barcellona e Castroreale e sul versante opposto nel territorio di Francavilla di Sicilia e Motta Camastra.

Sui Monti Peloritani vi è l' habitat preferenziale per la maggior parte dei funghi, che si trovano in simbiosi con le radichette terminali degli alberi superiori, arbusti o erbe, stabilendo con esse uno scambio continuo di sostanze nutritive. Altri funghi vivono da parassita sulle piante arboree.

I funghi per crescere necessitano di un ambiente caldo e umido che è proprio quello della zona peloritana. Si può dire che il bosco ed il sottobosco provocano un effetto serra impedendo con l'ombreggiamento che il suolo si asciughi sotto i raggi del sole e mantenendo il calore, specie di notte, e l'umidità. Le specie di funghi che si possono trovare sui Monti Peloritani sono tantissime.

 

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