L'uomo cerca di realizzarsi nella sua vita. Ma realizzarsi nella vita cosa significa? Potremmo provare a fare un elenco interminabile di condizioni essenziali che avvicini l'uomo alla sua realizzazione ma ciò che più conta in questa lista infinita, ciò che metto al primo posto è il lavoro. Solo lavorando l'uomo si realizza perchè amore, gioie, soldi, felicità, sogni vengono sempre dopo. Il lavoro è la cosa che oggi, in questa società che va di corsa senza mai voltarsi, è necessario, indispensabile. Il piacere che l'uomo prova nel mettere in pratica la sua esperienza e la sua conoscenza nel proprio lavoro non ha paragoni con nessun altra parte vitale della nostra società. Riuscire nel lavoro significa riuscire nella vita e tutto il resto è un di più che serve, ma non raggiunge mai nella nostra ricerca continua di serenità e felicità ciò che il lavoro può darci. Oggi è indispensabile una riflessione globale sul senso, sul fine, sul significato umano e sociale del lavoro e diviene necessaria pensando a ciò che questa, per alcuni stupida, invenzione umana da all'uomo stesso. Nella realizzazione della propria attività l'individuo trova diversi motivi della sua esistenza, e dire oggi che la condizione essenziale per raggiungere la felicità è l'autorealizzazione nell'attività quotidiana non è utopia ma la vera realtà. Solo con il lavoro l'uomo capisce quant'è importante la sua opera nel mondo, solo dando quello che il lavoro chiede... attenzione, conoscenza, esperienza l'individuo trova uno scopo che non sempre si traduce in fattore economico e non è di questo che stiamo parlando, bensì di quello che è invisibile per molti ma unico ed indispensabile per il singolo. La sua autorealizzazione nella vita che solo il lavoro può dare. Pensate, oltre ad amare il vostro compagno, a curare il vostro hobby, a pensare al futuro,  a quant'è importante per voi oggi il vostro lavoro cercando e ricercando in questo strumento umano ciò che realmente cerchiamo. Tutto il resto verrà da sè.....
Oggi il lavoro è una fonte di Ruoli; i Ruoli sociali. Questi servono per il nostro rapporto con gli altri, e questi altri si pongono verso di noi servendosi della conoscenza che hanno del nostro ruolo sociale. Puoi essere un dottore rispettato come un odiato becchino ed il rapporto con gli altri non deriva da ciò che sei ma da ciò che fai. C'è da dire che ognuno si adatta al proprio ruolo e nessun becchino si presenterà come dottore perchè non ne possiede il ruolo e verrà subito scoperto. Ma i ruoli sociali non sono stabili, si possono anche scegliere a volte; essi variano con il tempo e non è detto che il becchino quando sarà pensionato, assumendo quest'altro ruolo, non sia dagli altri rispettato di più di un ex dottore. Nella vita tanti sono i ruoli che assumiamo.... col tempo... ma il periodo più lungo è quello lavorativo perchè non solo è fonte di sopravvivenza grazie al guadagno ma è sopratutto formazione di personalità dipendente dal ruolo assunto in questo momento della vita. Dicendola alla Dahrendorf l'uomo sociale è quello "del si dice e del si fà" che sta ad intendere quanta importanza si deve dare al pensare e fare. Pensiero e operatività quindi.... messi in pratica nella fase lavorativa. Quanto conta il lavore eeee!!!!