La famiglia dei Moncada era in Sicilia già dai primi anni del quattordicesimo secolo. Ebbero grandissimo rilievo nella storia dell'isola e le loro vicende furono spesso legate a fatti di violenza e di sangue.

Nel Quattrocento divennero duchi di Monforte e intrecciarono legami fittissimi con la corona d'Aragona. Appena cent'anni dopo i Moncada avevano in mano le sorti di gran parte della Sicilia ed occupavano posti di prestigio e di potere.

Don Aloisio Moncada acquistò nel 1684 il casale di Larderia ed ottenne il titolo di Principe. Nel 1727, dopo che il figlio Francesco aveva preso il suo posto, il casale tornò sotto la giurisdizione del Senato. Lo stesso Francesco, come Vicario di Filippo V, Re di Spagna e Sicilia, rimase coinvolto in prima persona nei tumulti scoppiati a Messina nel 1718, a causa dell'aumento del prezzo del pane.

Un altro discendente, Guglielmo, partecipò nel 1720 alla cavalcata che si svolse a Messina in onore di Carlo V, terzo re di Spagna e di Sicilia.

Svariate sono le leggende legate alla proverbiale crudeltà e cupidigia dei Moncada; si narra infatti che il Principe, osservando dalle finestre del suo Palazzo le donne che andavano a prendere l’acqua al fiume, si divertiva a sparare sulle loro “cottare” (brocche per l’acqua) per il gusto di vederle bagnate e regalava poi il denaro necessario per comprarne altre.

Si racconta anche, che se qualcuno si fosse sposato, il Principe avrebbe avuto il “diritto alla prima notte”; la sposa doveva trascorrere la prima notte di matrimonio in casa del principe.

 

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