La Sicilia è un territorio prevalentemente giovane. La zona più antica è quella dei monti Peloritani, che presentano scisti cristallini appartenenti circa ad un miliardo di anni fa.
Diversi erano i minerali estratti nelle miniere dei Colli Peloritani ma in prevalenza piombo e argento erano quelli che venivano estratti costantemente in grandi quantità. Un tempo si estraevano anche il rame, lo zinco, l'antimonio e il ferro. Si estraeva il piombo, e l'argentifera come sottoprodotto dell'argento che in epoca borbonica veniva utilizzata per la produzione di monete. Le miniere dei Monti Peloritani, con oltre 300 gallerie, figurano tra le più importanti d’Europa ed erano attivi pure giacimenti di scheelite che fornivano il tungstato di calcio, materia prima nell'industria per la produzione dei filamenti delle lampadine. La caratteristica composizione rocciosa e mineraria dei Peloritani, Monti Metalliferi, rivela origini geologiche totalmente diverse da quelle delle altre montagne siciliane. Questi monti, tra i più antichi della nostra isola, rappresentano la logica prosecuzione dell'appennino calabro con cui sono in continuità morfologica e geografica, e da cui sono separati dallo Stretto di Messina. Sollevatisi durante l'epoca mesozoica e cenozoica (ere secondaria e terziaria, a partire da 225 milioni di anni fa), i Peloritani subirono numerosi mutamenti: la natura cristallina delle loro rocce è stata spaccata, frantumata, alterata al punto di essere stata trasformata in materiale sabbioso e poco coerente, detritico, che viene facilmente dilavato dai corsi d'acqua e trasportato giù dalle fiumare che, se non ostacolate nel loro percorso, tendono a trascinarne quantità ingenti, con grande accumulo di detriti a valle.
Da testimonianze storiche sembra che l'attività mineraria risalga al periodo normanno quando la presenza dei monaci basiliani abbia portato ad iniziare lo sfruttamento sistematico delle risorse minerarie del luogo e della lavorazione stessa di quanto estratto. Detto periodo viene supportato dalla data iscritta in uno dei muri del rudere dove sorgeva l'altoforno (1276) nella zona della valle d'Agro.
La vasta area mineraria della Valle d' Agrò è una delle poche zone tutt' ora identificabili lungo il versante ionico dei Monti Peloritani e per la sua presenza secolare è l'unica, insieme all'area di Fiumedinisi, a rappresentare un valido esempio di archeologia industriale per lo sfruttamento minerario nella Provincia di Messina. La mancanza di validi documenti di quel periodo non ci permette di accertare se quanto riportato dalla tradizione orale fino ai giorni nostri sia veritiero ma l'evolversi dell'attività mineraria nei secoli successivi fino ad arrivare al XX secolo è dettagliatamente riportata in molti studi relazionati a ricerche scientifiche mirate ad accertare la qualità e la purezza dei campioni estratti e la quantità potenziale di minerale da estrarre.
Il rilevamento geologico sistematico Siciliano iniziò molto presto in quanto già esisteva una buona base topografica ereditata dai lavori di rilevamento eseguiti durante il Regno delle Due Sicilie (E. MANZI, La lunga via al sottosviluppo, Saggi di geografia Umana sul mezzogiorno, Napoli, Loffredo Ed.), e l’esistenza di una fiorente industria mineraria solfifera. Nel 1867 fu fondato il regio Comitato Geologico, il quale,nonostante autorevoli pareri contrari,decise di iniziare i lavori di rilevamento dalla Sicilia. Un importante contributo alla formazione del R.C.G. fu dato dall’allora funzionario del corpo delle miniere Quintino Sella. Supervisore dei lavori di rilevamento in Sicilia fu il celebre Gemmellaro. Nel 1882 tutta la Sicilia, comprese le isole minori, era rilevata al completo. Nel 1885 venivano pubblicati i fogli di questo ingente lavoro compiuto in soli sei anni (1887 - 1882).
La prima carta geologica della Sicilia venne utilizzata finchè, in occasione della campagna di ricerche petrolifere dell'Agip (1927), si sentì la necessità di disporre di una carta moderna e particolareggiata. Anche nel 1947 si ebbe un nuovo fervore di ricerche minerarie, ma il rilevamento geologico sistematico vero e proprio avvenne solo nel 1951 in occasione delle ricerche solfifere e petrolifere promosse dalla Regione Siciliana in tutta l'isola. I terreni più antichi affioranti in Sicilia appartengono al Paleozoico. Essi costituiscono l'ossatura della Catena dei Peloritani la quale, anche da un punto di vista strutturale, può essere considerata la continuazione dei gruppi con carattere alpestre dell'‘Aspromonte e della Sila. Le Madonie, i Monti di Palermo e di Rapani, nei Monti Sicani, e che affiorano in lembi anche sulle Caronie e sui Monti Peloritani.
L’attività mineraria continuò in maniera costante fino la fine del XIX secolo anche se in maniera meno intensa del passato; durante il XX secolo diversi furono i tentativi per continuare l’attività e ricercare il filone minerario capace di rendere economicamente vantaggioso l’investimento necessario ai lavori di scavo ed estrazione. Numerosi furono gli studi realizzati sul territorio, specialmente dall’Istituto di Mineralogia delle Università degli Studi di Messina e di Catania, nonché dall’Ente Minerario della Sicilia, ma i risultati non hanno dato le aspettative attese.
Moltissimi sono i sentieri che si intrecciano lungo le dolci colline dei Monti Peloritani ed ogni ambiente attraversato rappresenta un laboratorio didattico vivente, molto utile per le scuole, per gli appassionati e per la gente comune. Molti sentieri sono stati tabellati dell' Azienda Forestale e sono indirizzati a tutti quelli che desiderano osservare la natura e a favorire la familiarizzazione e la conoscenza del territorio Peloritano dal punto di vista forestale, ecologico, paesaggistico, geografico, geologico e storico-sociale.
Il Sentiero Girasì, che si estende per circa 8,540 Km, è compreso nel Demanio Forestale di Rometta partendo dalla strada che costeggia Puntale Saitta ed attraversa svariati ambienti forestali. Conifere di Pino domestico, Pino marittimo, Pino d'Aleppo, Pino nero ed Abete di Douglas, Castagno, fino ad arrivare a formazioni di Macchia Mediterranea miste, formate in prevalenza da Erica, Ginestra ed esemplari di Leccio, Roverella, Frassino maggiore, Acero montano. Vegetazione autoctona di straordinaria bellezza.
Proprio dietro il Santuario di Dinnammare, e, in generale, nella parte più alta dei Colli Peloritani sono presenti fosse circolari, scavate nel terreno, dove in inverno veniva accumulata e conservata la neve, che durante il periodo estivo, ridotta in blocchi di ghiaccio, veniva portata nei centri vicini per essere utilizzata come refrigerante.
Lungo il crinale è possibile ammirare verso Est lo Stretto di Messina, o vedere piccole gallerie costruite nel passato per fornire di acqua potabile le popolazioni di alcuni comuni tirrenici.
Il Sentiero Brignoli, lungo circa 2,600 Km, inizia anch'esso dalla strada che costeggia Puntale Saitta in prossimità del rifugio della Forestale ed è caratterizzato per avere una rigogliosa vegetazione arbustiva di Corbezzoli.
Fino a poco tempo fa, l'uomo utilizzava il legname di Leccio e Roverella di queste montagne per fabbricare il carbone da legna. In ricordo di questa antica tradizione è stata realizzata una carbonaia, allo scopo di far conoscere i materiali e le tecniche impiegate per la fabbricazione del carbone e l'alta professionalità necessaria. Sono stati realizzati anche due capanni con le antiche tecniche utilizzate dai carbonai. I capanni e la carbonaia sono stati realizzati in una posizione sovrastante un'area attrezzata, con tavoli, punti cottura e, poco distante, una fontanella con acqua sorgiva. Il tutto è immerso all'ombra di pini in una grande tranquillità.
Quasi in prossimità dell'area attrezzata, alla presenza di miriadi di sorgenti d'acqua, nasce il torrente S. Pietro.
Il sentiero si affaccia sulla costa tirrenica con sullo sfondo il golfo di Milazzo e le Isole Eolie che si possono ammirare da un punto panoramico.
Il Sentiero Ziriò, lungo circa 2,430 Km, è compreso nel Demanio Forestale di Saponara, ha inizio da Portella Croce Cumia, sulla strada per Dinnammare, appena superato il cancello del vivaio Ziriò, da cui prende il nome ed attraversa diversi ambienti forestali. Domina il Pino marittimo ed il Castagno. Il sottobosco è caratterizzato da piante di rovi, sambuco e felci.
A metà percorso dal sentiero è possibile ammirare la costa tirrenicai, offrendo un panorama che va da Monte Scuderi , passando dall'Etna, Rocca Novara, il golfo di Milazzo fino ad arrivare alle Isole Eolie.
Nel luogo, da oltre 50 anni, l'Amministrazione Forestale gestisce l'unico vivaio forestale della provincia di Messina, importante serbatoio di piante utilizzate per rimboschire i terreni demaniali. Il sentiero offre ai visitatori numerosi punti di osservazione del paesaggio boschivo. Ogni punto di osservazione è segnalato da tabelle che, oltre a riportare il nome della specie, la classificazione e le caratteristiche, forniscono anche dettagliate descrizioni e curiosità.
Il Sentiero Forte Ferraro inizia proprio di fronte al forte a cui è annesso il parco Daini. E' il più recente dei percorsi attrezzati. E' il più semplice da raggiungere in quanto inizia proprio dalla strada asfaltata che poi conduce a Dinnammare. Si snoda tra boschi di Castagno, Pino domestico, Leccio e Roverella. Il percorso si dirige verso la Chiesetta della Madonnuzza e per la sua facile percorribilità è indicato per persone anziane, ragazzi e scolaresche. Le indicazioni su pannelli in legno rendono facile il percorso.
Il Sentiero Vernà, per arrivarci da S. Teresa Riva imboccare la S.P. 23 per Rimiti. Il sentiero si sviluppa nella parte terminale, esposta a Sud, della pista forestale estesa lungo il Demanio Forestale di Savoca e si estende per 1,331 Km. Offre la descrizione delle singole specie arboree presenti lungo il percorso.
Il sentiero termina in prossimità della vedetta antincendio situata a Serra Pasaleo ed è possibile ammirare uno panorama straordinario che include la catena montuosa Peloritana, la parte iniziale dei monti Nebrodi, e l'Etna che sovrasta il tutto. Mentre si percorre il sentiero Vernà non è difficile incontrare dei Daini, inseriti nel contesto collinare allo scopo di farli riprodurre. E' possibile, sempre a Vernà, percorrere un sentiero panoramico, lungo circa 3 Km, che inizia dal bivio Pietre Rosse, passa alle pendici di Pizzo Polo e nelle prossimità di Serra Pasaleo per poi arrivare a piano Vernà.
Si nota una dominanza del castagno. Sono presenti anche il Pino marittimo, Pino nero, Douglasia, Robinia e Platano orientale.
In prossimità dell'area è stato realizzato un impianto pilota di specie forestali prelevate dal vivaio Ziriò di Colle S. Rizzo, allo scopo di costituire un campo dimostrativo delle specie forestali presenti nei vari distretti.
Mentre si percorre il sentiero Vernà non è difficile incontrare dei Daini, inseriti nel contesto collinare allo scopo di farli riprodurre.
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§ Aree attrezzate dei Peloritani
Tra le bellezze e le possibilità che offrono i Monti Peloritani un posto di rilievo possiamo dare alle diverse aree attrezzate sparse lungo i sentieri e fruibili da chiunque.
Attorno alla Chiesetta montana dedicata alla Madonna di Camaro è stata creata la prima area attrezzata, vicina alla città di Messina, denominata semplicemente Madonnuzza. Il piccolo Santuario, costruito nel 1911 dai fedeli di Camaro, è dedicato a Maria S. S. Addolorata. La terza domenica di settembre è prevista una processione che si conclude alla vecchia colonia dove la Madonna viene accolta da spari di cacciatori, per tale motivo la festa viene chiamata "Festa dei Cacciatori".
Numerosi tavoli possono ospitare fino a 150 persone, Si può raggiunge sia da una stradella in terra battuta che si snoda lungo il torrente Camaro o della strada dei Colli San Rizzo: all'incrocio delle Quattro Strade prendere la strada che porta al Santuario di Dinnammare ed imboccare poi la strada in terra battuta in corrispondenza della vecchia colonia diroccata; proseguire poi per un paio di chilometri nella leggera discesa. La copertura vegetale formata in prevalenza da castagni, roverella e pini rendendo la zona molto frequentata soprattutto nel periodo estivo. La zona è confinante con la Foresta vecchia di Camaro, un bosco naturale sicuramente il più antico di tutto il complesso montuoso e costituito prevalentemente da querce, castagni e conifere mediterranee.
Una seconda area attrezzata di notevole prestigio è quella di Musolino. Recentemente ristrutturata con l'aggiunta di numerosi tavolini in legno, altalene per i giochi, fontanina con acqua potabile e braceri. Un ampio parcheggio e una fresca vegetazione di castagno, pino e mimosa rende l'area uno dei posti più accoglienti di tutta la catena dei Monti Peloritani. Musolino può ospitare fino a 350 persone ed è indicato per chi non ama i percorsi in terra battuta e preferisce i posti molto frequentati in quanto è adiacente alla strada asfaltata che porta verso Dinnammare.
Per chi preferisce i posti tranquilli, in solitudine in mezzo ai boschi, raggiungibili con tortuose strade in terra battuta, allora l'area attrezzata lungo il sentiero Brignoli è uno dei posti più indicati. Proprio vicino l'area è stata realizzata una carbonaia, con lo scopo di far conoscere le tecniche per la fabbricazione del carbone da legna. Si trova sotto Puntale Bandiera.
L' area attrezzata di Lupo si trova nel bacino della fiumara di Santo Stefano Briga. Circondata da magnifici boschi puri di castagneti, numerosi sono i tavoli in legno, altalene per i giochi, una fontanella con acqua sorgiva e dei punti di cottura. E' facilmente raggiungibile dalla zona Sud della città, imboccando da Santa Margherita la strada per S. Stefano e proseguendo poi lungo il torrente. Ottima per i picnic di primavera in quanto si trova a quota relativamente bassa ed è riparata dai freddi venti di ponente.
Posto Leone si trova nel Demanio Comunale di S. Lucia del Mela. Qui si trova un'area molto accogliente al centro della quale è stata costruita una grande vasca.
Intorno alla vasca, all'ombra di Pini, Castagni e Querce, sono stati costruiti numerosi tavoli con panche in legno, altalene per i bimbi, punti cottura, una fontanella, ed anche servizi igienici. Salire da Est dalla strada che da Roccalumera attraversa l'abitato di Mandanici e si snoda attraverso boschi di querce, leccio e castagni. Tutto il percorso di circa 8 Km è possibile trovare e raccogliere porcini. Al bivio della dorsale dei Peloritani, occorre andare a destra e dopo circa un chilometro di discesa si arriva all'area.
Un'altra area attrezzata dei Peloritani è quella denominata Cavagna. Per arrivarci da S. Teresa Riva imboccare la S.P. 23 per Rimiti, proseguire verso Antillo ed imboccare la stradella per Vernà. Suggestivo il paesaggio composto da querce e castagni. L'area ha pochi tavoli, altalena per i bimbi ed una caratteristica fontanella in legno scolpito che rappresenta un Forestale. E' possibile dall'area ammirare il versante sud-est del torrente Misitano, nonchè una splendida veduta sull'Etna. Il posto offre anche la possibilità di raccogliere funghi porcini.
Proseguendo sul percorso dell'area attrezzata di Cavagna, si arriva in un'altra area attrezzata denominata Piano Vernà. Area densamente alberata si trovano tavoli, panche, punti cottura, fontane con acqua sorgente, spazio per giochi di bambini e servizi igienici. L'area ubicata nel Demanio Forestale di Savoca è limitrofa al sentiero Vernà.
Sul versante opposto dei Peloritani si trova l' area di Foleo. Da Barcellona pozzo di Gotto , seguendo le indicazioni per Gala, oppure da Castroreale raggiungendo la frazione di Bafia e prendendo la strada per Mandanici e dopo alcuni chilometri, in prossimità della piccola area di Acquarosa svoltando a sinistra. Composta da pini, castagni, eucalipti, ed acacie l'area è dotata di diversi tavoli e panche in legno, un punto di cottura con vicino un forno utilizzabile ed una fontanella. Annessa all'area c'è un rifugio della forestale ed una cappella dedicata a S. Giovanni Gualberto.
Dalla strada che da Castroreale ci ha portato al bivio di Acquarosa, proseguendo a destra, lungo la strada che conduce a Mandanici tagliando i Peloritani, si arriva all' area attrezzata di Tre Pizzi, caratterizzata dalla presenza di una torretta di avvistamento antincendio, il cui accesso è possibile grazie ad una caratteristica scalinata in pietra. La zona ricettiva è coperta da tettoie in legno sotto le quali sono stati realizzati diversi tavoli con panche, un forno, punti cottura, una fontanella.
Proseguendo oltre l'area di Tre Pizzi, dopo 4 Km, l' area attrezzata di Piano Margi, ubicata a 800 m s.l.m. Al centro della zona un laghetto collinare circondato da molti tavoli e panche in legno, con diversi punti fuoco, una fontanella , un forno, altalene e travi di equilibrio per bambini. Attorno alla zona viste coltivazioni di nocciole. A Punto Margi vi è una zona denominata "Castello di Margi". Si tratta di una roccia molto caratteristica e si pensa sia un sito di notevole interesse archeologico.
Le aree attrezzate si pongono come obiettivo primario quello di far conoscere quanto sia importante preservare e rispettare un territorio valorizzato dall’opera dell’uomo e dall’alto valore biologico e paesaggistico. L’area attrezzata Liarusa nel demanio di S.Pier Niceto è stata inaugurata il 28 luglio 2007, sui monti Peloritani, grazie all’ Azienda Regionale Foreste Demaniali di Messina. L’area attrezzata è posta all’inizio del demanio di S. Pier Niceto nei pressi della località Liarusa. Il contesto in cui sorge è costituito da una lussureggiante vegetazione forestale di latifoglie autoctone di roverella e frassino. L’area è inserita nel fondovalle della catena montuosa dei monti Peloritani con le cime di pizzo Poverello, rocca Padiglione e pizzo Prinzi che fanno da contorno ad uno scenario paesistico di grande valore. Dall’area si diparte un sentiero lungo 5,5 Km. che si inoltra nello spettacolare scenario del demanio forestale di S. Pier Niceto.
Molte altre zone potrebbero essere attrezzate per incremetare il flusso di persone che visitano godendo di uno dei beni più importanti che abbiamo. La natura dei Monti Peloritani.
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