Per mettere in sicurezza le circa 57.000 scuole italiane occorrerebbero 13 miliardi di euro. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso. "La messa in sicurezza secondo le normative vigenti, riguarda uno sforzo economico non indifferente. Se si volesse intervenire in tutti i 57.000 istituti del nostro paese,
compresi quelle a sismicità alta, media e bassa, dovremmo ritenere
necessario un importo pari a 13 miliardi di euro per la messa a norma
di tutti gli istituti. E' una somma difficilmente sostenibile". E' chiara la priorità ad intervenire sulle scuole nelle zone ad altissimo e alto
rischio sismico, per un fabbisogno stimato di circa 4 miliardi. "Bisognerebbe sostituire i controsoffitti pesanti con composti di
materiale leggero, un fattore più urgente nelle zone a rischio sismico,
dove anche un terremoto lieve può causare crolli di controsoffitti
pesanti e tubazioni". Bertolaso ha ricordato il "mosaico" di finanziamenti disponibili per
la messa a norma delle scuole, spesso gravati da procedure burocratiche
farraginose, e lamentato il ricorso alle deroga fino alla fine del 2009
per l'applicazione nelle scuole della legge 626 sulla messa in
sicurezza dei luoghi di lavoro, un rinvio approvato da tutti i soggetti
coinvolti e motivato con la mancanza di risorse economiche. "La legge madre sulla sicurezza nei luoghi di lavoro si applica in
tutte le realtà fatti salvi gli edifici scolastici. Il che è
inaccettabile", ha detto Bertolaso. Il capo della Protezione civile ha anche proposto di procedere
subito all'identificazione di 100 edifici scolastici che sorgono in
zone a rischio sismico e su cui intervenire in modo prioritario.