
Il parziale successo è dovuto alla insistita pressione militare sulle presunte basi di Al Qaeda attorno a Baghdad e nella provincia di Anbar, nonché alla scelta di reclutare combattenti dalle tribù sunnite, che ha tolto all'organizzazione il suo sostrato sociale.
Secondo il generale Raymond T. Odierno, attuale vicecomandante della missione in Iraq, gli effettivi qaedisti "sono sempre meno coordinati e sempre più frammentati".
Ma - aggiunge - "bastano tre persone per approntare un'autobomba suicida che ne uccida migliaia. Puntiamo a rendere meno efficaci e frequenti questi attacchi".
Un altro problema è quello di comprendere quanto i guerriglieri di Al Qaeda in Iraq agiscano indipendentemete dalle strutture centrali. Si tratta infatti di capire se i successi locali possano considerarsi colpi inflitti anche alla struttura madre. Apparentemente, nessuna fonte ufficiale sa esprimersi su questo argomento.