Una città con tantissima storia come la nostra dovrebbe trasformarsi in un cantiere, ma non certo per costruire palazzi e muri di cemento, ma per ricercare la nostra storia, le nostre tradizioni riscoprendo la nostra natura distrutta in parte dal terremoto del 1908 ed in parte da noi stessi. Certo è che se i nostri antenati ci vedessero dispezzare così ciò che hanno lasciato il loro sguardo sarebbe tristissimo.
In ogni angolo della città, scavando e poi scavando, saltano alla luce siti archeologici in ogni dove. Ritrovamenti che ci ricordano chi siamo stati e da dove veniamo.
Divulgata ieri la notizia del ritrovamento di un sito archeologico in un cantiere in Via La Farina. Gli esperti Giovanna Maria Bacci, Gabriella Tigano, Maria Ravesi e Giusi Zavettieri e Angelo Maressa ritengono che proprio in quel sito sia stata celebrata l’ antica cerimonia di fondazione della colonia greca di Zancle. Purtroppo non sembra che attualmente vi siano i fondi necessari per proseguire con gli scavi.
Ma oggi lo scavo di via La Farina chiude; non ci sono più soldi per proseguire i lavori e soprattutto si è nella più completa incertezza circa il futuro di quei resti archeologici, che sono la memoria di Messina. Ci sono persino i debiti con il costruttore del complesso Colapesce, che ha anticipato oltre centomila euro. Il rischio di una colata di cemento non è però un' incognita ma del tutto reale. In questa città non si apprezza niente e speriamo che qualcuno faccia qualcosa, e non solo a parole dette in Tv.