
I protagonisti della vicenda sono Elisabetta T. e Fabio N., una coppia che al momento delle nozze aveva concordato di avere rapporti sessuali protetti per il fatto che l’uomo era affetto dalla sindrome di Reiter, una grave malattia trasmissibile con i rapporti sessuali sia alla moglie sia all'eventuale feto. Siamo nel 1992. Sette anni dopo la loro unione giunge al capolinea e il matrimonio tra i due viene annullato dal Tribunale ecclesiastico del Lazio. Sentenza che viene ratificata dalla Sacra Rota nel 2003. Contro questa decisione, convalidata anche dalla Corte d'Appello di Roma nel febbraio 2005, Elisabetta T. fa ricorso in Cassazione sostenendo che l'annullamento delle nozze da parte dello Stato italiano si poneva in contrasto "con il diritto alla salute garantito dall'art. 32 della Costituzione", e chiedendo inoltre un assegno mensile di mantenimento di oltre 500 euro. Ma la Cassazione ha respinto il ricorso, dando vita ad accese polemiche e ribadendo che le nozze sono nulle anche per lo Stato.
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