
Spiace per i cultori del genere fantasy, ma non si tratta di un vero cucciolo di drago: l'autore della burla ha ammesso tutto. Come riferito dalla BBC, si tratta di Allistair Mitchell, uno scrittore che ha architettato la storia del drago in formalina per lanciare la propria carriera. E gli è andata bene: si è aggiudicato un contratto con un importante editore inglese, Waterstone's, per la pubblicazione di un thriller che coinvolge, guarda caso, un drago.
Il drago è stato creato da veri specialisti del settore, quelli della Crawley Creatures, autori dei modelli usati nel popolarissimo documentario televisivo Walking with Dinosaurs.
A gennaio 2004, una foto del drago era disponibile sul sito della Reuters ed era sin da subito descritta inequivocabilmente come "fake baby dragon".
La reazione scettica degli esperti di settore non deve scandalizzare: non è che siano nati col paraocchi, è che scherzi di questo genere erano piuttosto comuni nei secoli scorsi, e a volte degeneravano in autentiche truffe (come ad esempio il famoso caso dell'"uomo di Piltdown").
Purtroppo alla bufala si aggiunsero anche le imprecisioni dei soliti giornalisti afflitti da incompetenza metrico-decimale: infatti all'arrivo sui media italiani, il "drago" subì un drastico ridimensionamento di statura. Reuters diceva che il vasetto misurava 30 pollici (circa 76 centimetri), ma il Corriere della Sera lo convertì disinvoltamente in 30 centimetri. Massì: pollici, centimetri, che differenza fa?
Secondo la versione originale della storia, riferita da Reuters, il vasetto era stato scoperto da David Hart in un garage dell'Oxfordshire, insieme a una scatola metallica contenente un incartamento scritto in stile tedesco antico, databile intorno al 1890, che indicava che il Natural History Museum (Museo di Scienze Naturali di Londra) aveva respinto il reperto e lo aveva spedito per essere distrutto. Il drago fu però intercettato dal nonno di Hart, che lavorava come facchino al museo.
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