Giovanni Brusca è nato a Palermo il
20 maggio del 1957, "u verru", vale a dire il maiale, seguì fin da
giovane le orme paterne, intraprendendo la carriera mafiosa e
diventando un
killer feroce e responsabile di diverse decine di
omicidi.
Dopo alcuni anni di carcere, nel 1991 riprese in mano le redini della
famiglia di San Giuseppe
Jato, temporaneamente affidata a Balduccio Di Maggio, in seguito
divenuto collaboratore di giustizia. È stato un protagonista indiscusso
dell'ultima stagione di sangue inaugurata da Cosa Nostra con l'omicidio
di Lima. E' ormai
tristemente noto come il boia di "Capaci",
vale a dire l'uomo che azionò il telecomando che fece esplodere
l'autostrada lungo la quale transitavano in auto il giudice
Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la
scorta. Dopo l'arresto di Riina e Bagarella prese il comando dell'ala militare dei
corleonesi, in accordo con
Bernardo Provenzano. Fu arrestato il 20 maggio 1996 a
Cannitello, in provincia di Agrigento, in compagnia del fratello Vincenzo. Dopo una fase iniziale in
cui tentò di depistare gli inquirenti, a partire dalla seconda metà del
1997, sembra che abbia iniziato a rilasciare interessanti
dichiarazioni. Già condannato all'ergastolo per l'uccisione di Ignazio
Salvo, è attualmente imputato nei processi per la strage di Capaci, per
gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma e per
l'omicidio di Giuseppe, il figlio undicenne
di Santino Di Matteo, strangolato e sciolto nell'acido dopo una
prigionia di due anni al fine di convincere il padre a ritrattare.