
Con l'obiettivo di individuare strategie comuni nell'ambito del Mediterraneo per limitare la diffusione del punteruolo, e' stato appena firmato un protocollo d'intesa tra gli istituti di ricerca degli atenei di Palermo e Catania e strutture di ricerca israeliane. Disponibilita' ad aderire e' stata data anche dall'Egitto, Paese da cui probabilmente e' partita la diffusione dell'insetto in tutto il Mediterraneo. L'universita' palermitana ha avviato l'anno scorso il progetto "Fitopalmintro", finanziato dall'assessorato regionale all'Agricoltura e volto a formulare una diagnosi precoce e una cura per le palme attaccate dal parassita. Si punta su ricerche biochimiche e biomolecolari del punteruolo rosso per scoprirne i segreti genetici e le eventuali differenze tra gli esemplari che hanno colpito le palme della Sicilia orientale e quelli presenti nella parte occidentale. Pe ora si praticano l'endoterapia (ovvero l'introduzione a una certa pressione atmosferica di prodotti chimici gia' sperimentati in laboratorio con risultati incoraggianti) e la dendrochirurgia, cioe' il risanamento meccanico delle palme attraverso il taglio dei tessuti invasi da larve e punteruoli, che si e' dimostrata in alcuni casi risolutiva.