Ricaricare il cervello con deboli scosse elettriche per migliorare le
performance e combattere l'invecchiamento. E' questa l'idea di Alberto
Priori, direttore del Centro di ricerca per le neuronanotecnologie e la
neurostimolazione dell'Irccs Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli
e Regina Elena di Milano, il cui gruppo di ricerca ha presentato i
propri studi a 'Longevamente', il primo congresso medico dedicato alla
longevità 'sostenibile' in corso a Milano. "Si tratta di una
nuova tecnica simile a quelle di stimolazione muscolare - spiega Priori
- che agisce sul cervello con deboli correnti elettriche applicate alla
cute dello scalpo". Con questa metodica, ancora sperimentale, si vanno
a stimolare particolari aree del cervello che sono coinvolte nelle
funzioni cognitive, migliorando memoria, vigilanza e tempi di reazione.
"E' una tecnica - aggiunge - che permette di amplificare i risultati
ottenuti grazie alla 'neurobica', la ginnastica mentale che aiuta a
preservare le funzioni cognitive con esercizi definiti da protocolli
particolari. La nostra ipotesi è che la stimolazione associata alla
neurobica possa davvero ritardare l'invecchiamento della mente". Proprio
per verificare meglio questa ipotesi, continua Priori, nel secondo
semestre del 2009 partirà al Policlinico un ampio studio su un
centinaio di anziani sani, con i quali si metteranno a confronto gli
effetti della neurobica con quelli ottenuti con le due tecniche
combinate. Il meccanismo con cui le correnti agiscono sul cervello,
precisa l'esperto, non è ancora del tutto chiaro, ma pare che "campi
elettrici costanti possano potenziare il funzionamento delle sinapsi"
che permettono la comunicazione tra i neuroni. Un potenziamento che non
solo giova alle persone sane, ma anche ai malati di Alzheimer. Come
ricorda Priori, un gruppo di ricercatori dell'Università Statale di
Milano ha osservato che la stimolazione induce, per circa un'ora, un
miglioramento della memoria negli anziani malati. "Ora stiamo
conducendo uno studio più ampio - sottolinea - per osservare gli
effetti di una stimolazione quotidiana". Ma non solo: "a breve
sarà pubblicato un nostro studio - conclude - che dimostra come la
stimolazione elettrica sia efficace anche per la depressione maggiore:
quasi tutti i pazienti trattati non hanno avuto bisogno di sottoporsi
al tradizionale elettroshock, che rimane un intervento costoso,
invasivo e molto traumatizzante".