Amministrazione comunale, Soprintendenza, ed Azienda Meridionale Acque
Messina, si sono ritrovate attorno ad un tavolo operativo, per le
soluzioni connesse alle problematiche della funzionalità delle fontane
artistiche e pubbliche di Messina. L'iniziativa è stata presa dal
vicesindaco, on. Giovanni Ardizzone che ha riunito a palazzo Zanca, il
presidente dell'Amam, Domenico Battaglia, la dott.ssa Caterina Ciolino,
dirigente del Servizio per i Beni Storico-Artistici ed
Etnoantropologici e l'arch. Mirella Vinci, responsabile del servizio XI
Beni Paesistici, Naturali, Naturalistici ed Urbanistici, della
Soprintendenza di Messina, insieme a tecnici del Comune. L'incontro ha
permesso di programmare una linea di interventi mirati alla
ristrutturazione e manutenzione delle fontane sia pubbliche che
monumentali del territorio. L'assessore Ardizzone ha sottolineato che
“i beni artistici di Messina, di cui le fontane sono un esempio
particolarmente significativo, vanno difesi e tutelati, e soprattutto
resi funzionali sia per la cittadinanza ma anche per i numerosi turisti
in visita alla città”. Come primi interventi saranno eseguiti i
sopralluoghi venerdì 3 ottobre alla fontana Orione di piazza Duomo ed
alla fontana S. Gennaro di Corso Cavour. Quella di Orione è la fontana
realizzata nel 1547 dal Montorsoli, artista che nel 1557 ultimò anche
quella del Nettuno. Montorsoli, allievo toscano di Andrea Ferrucci da
Fiesole e quindi seguace di Michelangelo, fu architetto del Senato
(1547-1557) e legò il suo nome a molte opere di Messina, tra le quali,
la fontana del Nettuno, deputata a nobilitare la Cortina del Porto e
quella di Orione, annoverata dalla critica tra le più eminenti del
Rinascimento europeo. All'opera di Montorsoli ed al restauro della
fontana del Nettuno, che la Soprintendenza ha condotto nove anni fa,
Città & territorio, la rivista del Comune, dedicò un numero
monografico nel dicembre del 1999. La seicentesca fontana di Gennaro è
costituita da un putto acquaiolo. Il suo nome secondo alcune ipotesi è
attribuito al dio latino Giano che nelle vicinanze aveva un tempio a
lui dedicato. Sino al 1870 l'acqua fuoriusciva dai quattro mascheroni
che ornano la base del globo terrestre fasciato con i segni dello
Zodiaco. Dopo il terremoto del 1908 è stata riposta nel Museo perché la
statua era priva del braccio destro, del piede sinistro e del mento e
dopo il restauro, nel 1932, è stata collocata nell'attuale incrocio.