E' ufficiale: L'Mpa tirerà la volata alla candidatura di Fabio D'Amore
a sindaco di Messina abbandonando il centrodestra. La sala Visconti era
gremita di militanti ieri in tarda serata e parecchie sono le facce
che una volta affollavano le riunioni di Forza Italia e dell' Udc; qui
Carmelo Lo Monte ed i deputati regionali
Cateno De Luca e Fortunato Romano
lanciano la sfida, l'ennesima, al Pdl, responsabile di aver snobbato
l'Mpa per i candidati a Comune e Provincia. Il
Movimento per l'Autonomia presenterà una propria candidatura
alla Provincia con Carmelo Lo Monte, e contribuirà ad appoggiare il
terzo polo insieme
alla lista Progetto per Messina. Ma il discorso non si esaurisce
con la ormai tragica vicenda città. L'Mpa è uscito con le ossa rotte a
livello nazionale in quanto
aspirava ad un ministero. Anche a Palermo i giochi
sembrano complicarsi. Il più duro è stato Cateno de Luca, secondo il
quale, con il Pdl va
interrotta qualsiasi trattativa. Ed intanto si avvicina il 16
maggio, ultimo giorno utile alla presentazione delle liste, quando si
saprà cosa questa rottura comporterà nella fase pre elettorale delle candidature. Certo è
che chi esce male è il Pdl
cittadino, la cui fretta ha
provocato malumori, mugugni e tirate d'orecchie oltre che ad un continuo sballottamento di personaggi da un movimento politico ad un altro. Tra i due litiganti a
godere oggi è
Francantonio Genovese mentre Fabio D'Amore si avvia a diventare
ago della bilancia nel peggiore dei casi. La situazione si complica e,
attendendo altre sorprese, la politica messinese continua ad essere in
balia di se stessa non sapendo più, con l'alternarsi di dichiarazioni
dure ed a volte incoerenti, come proporsi e che movimenti attuare al
suo interno. Il tira e molla sicuramente non è finito e, vivendo con la
speranza di un futuro migliore per Messina, ci si rende sempre più conto
che alla fine il potere decisionale scappa di mano a chi di potere ne
ha avuto troppo. Se la politica cittadina è lo specchio della società non si può
certo dire che Messina sia messa bene. Ci vorrebbe coerenza, dote innata che sembra non appartenere più alla classe dirigente cittadina. Prima si va "D'Amore" e daccordo ma poi si capisce che dietro c'è un uragano innarrestabile di rancori e vendette.