I veri ostacoli all' allattamento al seno sono di carattere sociale e
pratico. Molte donne non ricevono le informazioni giuste su cosa è normale
in un lattante, ad esempio non sanno che è normale che si svegli
la notte, o che a volte può avere bisogno di poppare al seno finché non
si stacca spontaneamente, e con una frequenza elevata, anche 8-12 volte
in 24 ore. Paradossalmente, lo standard è spesso considerato l'alimentazione
con il biberon (sei o sette pasti al giorno con quantità prestabilite
di latte), anche se questi criteri mal si adattano alla natura dell'allattamento
al seno. Anche le curve di crescita dei neonati allattati al seno sono
diverse da quelle di chi prende l'artificiale o un'alimentazione mista.
Ci si allarma, poi, temendo la fine dell'allattamento, di fronte ai cambiamenti
fisiologici del secondo-terzo mese - come la morbidezza dei seni, la
fine delle perdite spontanee di latte o il ritorno delle mestruazioni.
Quando l'andamento dell'allattamento comincia ad allontanarsi dalle aspettative,
ci si allarma e si ritiene erroneamente che il latte sia insufficiente,
e si comincia a somministrare aggiunte. A volte il bambino sta effettivamente assumendo meno latte del necessario,
ma molte mamme non sanno che il latte può anche tornare ad aumentare
se si cambia la gestione dell'allattamento correggendo gli aspetti non
adeguati. Può darsi ad esempio che il bambino non stia poppando
in modo efficace, oppure non venga messo al seno tutte le volte che ne
segnala il bisogno, perché si cerca di distanziare le poppate;
in questi casi la soluzione proposta per prima è spesso quelladell'aggiunta
di latte artificiale. Tuttavia l'uso del biberon può a volte portare
ad abitudini, nella mamma e nel bambino, che fanno declinare l'allattamento
al seno. Infatti può portare a limitare il tempo del bambino al
seno – che viene così insufficientemente stimolato; oppure
può far sviluppare tecniche inadeguate di suzione nel bambino,
che così assume meno latte e può causare dolorosi problemi
al seno e al capezzolo.
Per capire se il bambino sta prendendo latte a sufficienza l'unico
criterio affidabile è guardare come cresce e controllare che bagni
bene almeno 4-5 pannolini al giorno. È molto importante che la
mamma in difficoltà sappia riconoscere il momento in cui chiedere
aiuto e rivolgersi a persone esperte di lattazione. Potrà così essere
aiutata a correggere quegli aspetti che stanno ostacolando la piena riuscita
dell'allattamento e, nel caso sia per qualche tempo necessaria un'integrazione
al latte materno, consigliata su come farlo senza interferire con il
mantenimento della lattazione.
La nostra cultura tende a svalutare la mamma che allatta e creare insicurezze piuttosto
che incoraggiarla e sostenerla. Spesso si esprime sfiducia nella capacità biologica
e psicologica di madri e bambini di trovare un loro equilibrio, maturare
ed evolvere nella loro relazione senza doversi attenere a regole standardizzate
e all'aiuto degli esperti. Spesso la normalità del biberon ha
come controparte la straordinarietà del seno materno,
e la donna che allatta è lasciata sola con le sue insicurezze,
senza conferme sociali ed anzi guardata come un'estremista. Qualsiasi
problema della mamma o del lattante, che sia o no direttamente legato
all'allattamento al seno, viene facilmente imputato a quest'ultimo, paradossalmente
percepito come un "forzare" l'organismo della mamma o del bambino. La
vera e propria ossessione di non produrre abbastanza latte, caratteristica
dei paesi in cui l'allattamento al biberon è la norma, fa vivere
alla nutrice questi mesi senza l'appoggio e la serenità che le
sarebbe necessaria.
La proposta culturale che proviene dall'allattamento al seno si integra
a fatica con i valori dominanti nella nostra cultura. La valorizzazione
del lavoro produttivo ed extradomestico si traduce in una svalutazione
del lavoro materno, che oggi si svolge spesso nella solitudine di un
appartamento, piuttosto che in un contesto sociale collettivo e allargato.
Inoltre, la calma, l'istinto, la flessibilità e la disponibilità di
tempo che richiede un bambino trovano poco spazio nel ritmo frenetico
e strutturato delle nostre vite. L'approccio prevalente, incentrato sulla
produzione e sul consumo di oggetti, si applica senza difficoltà all'utilizzo
di latte artificiale e biberon, mentre l'allattamento materno risulta
un processo sfuggente, non facilmente definibile, misurabile o controllabile.