La solitudine imbruttisce il fisico che diventa uno strumento inutile per socializzare, come per esempio quei  soggetti che si rinchiudono in casa, incollandosi al pc, facendo uso di alcolici, fumo e pasti non sani hanno seri problemi di socializzazione, fuggendo nella realtà virtuale provocandosi danni alla salute. Secondo recenti statistiche, la solitudine è una piaga che interessa il 20% della popolazione mondiale. La mancanza di contatto con gli altri riduce la capacità di dialogo e di movimento, creando una barriera verso il mondo e indebolendo il carattere e la salute. Il professor Cacioppo afferma  che «la solitudine è un segnale di dolore che spesso la società non recepisce. Per intensità e carica devastante, potremmo paragonarla alla rabbia o alla sete». Nell’immaginario collettivo l’idea di persona sola è sempre accomunata ad una figura a se stante, lontano dalla società. In verità può essere riscontrata anche in soggetti che sono quotidianamente a contatto con gli altri. Ciò perchè questa sensazione è uno status che avolte è più mentale che reale, una sorta di disagio che nasce da svariati fattori come possono essere la mancanza di attenzioni, di affetto, di soddisfazione personale o equilibrio nel nucleo famigliare. Questo disagio non è quindi solo un fatto di assenza di compagnia, anche se è provato che un soggetto con relazioni umane molto strette soffra raramente di questo problema (famiglia, veri amici, fratelli o sorelle, ecc). Ci sono però molti soggetti definiti “single” che amano la loro condizione sociale e anzi, difendono la loro indipendenza che si basa su un concetto di libertà individuale.
Sul web diverse sono, le definizioni di solitudine ma una molto azzeccata di quanto appena descritto è questa: “la solitudine è lo stato di chi non sta vivendo oggetti d’amore“, e per stati d’amore si intende quelle esperienze umane che danno emozioni. Ciò sta a significare che, un soggetto che vive in maniera autonoma la propria vita, appassionandosi ad hobby, lavoro o piacere personali, non soffre di solitudine. La solitudine non è un nemico invincibile. La si può combattere ampliando la propria cerchia di conoscenze, i propri interessi e incuriosendosi del mondo. Ciò che è realmente pericoloso è il circolo vizioso per il quale più un soggetto sta emarginato dalla società, più il suo reinserimento risulterà difficoltoso per una sorta di intolleranza al giudizio delle persone e paura di esporsi. La verità è che, nel bene o nel male, tutti prima o poi proviamo la sensazione di essere soli, incompresi o insoddisfatti. Ciò di per se rappresenta un elemento in comune a noi tutti, un motivo paradossale per il quale ritenere la solitudine uno stato non individuale ma comune a tutti. 
 
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