venezianLargo era il numero dei giovani triestini che si recavano a compiere gli studi universitari nel Regno d'Italia, con preferenza per le Università di Padova e Bologna, per gli studi giuridici, e Firenze per quelli letterari. In quest’ultima sede, un gruppo di giovani particolarmente attivo, tra i quali primeggiavano Slataper e i fratelli Stuparich, entrato in contatto con il movimento letterario che faceva capo alla rivista La Voce, ebbe un ruolo fondamentale di collegamento tra la cultura triestina e quella nazionale. I primi due quaderni de La Voce, editi nel 1910, furono opera di Ferdinando Pasini, trentino di nascita e poi professore a Trieste, intitolata La Università italiana a Trieste. Tra i giuristi emerge con valore emblematico la figura di Giacomo Venezian, nato a Trieste nel 1861 in famiglia di antiche tradizioni patriottiche, nipote di un caduto nella difesa della Repubblica Romana e cugino di Felice Venezian, il maggior esponente politico del movimento liberal-nazionale a Trieste. Giacomo Venezian fu attivo fin dai più giovani anni nel movimento irredentista; arrestato, incarcerato per nove mesi, poi processato e prosciolto, si recò in Italia per seguire gli studi di giurisprudenza a Bologna e ivi laurearsi. Intrapresa la carriera universitaria, fu professore incaricato a Camerino, quindi titolare di cattedra a Messina e poi a Bologna per il diritto civile, dando fondamentali contributi alla disciplina con le opere sull'usufrutto e la causa dei contratti. Sempre animato da passione politica e civile irredentista fu tra i fondatori della Dante Alighieri, consigliere comunale a Bologna. All'atto dell'intervento del1'Italia nel primo conflitto mondiale, chiese e ottenne di essere assegnato in servizio attivo al fronte e trovò morte eroica alla guida del suo reparto nell'assalto di posizioni austriache a Castelnuovo nel Carso i1 20 novembre 1915. Alla sua memoria fu conferita la medaglia d'oro al valor militare.