La banana è stato il primo frutto nel 1873 ad essere
coltivato su scala industriale dalla Un. Fruit Company (l’attuale
Chiquita; ricordate, la banana 10 e lode) e la cui produzione è stata progressivamente ottimizzata. Le
banane sono ora il prodotto la cui vendita singola realizza il più
grande profitto nei supermercati di tutta la Gran Bretagna, con la
Tesco che realizza un utile settimanale medio di £ 800.000 solo con la
vendita delle banane. I frutti provengono da piantagioni del Centro America che possono
estendersi per più di 100 km quadrati. La specie Cavendish, la più
venduta, impiega nove mesi per essere pronta, quando viene raccolta
ancora verde in caschi di 80 chili. I braccianti sono pagati ˝a
cottimo˝, cioè a casco raccolto, per assicurare il massimo
dell’efficienza, ma con conseguente sfruttamento della manodopera e il
diffondersi di malattie per le pessime condizioni di lavoro. In
Nicaragua, i braccianti delle piantagioni ricevono appena 0,75 sterline
per una giornata lavorativa pari a 10-12 ore di intenso lavoro. Secondo
un rapporto dell’Action Aid, redatto nel 2007, i casi di avvelenamento
sono una routine, come succede con lo spray aereo di pesticidi da
contatto ed erbicidi sui lavoratori nelle piantagioni. Dopo la raccolta, le banane vengono separate in piccoli caschi, lavate
e confezionate principalmente da donne operaie. Ogni frutto che non
rispetta gli stretti parametri estetici imposti dai commercianti viene
gettato. La Fao stima che il 30-40% delle banane raccolte sono
classificate inaccettabili e quindi buttate via. Ora passiamo al trasporto. Le scatole sono spedite via gomma o treno al
porto dove vengono imbarcate in navi con grandi celle frigorifere. Un
rapporto pubblicato in Marzo dall’European Academics stima che questo
tipo di trasporto rappresenta il 5% delle emissioni globali di CO2. All’arrivo, le banane vengono portate a maturazione artificialmente
attraverso etilene e un graduale aumento della temperatura in speciali
magazzini. Infine vengono trasportate principalmente su gomma agli
ingrossi che poi smisteranno il tutto a supermercati e negozi al
dettaglio.