
I replicanti sono in tutto e per tutto uguale all’originale, ma solo sotto il profilo genetico. Non aspettatevi quindi che il vostro cane clonato vi riporti la pallina se non avete dedicato del tempo a insegnarglielo. E tenete conto che traumi e situazioni contingenti potrebbero sempre portare a personalità diverse da quella originale.
Ma non è l’unica incognita dell’operazione. “L’indice di fallimento per gli esperimenti di clonazione rimane altissimo – ha affermato Michela Kuan, responsabile del settore vivisezione della Lav - quindi anche in questo caso l'esperimento prevede lo sfruttamento e la sofferenza di animali che vengono usati come bacini di produzione di copie. Inoltre l'essere vivente è il frutto di varie componenti e quella genetica ne rappresenta al massimo il 50%. È impensabile riportare in vita un individuo deceduto perché è unico”.
Gli animalisti della Lav sottolineano inoltre che l'esperimento dei ricercatori sud coreani è tanto più grave e inaccettabile “se si considerano i molti milioni di cani randagi”, i numerosi abbandoni e i “canili di tutto il mondo stipati all'inverosimile”. “Scegliere di adottare uno di questi animali - sottolineano gli attivisti della Lav - è il migliore gesto possibile anche in memoria dell'eventuale amico a quattro zampe deceduto”.
Fonte: Virgilio.it