Il cosidetto costo del denaro si riferisce al tasso di sconto. Il
tasso di sconto è il tasso d'interesse con cui le banche centrali
prestano denaro alle altre banche. Esso è il termometro del mercato finanziario perché sulla sua base vengono determinati il tasso d'interesse,
applicato dalle banche ai propri clienti, ed il tasso interbancario,
tasso che si applica ai prestiti fra le banche. Quando il tasso
ufficiale di sconto aumenta, si è in presenza di una stretta creditizia
cioè di una tendenza atta a ridurre i crediti, in conseguenza
dell'aumento del costo del denaro. Quando, invece, la Banca Centrale
tende a ridurre il costo del denaro, si avrà una tendenza all' aumento
dei consumi e investimenti, in conseguenza del minor costo del denaro.. Questo tasso è la base per
determinare il tasso d'interesse dei prestiti ai clienti e alle altre
banche.
Viene utilizzato per "controllare" l'andamento dell' economia: un
suo aumento determina degli interessi piu' elevati sui mutui, e quindi
una maggiore difficoltà ad ottenere prestiti, di contro pero' i titoli
di stato diventano piu' appetibili, per i risparmiatori, in quanto
offrono rendimenti piu' elevati. L'abbassamento del tasso di sconto
invece aiuta a far crescere i consumi, perche' e' piu' semplice
ottenere prestiti per le imprese e per i cittadini, causando però un
aumento dell'inflazione, cioe' un aumento dei prezzi al consumo. Le
banche centrali quindi in base al tasso di sconto devono cercare di
mantenere un equilibrio tra il peso dei mutui e l'aumento
dell'inflazione. Il tasso Italiano attualmente e' gestito dalla banca
centrale europea. Ovviamente l'argomento non si esaurisce qui e
sicuramente non ho toccato tutti gli aspetti della questione pero'
credo di averne illustrato almeno le basi.