Gaetano Badalamenti o don Tano nacque a
Cinisi il 14 settembre 1923. Nel 1947 emigrò clandestinamente negli
Stati Uniti; nel 1950 venne rimandato in Italia e fu presente alla
riunione all'Hotel des Palmes a Palermo.
Grazie all'esperienza maturata in America, propose la creazione della prima "commissione" della mafia
siciliana, che funzionò fino alla strage di Ciaculli. Dal 1971 al 1974 fu rinchiuso nel carcere
dell'Ucciardone di Palermo. Già a metà degli anni Settanta era considerato dall'FBI come il
vero cervello del traffico di stupefacenti che interessava le due sponde
dell'Oceano Atlantico. Fece parte, con Riina e
Bontade,
del triumvirato che costruì Cosa Nostra e si mise a capo della
commissione, per quanto non riconosciuto dai Riva, dal 1974 fino alla
sua espulsione da Cosa Nostra avvenuta per motivi tuttora sconosciuti.
Nel 1978 fece uccidere il militante di estrema sinistra
Giuseppe Impastato che, dai microfoni della radio locale Aut Aut, ne denunciava i traffici di droga, organizzati grazie al
controllo sull'aeroporto di Punta Raisi a
Palermo. Impastato fu ritrovato sui binari della ferrovia, dilaniato da
una bomba: ci vollero diversi anni, prima che fosse riconosciuta
l'origine mafiosa del delitto.
Spazzata via dagli avversari la maggior parte dei suoi uomini,
Badalamenti si rifugiò in Brasile, dove ebbe contatti con altri
latitanti, tra cui
Buscetta.
Fu arrestato a Madrid nell'aprile 1984 ed estradato negli Stati Uniti.
Qui è attualmente detenuto per traffico di stupefacenti, dopo la
condanna a trent'anni di reclusione, avvenuta nel 1986, nell'ambito
dell'inchiesta Pizza Connection. I suoi rapporti con la politica e la
sua conoscenza dei molti segreti di Cosa Nostra sono stati al centro
delle dichiarazioni di famosi collaboratori di giustizia. Nel marzo
1995, il suo nome è tornato alla ribalta in occasione del suicidio del
maresciallo dei carabinieri Antonino Lombardo che, stando alle
indiscrezioni, ne stava organizzando il rientro in Italia per deporre
in alcuni processi di mafia.