Luciano Liggio, per gli amici Lucianeddu, detto anche la primula rossa, nacque a Corleone il 6 gennaio 1925. Ancora giovane
campiere,
prese il posto del vecchio capo mafia Michele Navarra e
guidò i corleonesi all'assalto della città di Palermo, in aperta sfida al predominio delle altre famiglie di Cosa
Nostra.
Oltre alla conquista dei mercati illegali, si arricchì con lo
sfruttamento delle opere di edilizia urbana, pubblica e privata,
facendo leva sul rapporto preferenziale con il politico Vito
Ciancimino, assessore e sindaco di Palermo in quegli anni del sacco
della città. Non esitò mai ad eliminare i tanti ostacoli che gli si
pararono dinanzi, dal sindacalista Placido
Rizzotto, scomparso il 10 marzo del 1948, al capo mafia di Corleone
Michele
Navarra, ucciso il 2 agosto 1958. Fu arrestato la prima volta il 14
maggio del 1964.
Assolto per insufficienza di prove prima a Catanzaro nel 1968 e poi a
Bari il 10 giugno del 1969, uccise il procuratore capo di Palermo
Pietro Scaglione il 5 maggio del 1971. Durante un lungo
periodo di latitanza al Nord, portò a termine con i suoi uomini
numerosi sequestri di persona, tra cui quelli di Luigi Rossi di
Montelera, Paul Getty III, Giovanni Bulgari, Egidio Perfetti. Fu infine
arrestato a Milano il 16 maggio 1974 e finì in carcere: da quel momento
non tornò mai più in libertà. Colpito da infarto, morì il 15 novembre
1993 nel carcere di Badu e
Carros, in Sardegna.