14 /01/2009 - E' stata battezzata "Carmen", come il capolavoro di Bizet, l'operazione antidroga della squadra mobile della questura di MEssina che ha portato questa mattina a nove ordinanze di custodi cautelare eseguite all'alba. Oltre alle nove persone arrestate, altre 23 sono indagate. Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati tre chili di hashish, 200 grammi di cocina e alcune banconote false.
L'operazione è scattata tra la città dello Stretto, Reggio Calabria, Siracusa, Genova e Cremona. Sette le persone arrestate su provvedimento firmato dal gip ALfredo Sicuro. Mancano ancora all'appello due persone. Al vertice dell'organizzazione di trafficanti di droga ci sarebbe stato Giovanni Arena, originario di Messina e domiciliato a Vercelli.

Tutti gli indagati sono accusati di associazine a delinquere finaloizzata al traffico e spaccio di stupefacenti e di svendita di monete falsificate. Ad uno solo degli indagati sono stati concessi i domiciliari. In carcere sono finiti Giuseppe Iovino di Torrita di Siena (Siena); Santi Micali, 37 anni, di Messina; Francesco Raschellà, 33, residente a Genova; Zoran Adzovic, 51, abitante a Rivarolo del Re (Cremona); Pasqualino Delogu, 55 anni di Sassari e Placido Libro, 33 anni, di Messina. A quest'ultimo sono stati concessi i domiciliari. Dall'indagine emergono contatti con esponenti della criminalità organizzata locale e calabrese e con alcuni cittadini stranieri che gestivano il traffico in Lombardia. Tra gli arrestati anche Pasqualino Delogi, il sassarese di 56 anni chiamato "Faccinieddu". L'uomo non sarebbe da considerare come membro dell'organizzazione criminale, ma avrebbe gestito in particolare, un traffico di droga tra la Sicilia e la Lombardia. Questo è quanto ha reso noto la squadra mobile di Sassari che questa mattina ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Delogu, rintracciato in città e ora rinchiuso nel carcere di San Sebastiano. Dalla verifica delle intercettazioni - sottolineano gli investigatori - risulta che 'Faccinieddu' avrebbe avuto "costanti rapporti con l'organizzazione per l'acquisto per lo più di banconote contraffatte" utilizzate per comprare hascisc e cocaina, ma non sarebbe stato organico al sodalizio criminale.

Chiara Ferraù - Eco di sicilia
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