Le investigazioni sono partite nel 2006 e hanno preso spunto dallo scontro al vertice tutto interno tra Tindaro Calabrese e Carmelo Bisognano. Quest’ultimo storico capo dei mazzarroti era in carcere da novembredel 2003. All’inizio Calabrese lo aveva estromesso dalle attività illecite e, grazie anche all’appoggio di Carmelo Salvatore Trifirò, si era imposto nel controllo di numerosi appalti. Su tutti spicca quello sui lavori di ripristino della galleria Valdina sulla tratta ferroviaria ed autostradale Messina-Palermo. Tra gli appalti controllati dal gruppo criminale anche quello della metanizzazione e della messa in opera di fibre ottiche in vari comuni peloritani, e ciò attraverso l’accaparramento delle attività di movimento terra e delle forniture di inerti e conglomerati cementizi. Il clan, inoltre, prestava particolare attenzione a tutto l’indotto relativo alla gestione delle discariche di Mazzarrà S. Andrea e Tripi, dove convergono i rifiuti solidi urbani e speciali dell’intera provincia di Messina.
Le indagini al momento non possono ancora considerarsi concluse visto che nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti documenti particolarmente utili agli investigatori. Tra gli indagati, ci sono anche alcuni amministratori pubblici coinvolti in quanto titolari d’impresa.
Con l’operazione vivaio è stato inflitto un duro colpo ad uno dei sodalizi criminali più pericolosi della provincia tirrenica e nebroidea, che ormai da tempo controllava numerose attività economiche.
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