Per ricordare la morte a colpi di lupara del docente universitario Matteo Bottari il 15 gennaio, giorno in cui ricorre il decimo anniversario dell'omicidio consumato nel Viale Annunziata, il circolo di Azione Giovani Quo Usque Tandem, il circolo di Alleanza Nazionale Catilina-Morgana, l’ Associazione Universitaria Atreju e l’associazione culturale Il Lanternino organizzano una
fiaccolata che ripercorrerà il tragitto compiuto dal docente la sera
del suo assassinio partendo dalla clinica Cappellani nel Viale Regina Elena,
e giungendo all’incrocio tra la Panoramica e il Viale Annunziata.
Un omicidio ancora irrisolto, che ha dato alla città l'appellativo di verminaio. Alla manifestazione hanno aderito, tra gli altri, il Consiglio
della V Circoscrizione, il Leo Club Mesina Peloro Kiwanis Junior Peloro,
il WWF, l'associazione ambientalista Fare Verde, il Comitato Bordonaro, l' associazione culturale Eurolab, l' associazione Risorgimento Messinese e le associazioni
universitarie Pro-thesis, Campus, Ingenium, A.S.ME.V..
Matteo Bottari era primario di endoscopista del Policlinico universitario e, il suo omicidio, apre il caso
Messina. Bottari, ucciso nella sua auto, è il genero dell'ex rettore
Guglielmo Stagno d'Alcontres ed è braccio destro del suo successore
Diego Cuzzocrea.
Le indagini della squadra mobile e della Criminalpol,
coordinate dal pm Carmelo Marino, imboccano subito la pista della
gestione degli appalti dell'Ateneo. Interviene anche la Commissione
nazionale antimafia, che sbarca a Messina l'11 febbraio e in tre
giornate di audizioni traccia un quadro inquietante: la città viene
descritta come governata da un "grumo d'interessi"
politico-affaristico-mafiosi che avrebbe il suo fulcro all'Università,
che gestisce un budget di appalti di 250 miliardi.
I commissari puntano l'indice sul Palazzo di giustizia e sul
sottosegretario agli Interni Angelo Giorgianni, ex magistrato a capo
del pool mani pulite messinese. Si scopre così che la Procura - retta
da Antonio Zumbo, cognato del fratello del Rettore - avrebbe avviato
centinaia di inchieste per sollevare un polverone e non toccare gli
interessi e gli equilibri esistenti. Ancor oggi, dopo 10 anni, nessuna novità. Un omicidio, quello del professor Bottari, che nasconde dietro di se un'angosciante visione della città dello stretto.