GESU' nel Tempio
GESU' nel Tempio disse: l'asciate che i bimbi vengano a Me,perche' di lore e'.........
I bimbi rispondono: GESU', come possiamo? La cancellata e' troppo alta per noi, rischiamo di farci del male, se volessimo scavalcarla.
24 ospedali hanno meritato tre bollini rosa, due bollini accreditati a 27 strutture ed un bollino a 45, per un totale di 96 centri in tutta la penisola giudicati dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) come veri ospedali “a misura di donna”, le strutture ideali per gli oltre 5 milioni di donne che
ogni anno vengono ricoverate, per una durata media di una settimana. A
presentare gli ospedali premiati, il presidente di Onda Francesca
Merzagora, insieme al sottosegretario alla Salute Francesca Martini.
Le prerogative richieste a queste strutture sono: la presenza di un
punto nascita efficiente e confortevole, ma anche l’attenzione alle
malattie di genere, la disponibilita’ di servizi dedicati alle donne
ricoverate, la presenza femminile in posizioni dirigenziali e la
produzione di pubblicazioni scientifiche su patologie femminili.
L’elenco di tutte le strutture, una sorta di vademecum per la donna che ha bisogno di ricoverarsi, e’ stato raccolto in una Guida che sarà pubblicata sul sito Internet dell’associazione.
96 ospedali al top, molti anche al centro-sud: “sono state premiate - spiega la presidente Onda Francesca Merzagora - le strutture più simili al modello anglosassone degli women’s hospital, centri organizzati per la diversità di genere, diffusi soprattutto in Usa e in grado di farsi carico a tutto tondo della salute della donna”. Per il progetto Bollini rosa, quest’anno abbiamo avuto 115 richieste di valutazione da parte di ospedali pubblici (90%) e strutture private accreditate (10%).
Il 52% delle candidature pervenuto è del nord, il 22% del Centro e il 26% da Sud e isole. La regione con la maggior richiesta di valutazione è la Lombardia (26%), nessuna richiesta dalla Valle d’Aosta, mentre regioni del sud come Molise, Basilicata e Abruzzo sono ben rappresentate. Centri di eccellenza si rivelano anche nei centri piu’ piccoli.
- da 1 a 3 bollini per la qualità delle cure in rosa: i bollini sono attribuiti sulla base di criteri precisi.
Un bollino alle strutture con reparti per patologie femminili specifiche, applicazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), certificazione per requisiti strutturali; due bollini se si aggiungono anche pubblicazioni scientifiche su patologie femminili e comitato etico con almeno 3 componenti donne;
tre bollini se in piu’ vi sono donne in posizioni di vertice, personale
infermieristico prevalentemente femminile, caratteristiche multietniche.
- 5 milioni di ricoveri l’anno: le donne sono le principali utilizzatrici dei servizi sanitari. Tra le principali cause di ricovero vi sono quelle legate al parto (600 mila nascite l’anno), alle malattie cerebro-cardiovascolari (in aumento tra le donne) e alle patologie oncologiche. Ampio anche il ricorso femminile all’ospedalizzazione per la riabilitazione.
- ricoveri impropri al sud: restano però grandi differenze regionali: al Sud le donne sono infatti ricoverate piu’ facilmente per patologie che dovrebbero invece essere trattate fuori dall’ospedale come ipertensione o diabete, un dato da valutare attentamente secondo gli esperti, da monitorare e migliorare.
- più donne dirigenti: un appello ai direttori generali degli ospedali italiani perchè “colgano la qualità e diano alle donne la possibilità di mostrare quello che valgono” viene dal sottogretario alla salute Francesca Martini, la quale ha ricordato come siano ancora troppo poche le donne che occupano posizioni dirigenziali nelle strutture sanitarie.
Sicurezza e confort sono requisiti richiesti da ogni proprietario al costruttore della propria abitazione.
Ma le nostre case sono sicure? Qual è lo stato di salute degli edifici in cui viviamo? Secondo un recente studio del Censis,
relativo alla condizione di degrado del patrimonio residenziale, sono
tre milioni e mezzo (17% del totale circa) le abitazioni potenzialmente a rischio: il 36,5% per ragioni di anzianità, il 63,5% per cause tecnico-costruttive.
In particolare, le abitazioni costruite nell’ultimo cinquantennio, (il 75% circa di tutto il patrimonio esistente) denunciano un preoccupante abbassamento della qualità dei materiali e della tecnica costruttiva, essendo il prodotto della rapida e improvvisa urbanizzazione che ha segnato il nostro paese nel dopoguerra.
Il periodo del cosiddetto boom edilizio, negli anni ’60,
è stato quello in cui i controlli sono stati più scarsi e la
pianificazione dello sviluppo urbanistico delle costruzioni è stata
praticamente assente.
A questo va aggiunto il fenomeno imponente e diffusissimo dell’abusivismo edilizio,
che ha caratterizzato fino agli ultimissimi anni la fase espansiva
delle nostre città, favorito anche dalla troppo praticata politica dei
condoni: la conseguenza più grave è l’assenza di controlli delle modalità costruttive,
che è all’origine della maggior parte dei problemi che affliggono i
nostri fabbricati, e spesso il mancato rispetto delle cautele
idrogeologiche.
Quest’ultimo aspetto è di particolare gravità se pensiamo che ben il 45%
del nostro territorio è soggetto al rischio di frane ed alluvioni, ed
il 40% delle fasce costiere rischia il crollo delle cavità sotterranee, nonché l’indebolimento e l’instabilità del sottosuolo a causa delle variazioni dei flussi e dei livelli delle falde acquifere.
Se la stabilità di un edificio è dovuta per metà alla sua bontà strutturale, per la restante metà essa dipende dalle condizioni geoambientali
del luogo scelto per la costruzione, e queste ultime sono di non facile
qualificazione e soggette ad imprevedibili variazioni nel tempo.
Ecco perché il Consiglio Nazionale dei Geologi
si è pronunciato ed ha affermato la necessità di valutare, registrare e
periodicamente monitorare le condizioni e variazioni fisiche ed
ambientali del suolo e sottosuolo intorno ai fabbricati.
Gli infortuni che avvengono all'interno delle
mura domestiche sono tantissimi e il loro numero è in continua
crescita. La "casa docle casa", che percepiamo come luogo sicuro per
eccellenza, alla prova dei fatti si rivela piena di insidie di
pericoli. Di questa pericolosità, tuttava nè i cittadini nè le
istituzioni sembrano avere piena consapevolezza. L'ADA con la sua
campagna d'informazione e la pubblicazione del manuale vuole provvedere
a colmare questo vuoto informativo, con la convinzione che una maggiore
conoscenza dei fattori di rischio possa contribuire ad affrontarli con
serenità e a rimuoverne efficacemente la maggior parte.
Ma intanto, che cosa si può fare per verificare la sicurezza
dell’abitazione in cui si vive e per accertarsi dello stato di salute
dell’edificio in cui si abita?
La prima e insostituibile garanzia di sicurezza è costituita dalla rispondenza accertata dell’abitazione, dello stabile e degli impianti presenti alle norme vigenti (il che esclude automaticamente le costruzioni abusive, cioè fuori dalle regole).
C’è una serie di certificati
che l’inquilino o il condomino può chiedere all’amministratore o al
proprietario dell’immobile: il certificato di abitabilità ed agibilità
(rilasciato dal comune ma poi più aggiornato); la dichiarazione di
conformità dei vari impianti (elettrico e gas); il libretto di centrale
degli impianti di riscaldamento centralizzati e delle caldaie autonome;
la certificazione degli ascensori e dei sistemi antincendio.
La lavastoviglie, insieme alla lavatrice, al ferro da stiro ed al frigorifero ha cambiato lo stile di vita delle persone, sopratutto delle donne. Pensate che l’invenzione risale alla fine del 1800 in America; ma in Europa le prime lavastoviglie arrivarono nel 1929, prodotte dalla tedesca Miele, oggi uno dei marchi di spicco nel settore elettrodomestici.
Nonostante il suo aiuto prezioso, nelle case italiane non è così diffusa come si potrebbe pensare ed chi la possiedete non la utilizza: è utilizzata infatti dal 34% della popolazione. 15 milioni di famiglie italiane ne fanno ancora a meno, convinti che consumi troppa acqua.
In realtà i programmi di lavaggio consumano molta meno acqua del
lavaggio manuale; si calcola che se tutte le famiglie del nostro paese
la usassero se ne risparmierebbero ben 280 miliardi di litri.
In commercio si trovano macchine “intelligenti”, tecnologicamente evolute, capaci di determinare temperature e quantità d’acqua necessaria. Sono dotate di numerosi programmi, a seconda del tipo di stoviglie (anche le più delicate) e di sporco. Fra questi ci sono anche i cicli di lavaggio economici, brevi e a temperature ridotte, che permettono un notevole risparmio di tempo e di consumi (elettricità, detersivo e acqua) da utilizzare quando i piatti non sono troppo sporchi.
Basti pensare che nel giro di pochi anni si è passati, in media, da 45 a 12 litri d’acqua
per un ciclo di lavaggio. Le lavastoviglie di ultima generazione
consumano, per il ciclo più lungo, tra 1,4 e 1,8 kWh rispetto ai 2,5 kWh delle
lavastoviglie tradizionali. I consumi risultano ridotti drasticamente
quando si utilizzano i cicli rapidi (circa 0,7 kWh). Per un lavaggio
completo i modelli più recenti hanno bisogno di 20 g di detersivo rispetto ai 40 g di quelli più vecchi.
Sussiste anche una certa diffidenza nei confronti dell’apparecchio
nel riuscire a pulire bene incrostazioni e unto delle pentole, in
realtà gli ultimi modelli assicurano la massima igiene.
Una lavastoviglie può lavare con temperature fino a 65°-70°C,
impensabili nel lavaggio a mano, ed è in grado di eliminare la totalità
dei batteri presenti sulle stoviglie, a differenza delle spugne
tradizionali, che se non perfettamente pulite rappresentano un ottimo
terreno per la proliferazione di germi. Alcuni modelli di lavastoviglie
hanno poi anche specifici programmi o opzioni antibatterici che
svolgono un’azione sanificatrice.
E’ necessario scegliere il modello in base alle proprie necessità,
se è troppo grande infatti si rischia di utilizzarla semivuota, mentre
con una troppo piccola dovremo eseguire più lavaggi (con conseguente
spreco di acqua ed energia). L’offerta a questo proposito è ampia: si
va da lavastoviglie per 6 coperti a modelli che ne lavano fino a 15, in grado, quindi, di caricare, oltre a molti piatti e bicchieri, anche un buon numero di pentole.
È importante prima dell’acquisto consultare l’etichetta energetica che indica quanta elettricità consuma la macchina. Il consumo è espresso in kWh per un determinato ciclo di lavaggio.
Preferire i modelli di ultima generazione che danno risultati migliori
con un minore dispendio di energia elettrica, di acqua e di detersivo.
Verificare la presenza del marchio di qualità Imq (o di un altro
marchio riconosciuto a livello europeo).
Per un corretto utilizzo della macchina ricordate di togliere gli eventuali residui di cibo per non intasare il filtro (ma è inutile pre-lavare i piatti sotto al rubinetto), scegliere programmi economici in caso di stoviglie poco sporche, utilizzare l’apparecchio solo a pieno carico, dosare adeguatamente il detersivo, pulire spesso il filtro e usare regolarmente il sale (specifico).
Clicca qui se vuoi eseguire la tua Iscrizione al concorso di Miss Italia 2009 !!!!
Antesignano di Miss Italia è il concorso di "5000 lire per un sorriso", nato nel 1939 da un'idea di Dino Villani per sponsorizzare una marca di dentifricio. Si tratta di un concorso fotografico, le concorrenti al titolo di "Miss Sorriso" infatti ancora non sfilano sulla passerella, ma si limitano ad inviare una loro foto.
Dopo l'interruzione dovuta alla seconda guerra mondiale, il concorso riprende nel 1946 ed adotta il nome attuale di Miss Italia. Le prime edizioni, che ora prevedono la sfilata delle miss, si svolgono a Stresa,
che ha mantenuto quasi intatta la sua struttura alberghiera nonostante
la guerra. Nel corso degli anni il concorso ha visto alcuni cambi di
sede ma da diversi anni sembra avere trovato dimora stabile a Salsomaggiore Terme. Miss Italia ha passato indenne gli anni della contestazione e del femminismo, pur continuando a raccogliere di tanto in tanto critiche per il modo riduttivo in cui viene presentata la donna;
critiche che comunque non sembrano interessare le migliaia di ragazze
che hanno usato il concorso per cercare di ricavarsi un posto nel mondo
dello spettacolo.
In effetti molte delle partecipanti al concorso di Miss Italia sono riuscite a sfondare nel mondo del cinema e dello spettacolo in generale, spesso pur non essendo riuscite ad essere incoronate come Miss Italia. Tra le più celebri ricordiamo: Silvana Pampanini, Sophia Loren, Lucia Bosè, Stefania Sandrelli, Mirca Viola, Simona Ventura, Anna Falchi e Martina Colombari (incoronata).
Il concorso nel corso degli anni si è adeguato ai costumi della società italiana. La più bella Miss Italia di sempre è stata eletta Livia Iannoni (nella foto). Nel 1950 va in onda per la prima volta alla Radio, nel 1979 va in Tv prima su un circuito di emittenti locali e poi nel 1981 su Canale 5, mentre dal 1988 viene trasmesso in diretta televisiva sulla Rai. Nel 1990 vengono abolite le "misure" delle ragazze (seno-vita-fianchi); nel 1994
il concorso viene aperto alle donne sposate e alle mamme, anche in
seguito allo strascico di polemiche successive alla vittoria della forlivese Mirca Viola (1987), poi squalificata perché sposata; nove anni dopo si ha l'elezione della prima Miss Italia di colore, Denny Mendez.
Organizzatore di Miss Italia dal 1959 è Enzo Mirigliani,
al cui lavoro il concorso deve gran parte della sua fortuna. Nelle
varie giurie che si sono succedute nel corso degli anni per eleggere la
"più bella d'Italia", hanno figurato alcuni dei nomi più importanti
della cultura e dello spettacolo italiano. Tra i giurati si ricordano: Totò, Giorgio De Chirico, Giovanni Guareschi, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Alberto Lattuada, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Lina Wertmuller, Dino Risi, Alberto Sordi, Claudia Cardinale.
Oltre al titolo di Miss Italia, durante il concorso vengono assegnati alcuni "titoli di consolazione", tra cui Miss eleganza e Miss Cinema. Dal 1991 è stato istituito un concorso separato, denominato "Miss Italia nel mondo", che premia la ragazza più bella tra quelle residenti all'estero (di norma figlie di emigrati).
La 68a edizione del concorso si è svolta come di consueto a Salsomaggiore Terme dal 20 al 24 settembre 2007 condotta da Mike Bongiorno e Loretta Goggi in diretta su Raiuno. La vincitrice, Silvia Battisti diciottene studentessa veronese, è stata incoronata da Pippo Baudo.
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