L' Endometriosi è una malattia che colpisce tre milioni di donne italiane e quasi 150 in tutto il mondo, eppure in pochi sanno cos'è. L'endometriosi
si manifesta quando si sviluppano focolai di endometrio (che è la
mucosa che riveste l'utero), fuori dal loro posto naturale, cioè il
basso ventre. Nella maggior parte dei casi è come se ci fosse una mestruazione
che, invece di essere espulsa, va verso l'interno della pancia
attrraverso le tube. E può peggiorare con gli anni, proprio perchè
questi tessuti anomali reagiscono alla stimolazione ormonale e crescono
ad ogni ciclo.
La malattia si manifesta nell'età fertile e spesso viene sottovalutata; molti medici trascurano la sua gravità, pensando che sia la paziente ad esagerare i sintomi. E invece, diagnosticata in tempo, la patologia può essere combattuta: di endometriosi si può guarire (dipende dallo stadio della malattia) e comunque esistono diversi trattamenti (dai farmaci agli interventi chirurgici) che vengono in aiuto delle donne.
Dal convegno "Endometriosi e lavoro; discriminazioni, costi sociali, rischi ambientali e prevenzioni", organizzato a Roma dalla Fondazione Italiana Endometriosi in collaborazione con Lega Ambiente, è risultato che le donne, che hanno questa malattia, finiscono per essere penalizzate sul lavoro e nella vita affettiva. «L'endometriosi agisce nel silenzio», spiega il professore Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione, «un silenzio che contribuisce al ritardo diagnostico di quasi nove anni, in cui le donne consultano un elevato numero di medici, si sottopongono ad esami clinici dispendiosi senza riuscire ad individuare tempestivamente il male di cui soffrono». Nella ricerca presentata dalla Fondazione Italiana Endometrosi c'è un dato che fa riflettere: il 61% delle malate pensa di non essere stata creduta dai medici mentre spiegava i propri sintomi. Che possono essere: dolore cronico nella zona delle pelvi, infertilità, stanchezza fisica, mestruazioni e rapporti sessuali dolorosi. Acune donne non scoprono la malattia fino a che non hanno difficoltà a rimanere incinte; altre non lo scopriranno mai, se è vero che quasi il 10% delle donne in età riproduttiva ne è colpito. L'endometriosi, quindi, è una specie di malattia fantasma, che miete molte vittime. Per questo, qualche mese fa, è stato presentato alla Camera dei deputati un disegno di legge per dichiararla "patologia sociale", inserendola tra quella per le quali è prevista l'esenzione dalle spese mediche.
Quello che rende tutto più difficile è che le cause dell'endometrosi non sono chiare. I ricercatori stanno esplorando le cause genetiche, quelle endocrine (l'estrogeno sembra favorire la malattia) e immunitarie. La Fondazione sta anche lavorando al progetto del primo laboratorio di ricerca su alcuni fattori inquinanti, chiamati "endocrine disruptors" ( dai farmaci ai pesticidi, fno ai plastificanti), che potrebbero interferire con il sistema ormonale ed essere una delle cause della malattia.
ENDOMETRIOSI IN ITALIA
Fonte: endometriosi.it
Esternamente, si manifesta con un’eruzione
cutanea simile a quelle del morbillo o della scarlattina. Di solito
benigna per i bambini, diventa pericolosa durante la gravidanza perché
spesso può portare alla sindrome della rosolia congenita (CRS) che può
danneggiare il bambino.
Questa è una grave malattia caratterizzata da sordità, ritardo mentale,
cataratta ed altre affezioni degli occhi, malattie congenite del cuore,
nonché a malattie del fegato e della milza che possono provocare una
riduzione del numero delle piastrine con petecchie (piccoli
sanguinamenti) sotto la pelle.
Le donne che si sono infettate nel primo trimestre di gravidanza,
andranno incontro ad un aborto o potranno avere un bambino con rosolia
congenita nell'85% dei casi. Inoltre un bambino con Sindrome da Rosolia
Congenita può eliminare virus per via urinaria per circa un anno e
quindi essere fonte di infezione per altre donne non immuni.
Prima dell'introduzione del vaccino erano frequenti le epidemie di
rosolia; il numero delle donne gravide infette era alto, ed altrettanto
alto era il numero degli aborti o delle sindromi da rosolia congenita.
Con l'avvento del vaccino, almeno in certe aree geografiche del paese,
il numero dei casi di malattia si è ridotto di molto.
Il vaccino contro la Rosolia
Il vaccino contro la rosolia è
combinato con il vaccino contro il morbillo e la parotite (vaccino
MPR). E' costituito da virus vivi attenuati, cioè modificati in modo da
renderli innocui, ma capaci di stimolare le difese naturali
dell'organismo.
Chi dovrebbe essere vaccinato?
Il vaccino vivo attenuato, con un’efficacia > 95% e che garantisce immunità a vita.
Non si tratta di una vaccinazione obbligatoria, ma altamente
consigliata, e gratuita, sia per tutti i bambini che per le donne non
immunizzate dopo la pubertà e per tutti gli operatori che svolgono
mansioni a contatto con bambini e/o con donne in età riproduttiva.
L'immunità dura tutta la vita
Poiché il vaccino contro la rosolia è disponibile solo nella forma
trivalente, cioè associata con i vaccini antimorbillo e antirosolia,
con questa stessa vaccinazione si ottiene anche la protezione
permanente contro contro il morbillo (efficacia 98 - 99 %) e contro la
parotite (efficacia superiore al 95%).
La vaccinazione contro
la rosolia prevede la somministrazione di due dosi di vaccino MPR. La
prima è eseguita a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro i 15 mesi
d'età. La seconda dose, è attualmente prevista a 5-6 anni da eseguire
contemporaneamente alla dose di richiamo di vaccino DTaP (difterite -
tetano - pertosse acellulare).
La Dispareunia definisce la presenza di dolore durante il coito. Il dolore sessuale che molte donne provano
quando fanno l’amore con il proprio compagno è molto più diffuso
di quanto si pensi. Tuttavia, le donne che ne sono colpite hanno difficoltà a
parlarne, provano vergogna e imbarazzo e tentano in tutti i modi di occultarlo
o superarlo senza doverlo affrontare apertamente con il medico. Solo quando
la sofferenza diventa insopportabile le donne trovano il coraggio di chiedere
aiuto al medico.
La dispareunia può essere
provocata da diversi fattori, ma, nella maggior parte dei casi, è dovuta
a cause organiche. Può infatti comparire in seguito alla presenza
di:
• infezioni ed irritazioni dei genitali esterni o della vagina
• infiammazioni del collo dell'utero acute o croniche
• infiammazioni pelviche acute o croniche
• patologie ovariche
• uretriti
• cistiti
• endometriosi
• prolasso uterino
• parto particolarmente laborioso
• postumi di un intervento chirurgico locale
Talvolta la dispareunia può essere causata dalla presenza di particolari
condizioni psicologiche (per esempio, paura del piacere e problemi nel
rapporto di coppia) che, determinando uno stato di tensione emotiva,
impediscono una sufficiente lubrificazione vaginale e diventano responsabili
del dolore provato dalla donna durante il rapporto sessuale (ma in questo
caso si tratta di una disfunzione della fase di eccitamento).
Il dolore durante i rapporti è il sintomo finale di una serie di fattori che condizionano gli aspetti fisici e psichici della risposta sessuale.
La causa della dispareunia è:
• complessa
• multifattoriale
• multisistemica
Complessa: dolore fisico e sofferenza psichica si intrecciano,
amplificando l’insieme delle singole cause, che possono di volta
in volta essere biologiche, relazionali o psicosessuali.
Multifattoriale: all’instaurarsi
di questa patologia, concorrono fattori diversi (contestuali,
psicosessuali, biologici e relazionali) che necessitano
di diagnosi e terapie mirate e diversificate.
Multisistemica: la funzione sessuale è una
funzione complessa, ovvero richiede l’integrità di
molteplici sistemi biologici: sistema nervoso, sistema
ormonale, sistema vascolare, sistema immunitario, sistema
muscolare, ecosistema della vagina.
Con una anamnesi accurata e con una visita ginecologica attenta alle
implicazioni sessuologiche. In relazione alla sede del dolore, il medico
esperto di sessuologia distingue tre tipi diversi di dispareunia:
• dispareunia superficiale
• dispareunia mediovaginale
• dispareunia profonda
Dispareunia superficiale: le cause fisiche del dolore
che compare all’inizio del rapporto sono quasi sempre infettive
e/o infiammatorie (vestibolite vulvare, vaginite recidivanti, vulvite,
cistite postcoitale, cistite interstiziale). Inoltre, durante la menopausa
il dolore può essere scatenato dalle alterazioni dei tessuti della
vagina comportate dalla carenza ormonale che causa difficoltà di
lubrificazione.
Sul fronte psicosessuale e relazionale, la dispareunia superficiale può essere
la risposta a eventi traumatici vissuti nell’infanzia (una visita
troppo "invasiva” o un abuso), a un parto particolarmente
difficile e doloroso, alle conseguenze di una episiotomia che ha dato
problemi, a una relazione conflittuale con il compagno.
Dispareunia mediovaginale: è dovuta
principalmente alla contrazione difensiva dell’elevatore
dell’ano, il muscolo che circonda la vagina, l’uretra
e l’ano stesso e che chiude il bacino in basso. Le
cause della contrazione dolorosa possono coincidere con quelle
che originano la dispareunia superficiale. Sul fronte psicosessuale
e relazionale, la dispareunia mediovaginale può insorgere
per gli stessi motivi elencati per la dispareunia superficiale.
Dispareunia profonda: ha cause mediche precise,
che riguardano patologie quali, tra le altre, endometriosi,
malattia infiammatoria pelvica, varicocele pelvico, sindrome
da intrappolamento dei nervi cutanei addominali e pelvici.
Quando una donna lamenta la comparsa della dispareunia è comunque opportuno che si rivolga ad un medico. Infatti, solo dopo avere identificato l'origine del disturbo sarà possibile procedere con il trattamento più idoneo. La dispareunia da cause organiche può essere risolta con la somministrazione di un trattamento farmacologico che elimini l'infezione e l'infiammazione responsabili di questa sintomatologia. Talvolta la dispareunia scompare dopo un intervento chirurgico che elimini, per esempio, un prolasso uterino. Se invece l'origine della dispareunia è psicologica potrebbe rivelarsi utile una psicoterapia specifica, mirata a risolvere le cause del sintomo.
Poiché la dispareunia è un disturbo che ha tante cause e multisistemico, la terapia dovrà necessariamente essere articolata e diretta ai diversi motivi che di volta in volta sono responsabili del dolore. Innanzitutto il medico dovrà verificare l’esistenza di cause infiammatorie, muscolari, ormonali e infine psicosessuali e relazionali. Affronterà via via le varie cause, escludendo in ciascun caso specifico quelle che non sono presenti. Una volta individuate le cause scatenanti del dolore, indicherà la terapia da seguire. Spesso si verificherà il caso in cui la dispareunia non ha una sola ragione, pertanto la terapia si presenterà molteplice e articolata. Sarà il medico curante a scegliere per ciascuna donna la combinazione terapeutica migliore. Generalmente, il medico esperto non sceglie mai una cura, ma la combinazione di farmaci e di strategie terapeutiche, che possono essere di volta in volta psicologiche, riabilitative, sessuologiche, comportamentali. Una volta eliminata la dispareunia, la terapia continua con l’obiettivo di fare recuperare alla donna la capacità di vivere una soddisfacente vita sessuale.
Metodo del calendario o di Ogino-Knaus
Si tratta di uno dei metodi contraccettivi naturali
più diffusi e conosciuti e la sua sicurezza è
stimata intorno al 60-75%.
Ecco in cosa consiste il metodo Ogino Knaus.
Il metodo di Ogino-Knaus o
del calendario si basa sul ritmo
mestruale, piu' esattamente sulla previsione dell'ovulazione cioe'
del periodo in cui la donna e' feconda. L'ovulazione dovrebbe avvenire circa
14 giorni dopo l'inizio della mestruazione,
ma molte cause come l'eta', l'assunzione di medicine,
malattie, cambio di stagione, viaggi, emozioni, stress
fisici e psicologici, possono influire sull' ovulazione. Individuarla con esattezza e' praticamente impossibile:
si possono solo evidenziare un certo numero di giorni pericolosi, periodo abbastanza ampio da
comprendere il tempo della ovulazione.
Per trovare questi giorni si deve prendere nota di 12
cicli mestruali consecutivi, cioe', per un
anno intero bisogna annotare il giorno di inizio delle
mestruazioni. Se si riscontra una notevole regolarita', si puo' cercare
di
individuare il periodo pericoloso.
Si prende nota del ciclo mestruale piu' lungo e di quello
piu' breve avuti nell'arco dell'anno.
Si sottrae 18 al ciclo mestruale piu' breve e si ottiene
il primo giorno pericoloso. Poi si sottrae 11 al ciclo mestruale piu' lungo e si
ottiene l'ultimo giorno pericoloso.
In pratica, per fare un esempio,
se nell'arco di un anno il periodo piu' breve intercorso
tra l'inizio di una mestruazione e la successiva e'
di 25 giorni e quello piu' lungo e' di 33 giorni si
fanno queste operazioni:
A) 25-18=7 cioe'
il 7' giorno dall'inizio della mestruazione e' il primo
giorno pericoloso;
B) 33-11=22 cioe'
il 22' giorno dall'inizio della mestruazione e' l'ultimo
giorno del periodo pericoloso.
In questo caso, quindi, i giorni pericolosi sono in
totale 16, mentre tutti gli altri giorni, compresi naturalmente
quelli della mestruazione, si possono considerare sicuri.
Il metodo Ogino-Knaus non puo'
essere a applicato in alcuni casi specifici:
- prima dei 18 anni e dopo i 40 anni in quanto il ciclo
mestruale e' particolarmente irregolare e
l'ovulazione è imprevedibile;
- nei periodi di sospensione temporanea o definitiva
della pillola anticoncezionale;
- in tutti i casi nei quali le mestruazioni possono
subire grosse variazioni.
Gli insuccessi da attribuire a questo metodo anticoncezionale dipendono spesso dal fatto che i giorni pericolosi non vengono calcolati in modo rigoroso. D'altra parte, L'Ogino-Knaus, che e' veramente il metodo anticoncezionale piu' naturale, e' poco gradito perche' comporta una rigida programmazione del rapporto sessuale e lunghi periodi di astinenza.
Metodo della temperatura basale
Ogni donna ha una propria temperatura di base, che può essere
diversa da quella di altre donne, ma in tutte si verifica un rialzo
dopo l'ovulazione. E dunque individuando questo rialzo che è possibile
capire quando l'ovulazione è avvenuta. E necessario misurare la temperatura ogni mattina, al risveglio,
all'incirca sempre alla stessa ora, prima di qualsiasi attività (il
primo gesto al risveglio deve essere quello di prendere il termometro),
ed annotarla sul foglio della temperatura. La temperatura può essere
quella orale, rettale o vaginale, ma va misurata sempre nello stesso
modo. Quando la temperatura si è stabilizzata sul livello più alto da tre
giorni, si può essere quasi certe che ha avuto inizio il periodo non
fecondo, e che i rapporti sessuali non daranno origine ad una
gravidanza.
Poiché è impossibile prevedere in anticipo il rialzo della temperatura,
e poiché gli spermatozoi possono sopravvivere nell'utero fino a cinque
giorni, è necessario astenersi dai rapporti sessuali nel periodo
precedente l'ovulazione.
Inconvenienti
La differenza di temperatura tra il periodo fecondo e quello infecondo è molto piccola (qualche decimo di grado) ed un affaticamento, un'indisposizione, una febbre anche leggera, (o semplicemente il fatto di alzarsi di notte) può mascherarla. In alcune donne la curva della temperatura è irregolare, e non permette di individuare con certezza il giorno dell'ovulazione. Il periodo del ciclo in cui è possibile avere rapporti sessuali è molto breve. E' necessaria una buona collaborazione da parte dell'uomo.
Vantaggi
Il metodo non richiede l'intervento del medico e non interferisce in nessun modo con le funzioni dell'apparato riproduttivo. Non richiede l'uso di mezzi chimici o meccanici (a parte il termometro). Norme per la corretta registrazione della BBT Registrare ogni giorno la data nell'alto della colonna, nello spazio previsto. Ogni mattina, al risveglio, ma prima di alzarsi misurare la temperatura per almeno 5-6 minuti. Se la temperatura è quella orale ricordarsi di non bere, mangiare o fumare prima di misurare la temperatura. Registrare accuratamente la temperatura sul grafico, mettendo un puntino nel posto giusto. Indicare i giorni di coito (rapporto sessuale) con una freccia all'ingiù nello spazio previsto. Il primo giorno del flusso mestruale è considerato l'inizio di un ciclo. Indicare ogni giorno del ciclo riempiendo il quadratino indicato sul grafico, iniziando all'estrema sinistra sotto il primo giorno del ciclo. Qualsiasi ovvia causa di variazione della temperatura, come raffreddori, infezioni, insonnia, indigestione, ecc., dovrebbe essere annotata sul grafico in corrispondenza della temperatura di quel giorno. L'ovulazione può essere accompagnata, in qualche donna, da una fitta dolorosa al basso ventre o da una perdita di sangue dai genitali. Se nota ciò, indicare sul grafico il giorno in cui si è verificato. Iniziare la registrazione di un nuovo ciclo su di un nuovo grafico.
Metodo
Billings
Le irregolarità mestruali rappresentano una percentuale
considerevole dei motivi per cui viene richiesta una visita ginecologica. Certamente, l'alterazione del ciclo mestruale è un problema per molte donne ed anche un chiaro sintomo di qualcosa che va analizzato e curato. Occorre accertare se l'anomalia mestruale si accompagni alla
presenza o all'assenza di ovulazione. Il ciclo mestruale non è fatto per
essere necessariamente un orologio, bensì è fatto per produrre un ovulo. E'
ben accertato che anche cicli che a una donna sembrano abbastanza irregolari in
realtà riescano ad essere ovulatori. L'ovulo è lo scopo biologico e filosofico del ciclo
sessuale femminile.
Quasi sempre questo modo di vedere il ciclo mestruale, che ho appena descritto, è molto poco conosciuto o tenuto presente da parte delle donne, eppure è fondamentale.
Non bisogna fossilizzarsi a guardare se le mestruazioni giungano qualche giorno prima o qualche giorno dopo rispetto a quanto hanno fatto nei mesi precedenti; bisogna piuttosto chiedersi se i cicli possano ragionevolmente essere ovulatori oppure no. E' ragionevole sospettare che manchino delle ovulazioni soltanto quando la cadenza mestruale sia molto irregolare. Di seguito alcune definizioni che riguardano il ciclo mestruare alterato:
Anomalie
del ritmo
Oligomenorrea (poche mestruazioni, "cicli che ritardano")
Polimenorrea (troppe mestruazioni, "cicli che anticipano")
Amenorrea (assenza di mestruazioni)
Anomalie di quantità e durata
Ipomenorrea (mestruazioni scarse)
Ipermenorrea (mestruazioni abbondanti)
Menorragia (mestruazione troppo lunga)
Anomalie di presentazione
Metrorragia (perdita anomala inaspettata)
Menometrorragie (perdite inaspettate intermestruali combinate con mestruazioni lunghe)
Anomalie del ritmo
La maggior parte delle
donne ha una cadenza mestruale ogni 25-35 giorni, che rappresenta l'intervallo
normale di riferimento, intervallo cioè, ricollegandosi a quanto detto
all'inizio, nell'ambito del quale è molto probabile che tutti i cicli siano
normalmente ovulatori.
Alcune donne pensano di avere qualcosa che non va nel caso in cui abbiano una mestruazione dopo 28 giorni, poi un'altra dopo 26 giorni, poi un'altra nuovamente dopo 28, la successiva dopo 30... e così via. Una cadenza come questa è invece da considerarsi regolare, perché comunque, malgrado alcuni giorni di differenza tra un ciclo e l'altro, le mestruazioni compaiono tutti i mesi e generalmente tutti questi cicli presentano regolarmente l'ovulazione.
Le mestruazioni sono da considerarsi irregolari nel ritmo quando non compaiono tutti i mesi oppure quando compaiono più di una volta al mese, con un intervallo fra di esse che può essere sintomatico di mancanza di ovulazione. Facendo riferimento alla cadenza mestruale media appena descritta, possiamo anche dire che una donna ha un ritmo mestruale irregolare quando fra i giorni di inizio di due mestruazioni successive vi sia un intervallo
superiore ai 35 giorni e dunque le mestruazioni non vengano tutti i mesi (oligomenorrea)
inferiore ai 25 giorni e dunque le mestruazioni vengano più di una volta al mese (polimenorrea)
L'assenza di mestruazioni per almeno tre mesi è detta amenorrea.
Le cause di
oligomenorrea e di polimenorrea sono generalmente ormonali e legate proprio alla
anovulazione (mancanza dell'ovulazione). Si riscontrano infatti di frequente in
quelle condizioni caratterizzate da saltuaria o cronica mancanza di ovulazione,
come nella policistosi ovarica e in premenopausa.
Più numerose e di diagnosi più complessa sono le cause patologiche di amenorrea, al di là della causa più ovvia e frequente, nonché fisiologica, di amenorrea che è la gravidanza.
Da una parte non considererò per semplicità il problema dell'amenorrea primaria (0.1-2.5% delle donne in età fertile), cioè delle ragazze che stanno giungendo verso la maggiore età senza aver ancora avuto la prima mestruazione. In questi casi, oltre alle cause comuni anche all'amenorrea secondaria, descritte più avanti, ci si trova spesso di fronte al grosso capitolo delle pubertà ritardate o delle malformazioni congenite degli organi genitali.
L'amenorrea secondaria interessa invece un maggior numero di donne (1-3% della popolazione femminile in età fertile) e rappresenta l'assenza di mestruazioni che compaia ad età variabile, ma comunque in donne già in passato mestruate.
Le principali condizioni che possono causare amenorrea secondaria sono:
Alterazioni anatomiche cerebrali o ipotalamiche: traumi, interventi chirurgici, tumori, infezioni (encefaliti), radioterapia;
Droghe o farmaci che possono alterare i livelli di prolattina: antipsicotici, antidepressivi triciclici, oppiacei, antiemetici. Inoltre è molto frequente, in questo ambito, il caso dell'amenorrea post-pillola, cioè un'assenza di mestruazioni, anche fino a sei mesi, dopo aver assunto per un periodo variabile la pillola contraccettiva. Si tratta di una condizione benigna e transitoria a risoluzione spontanea.
Stress, esercizio fisico intenso (atlete);
Disturbi del comportamento alimentare (anoressia-bulimia)
Sindrome dell'ovaio policistico
Menopausa precoce
Alterazioni dell'ipofisi, la ghiandola che produce gli ormoni che stimolano l'attività delle ovaie: gli adenomi con iperproduzione di prolattina rappresentano la causa ipofisaria più frequente di amenorrea.
Più raramente possono essere causa di amenorrea delle aderenze intrauterine (che impediscono meccanicamente la mestruazione) che possono formarsi quali esiti cicatriziali di raschiamenti uterini o di infezioni dell'endometrio (endometriti).
Anomalie di quantità e durata e di presentazione
Dal punto di vista
pratico non c'è generalmente correlazione tra la scarsità e/o brevità
della mestruazione (ipomenorrea)
e l'adeguatezza del ciclo sessuale dal punto di vista degli equilibri
ormonali che lo regolano. Possiamo dire con sufficiente sicurezza che la
scarsità e/o brevità della mestruazione non sono indicatori di patologia
quando il ritmo mestruale sia adeguato. I casi patologici sono pochi e
sono rappresentati dalle stesse aderenze cicatriziali appena viste sopra al
punto 8 tra le cause di amenorrea. Vale la pena di tenere presente inoltre
che una frequente causa "artificiale" di mestruazione scarsa è
l'assunzione della pillola contraccettiva, che infatti può rappresentare la
cura di alcuni casi funzionali di mestruazione abbondante.
Rappresentano invece spesso una patologia le mestruazioni abbondanti (ipermenorrea) e/o lunghe 7 giorni o più (menorragia), tranne che in quelle donne che hanno mestruazioni abbondanti fin dall'adolescenza e che rappresentano casi "costituzionali" di ipermenorrea/menorragia, di significato non patologico.
Le metrorragie e le menometrorragie hanno sempre significato patologico.
L'ipermenorrea, la menorragia, le metrorragie e le menometrorragie sono sintomi che grossolanamente possiamo dire riconoscano gli stessi fattori causali.
L'anovulazione, già citata prima come causa di anomalie del ritmo mestruale, può presentarsi altre volte sotto forma di menometrorragie (cosiddette menometrorragie disfunzionali);
Malattie organiche dell'apparato genitale, più spesso dell'utero: fibromi, polipi, carcinomi del collo o del corpo dell'utero.
Corpi estranei ad azione irritativa sulla mucosa uterina come alcune volte accade nelle portatrici di IUD (dispositivo contraccettivo intrauterino o spirale);
Malattie sistemiche (cioè che interessano più globalmente l'individuo, manifestandosi in più organi corporei): difetti della coagulazione, ipotiroidismo, iperprolattinemia, obesità;
Farmaci: antidepressivi, antipsicotici e ormoni sessuali tra cui anche la pillola contraccettiva. Soprattutto le moderne pillole a basso dosaggio estrogenico possono essere responsabili, come effetto collaterale, di sanguinamenti uterini anomali in alcune utilizzatrici, probabilmente non adatte costituzionalmente ad accettare un dosaggio molto basso di estrogeni senza che il loro utero non interpreti tale basso dosaggio come il momento di mestruare.
Un capitolo particolare rappresentano invece le metrorragie della gravidanza. Una perdita di sangue in gravidanza deve sempre essere considerata patologica fino a prova contraria: in alcuni casi non evolutivi (e quindi a prognosi buona) non è possibile in effetti risalire ad una causa riconoscibile. Le principali cause di metrorragia in gravidanza sono la minaccia d'aborto, l'aborto in atto, la placenta previa e il distacco di placenta, argomenti ai quali, in futuro, dedicherò pagine specifiche nell'ambito dell'ostetricia.
Fonte: ecogin.it
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