Un Paese "spaccato in due, riguardo alla concorrenza nella grande distribuzione e sulle possibilità di risparmio per i consumatori. I due esempi limite sono Pisa e Messina: nella città toscana una famiglia tipo spende 5.550 euro per la spesa annua alimentare, di prodotti per l'igiene e per la casa. Nella città siciliana, per comprare esattamente gli stessi prodotti, la stessa famiglia spende 6.800 euro, circa 1.300 euro in più". Sono alcuni risultati dell'indagine di Altroconsumo condotta in 44 citta e 681 ipermercati, supermercati e discount.

 

"Il gioco della concorrenza - spiega l'associazione dei consumatori - tra insegne e punti vendita favorisce chi abita, oltre a Pisa, a Firenze e La Spezia; buone possibilità di risparmio anche a Bologna, Verona, Perugia, Brescia e Milano. In quasi tutto il Sud la tensione concorrenziale è inesistente e è penalizzato dalle scarse possibilità di risparmio chi abita a Napoli, Potenza, Foggia, Catanzaro e Messina".

"Portafogli alla mano - continua Altroconsumo - le città che offrono prezzi più interessanti ai consumatori sono quelle dove almeno un punto vendita pratica una politica di prezzo aggressiva, con ribassi e promozioni su larga scala, dando il via alla rincorsa all'offerta più conveniente. Il divario tra Nord e Sud si misura anche sulla forbice dei prezzi all'interno della stessa città: a Firenze, scegliendo di fare la spesa sempre nel punto vendita meno caro, si possono risparmiare fino a 1.500 euro all'anno. A Foggia, premiare con la propria fedeltà il punto vendita meno caro della città non sarà cosi remunerativo: a fine anno, per la stessa spesa, si risparmieranno solo 170 euro"