Governo in difficoltà e opposizione compatta. Tutta colpa della norma anti-precari approvata alla camera nel luglio 2008.
A dividere è la proposta di cancellare l'obbligo di assunzione a tempo
indeterminato in caso di sentenza favorevole al lavoratore da parte di
un giudice del lavoro approvata dalla Camera e che si avvia diventare
presto legge. Una norma che non trova d'accordo non solo i diretti
interessati, i lavoratori con contratti a termine che rischiano di
vedere il posto fisso diventare sempre più un sogno irragiungibile, ma
anche lo stesso esecutivo. Il ministro del Welfare Sacconi ne
prende, ad esempio, le distanze: «si tratta di un emendamento nato in
Parlamento». Anche se precisa: «l'emendamento in ogni caso
riguarderebbe solo il contenzioso in corso e mai il futuro e solo le
irregolarità». Si tratterebbe, dunque, di «una sorta di sanatoria o di
norma transitoria» pensata ad hoc per far quadrare i conti delle Poste
Italiane, dove le spese legali per i contenziosi chiusi e ancora
pendenti rappresentano una vera zavorra per il bilancio aziendale.
Norma però che non piace neanche al collega della Funzione Pubblica
Renato Brunetta che precisa: la norma blocca assunzioni va rivista».
Per non parlare della reazione del sindacato dei lavoratori che
attraverso il leader Cgil Epifani fa sapere: «si tratta di una svolta
autoritaria, calpesta i diritti dei lavoratori».Sull'emendamento,
approvato a sorpesa in Parlamento e ora all'esame del Senato, non si è
fatto attendere l'intervenuto di Walter Veltroni che chiede al governo
di ritirare l'emendamento salva-Poste della manovra finanziaria, che
faciliterebbe semplicemente il ricorso ai contratti a termine da parte
delle imprese. Mentre per Confindustria è: «una misura in linea con
direttiva europea».